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il bi e il ba

Basta retorica sul terrorismo

Guido Vitiello

Che siano conservatori felici dell'estradizione o compagni fuori tempo massimo, parlano degli anni di piombo in base a riflessi condizionati. Solo Chiara Ferragni può salvarci 

Cara Chiara, solo tu ci puoi salvare. Serve un tuo statement politico, formato story di Instagram, sugli arresti degli ex terroristi in Francia. Ti do anche il titolo: Ferragni di piombo. Il problema è che siamo rinchiusi da troppo tempo nella stessa stanza imbottita di retorica, anzi di retoriche contrapposte. E non parlo di quelli che all’epoca c’erano – loro posso capirli. Parlo di chi è venuto dopo. Magari poco dopo, come me, che nei giorni di via Fani avevo due anni e mezzo e mi aggiravo per casa (fonte: la mamma) dicendo: “Tanto Moro è morto!”; ma anche molto dopo, quelli che oggi hanno trent’anni.

 

Ogni volta che arriva una notizia legata agli anni di piombo, ci ricaschiamo. Per un paradosso relativistico più inestricabile di quello dei gemelli, gente cresciuta con Bim Bum Bam o con Non è la Rai si mette di colpo a parlare come “L’eskimo in redazione” di Brambilla o, sull’altro versante, come “L’ape e il comunista” del collettivo prigionieri delle Brigate Rosse. In uno stucchevole psicodramma-carnevale, o recitiamo la parte del conservatore un po’ trombone che mugugna contro i terroristi che non brinderanno più a champagne e non andranno più al Crazy Horse, o giochiamo ai compagni che sbagliano (che sbagliano anno) e ci accolliamo la retorica reducistica della “generazione” che ha tentato l’assalto al cielo. Non se ne esce. Chiara, di’ qualcosa, la prima che ti viene in mente, anche una stronzata: sarà senz’altro più interessante, si parlerà solo di quella e forse spezzeremo l’incantesimo.

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