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GranMilano

Breve Smemoranda delle attese politiche, per ora tutte al palo

Fabio Massa

Il cerino in mano di Sala, il mancato rimpasto in Regione, le divisioni grilline in Comune e i dubbi in Fratelli d'Italia sulle liste 

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Dove eravamo rimasti? Ecco una piccola Smemoranda per il periodo più politicamente incerto degli ultimi cinque anni, nella Milano un po’ deserta e un po’ depressa .

       

SALA ASPETTA - Un po’ lo consiglia Repubblica (lo chiamavano giornale-partito, e avevano ragione: vuole ripetere il colpo Pisapia ma bypassando le primarie), un po’ lui sta là e ci pensa, preferirebbe sapere prima chi è lo sfidante. Il tempo gioca a suo favore. Beppe Sala, in vista di maggio 2021, sa di essere un asset irrinunciabile per il centrosinistra e aspetta. Il problema è che il Pd sa che se il diniego a correre nuovamente arrivasse fuori tempo massimo (ovvero a dicembre), non avrebbe altra scelta che prendere un papa straniero individuato dai big del partito e del potere cittadino. Tradotto: se ci sta, sarà Tito Boeri a correre. Che a Rep. ha ottime entrature e amicizie, il che non guasta, vedi Pisapia. Addio sogni di gloria di Pier & Pier (Maran & Majorino). Ma la segretaria cittadina Roggiani insiste, sebbene sfumando, gentile come è nell’indole: primarie. Anche perché c’è da costruire la coalizione. E c’è molto da mettere a punto. Per esempio, ma è il primo di una lista che potrebbe essere lunga: i rapporti con Italia viva, e il M5s e Azione, che a Milano pare particolarmente viva. Quello che è chiaro a tutti è che Sala ha il cerino in mano. Il centrodestra attenderà la sua decisione, anche se così facendo potrebbe accorciare di molto la campagna elettorale, e dunque la possibilità per un suo candidato di essere riconoscibile? I bene informati sono sicuri di no.

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RIMPASTO NON PERVENUTO - Chi ricorda le indiscrezioni sul rimpasto che Matteo Salvini avrebbe chiesto per settembre a Palazzo Lombardia? Di cambiamenti non è aria. La maggioranza è stabile, e su questa stabilità si infrangerà la mozione di sfiducia prevista per il primo Consiglio di settimana prossima. Una mozione che ha separato i destini di Italia viva e del resto del centrosinistra. Maggioranza compatta anche perché secondo rumors pare che almeno quattro esponenti di Forza Italia passeranno a breve con la Lega: Rizzi, Tironi, Piazza e Alessandro Fermi, che del Consiglio è anche il presidente. Chi resta scalpita per un posto da assessore, come Gianluca Comazzi o Carlo Malvezzi, che sta molto a cuore al coordinatore azzurro Salini. Ma il rimpasto resta una ipotesi lontana.

            

META’ STELLATI - A Milano il gruppo Cinque stelle è spaccato in due. Da una parte ci sono Gianluca Corrado e Patrizia Bedori, ovvero l’ex candidato sindaco e l’ex ex candidata sindaco (nel senso che è stata candidata sindaco prima di ritirarsi per lasciare il posto a Corrado: una vicenda mai vista). I due appoggiano la maggioranza, garantendo anche il numero legale spesso e volentieri. Dall’altra parte Simone Sollazzo, passato al gruppo misto e che pare ormai appartenente più allo schieramento di destra. Come mormora un dirigente milanese, le urne potrebbero punire duramente il M5s alle comunali. Meglio mettersi a riparo con un’alleanza organica che il Pd non vuole?

        

GEMELLI D’ITALIA - Chi cresce, seppur sottotraccia, è Fratelli d’Italia. Ormai la pattuglia milanese è nutrita, e i sondaggi vanno. A coordinare i Fratelli milanesi è Stefano Maullu, che però ha poco da coordinare visto che gli esponenti sotto la Madonnina sono Ignazio La Russa, Daniela Santanché, Marco Osnato e Carlo Fidanza: individualità e non truppe. FdI aspetta le decisioni del Carroccio ma intanto inizia a pensare alle liste per le comunali, con una decisione da prendere a carico di Giorgia Meloni: o segue l’esempio Lega, con i doppi incarichi (i consiglieri comunali sono anche consiglieri regionali, europarlamentari e parlamentari) e dunque candida in Consiglio comunale i vip, oppure sceglie dai territori, privilegiando i volti nuovi. E’ una questione di narrazione. 

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