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Di chi è la colpa? La "loro", ovvio

Guido Vitiello

Che siano le multinazionali (vero Fantozzi?) o l'Europa dei frugali, sappiamo sempre e solo incolpare gli altri

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“Ma allora mi han sempre preso per il culo!”, sbotta Fantozzi dopo tre mesi di letture maledette su Marx e Lenin suggeritegli dal Folagra, la pecora rossa della ditta. “Chi?”, gli domanda sommessamente la signora Pina. “Ma loro, il padronato, le multinazionali!”. Ecco, loro. Messo alle strette, Fantozzi riesce a completare la casella mancante della frase con un soggetto un po’ fumoso. Era il 1975. Qualche anno dopo Gigi Moncalvo, in un’analisi puntuale del linguaggio politico del populista liberale Pannella, identificava tra i suoi espedienti retorici l’uso della terza persona plurale senza precisazione del soggetto. Alla domanda di una signora Pina, però, Pannella avrebbe risposto probabilmente: “Ma loro, il regime, la partitocrazia!”, e non si sarebbe sottratto a ulteriori determinazioni. Nella stagione del populismo trionfante, l’artificio si è fatto pressoché universale – basta un’occhiata ai titoli dei giornali o un’orecchiata ai comizi. Cos’altro era “La casta” se non un elenco telefonico dei “Loro”, entità sempre più mitologica che Paolo Sorrentino ha voluto porre come nume tutelare del suo dittico berlusconiano? Immagino un Di Maio o un Salvini, sciarpa rossa al collo, che s’incazzano leggendo i trattati dell’Unione o i resoconti del Consiglio europeo e sono pungolati dalla signora Pina. “Ma allora ci han sempre preso per il culo!”. “Chi, Ughino?”. “Ma loro, le élite”. “L’élite adesso siete voi, Ughino”. “Ma dico loro, l’Europa!”. “Siamo anche noi in Europa, Ughino”. “Ma no, dico loro, i frugali!”. “Sono sovranisti come noi, Ughino”. E così via. Insomma, è colpa loro.

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