La madre uccisa dal cornicione insieme ai figli, e le nostre eccessive manie di controllo

G. Gasperini

In questa vita insensata e crudele non serve a niente avere paura

Cara Annalena, da quando ho letto della sorte terribile e tragica della mamma con i due bambini che era fuori a passeggio ed è stata uccisa insieme ai figli da un cornicione che si è staccato da un centro commerciale, in un paese in provincia di Varese, penso che in questa vita insensata e crudele non serve a niente avere paura. Mi sono vergognato delle mie piccole paure sul coronavirus, la mia esagerata auto protezione che mi ha impedito finora di abbracciare i miei figli, poiché sono un sessantasettenne cardiopatico. Quella mamma aveva trentotto anni, e non voglio dirti quanti anni avevano i suoi bambini, e stava semplicemente camminando. Lo sai che il terzo figlio si è salvato perché aveva appena attraversato la strada per salutare un amichetto? Mi chiedo: che cosa ha visto un attimo dopo? Mi chiedo anche: perché? Un cornicione di sessanta metri di cemento armato addosso. E’ questa la vita? Scusa lo sfogo, ma ho deciso di prendere la macchina e andare ad abbracciare i miei figli, non abitano poi così lontano, è troppo tempo che non lo faccio, è troppo stupido non farlo. Non credo che gli spiegherò perché, anche se sicuramente penseranno che sono impazzito. Spero che quel bambino sopravvissuto non pensi mai che era meglio se non attraversava la strada.

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