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IL BI E IL BA

Un piccolo mostro capriccioso

Guido Vitiello

Le minacciose paturnie di Trump dopo i risultati delle elezioni americane ricordano un episodio di “The Twilight Zone”. Siamo davvero "ai confini della realtà"

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“Questa, come potete vedere, è una mappa degli Stati Uniti, e lì c’è una cittadina chiamata Peaksville. Una mattina di non molto tempo fa il resto del mondo è scomparso e Peaksville è rimasta isolata”. Cos’è successo? Un mostro è arrivato nel villaggio, e con la sola forza del pensiero ha riportato l’intera comunità nei secoli bui. “Oh sì, ho dimenticato qualcosa, non è vero? Ho dimenticato di presentarvi il ​​mostro. Questo è il mostro. Ha sei anni, un grazioso viso infantile, occhi azzurri e innocenti”. Così, nel 1961, la voce di Rod Serling introduceva “It’s a good life”, episodio di “The Twilight Zone” (in italiano “Ai confini della realtà”) tratto da un racconto di fantascienza di Jerome Bixby.

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“Questa, come potete vedere, è una mappa degli Stati Uniti, e lì c’è una cittadina chiamata Peaksville. Una mattina di non molto tempo fa il resto del mondo è scomparso e Peaksville è rimasta isolata”. Cos’è successo? Un mostro è arrivato nel villaggio, e con la sola forza del pensiero ha riportato l’intera comunità nei secoli bui. “Oh sì, ho dimenticato qualcosa, non è vero? Ho dimenticato di presentarvi il ​​mostro. Questo è il mostro. Ha sei anni, un grazioso viso infantile, occhi azzurri e innocenti”. Così, nel 1961, la voce di Rod Serling introduceva “It’s a good life”, episodio di “The Twilight Zone” (in italiano “Ai confini della realtà”) tratto da un racconto di fantascienza di Jerome Bixby.

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Il mostro è dunque un bambino capriccioso e impulsivo che tiene tutta la città in sua balìa, inclusi i genitori. Con il potere della sua mente capace di inventare qualunque realtà crea roditori a tre teste, uccide il cane dei vicini che abbaia troppo, mutila, scempia e storpia tutto ciò che non gli va a genio. La gente di Peaksville vive nel terrore del piccolo despota, lo asseconda e gli dice sempre bravo, perché chi dice o pensa cose a lui sgradite finisce trasformato in un grottesco scherzo di natura o esiliato in un campo di grano da cui non c’è ritorno.

 

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Questa sinossi valga come nota a piè di pagina della battuta di un funzionario del Pentagono riportata mercoledì dal Washington Post: “It’s ‘The Twilight Zone’”. Siamo ai confini della realtà. Oh sì, ho dimenticato qualcosa, non è vero? Ho dimenticato di dirvi il giorno esatto della messa in onda di “It’s a good life”, in quel lontano 1961. Era il 3 novembre.

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