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Granmilano

Una città da sfalciare. Fatti, pregiudizi e dibattiti sull’erba alta

Jacopo Giliberto

Il Comune di Milano ha deciso di risparmiare dalla strage del decespugliatore 1,3 milioni di metri quadri di gramigna, loglio e altre erbe nei 19 milioni di metri quadri di parchi. Tanto è bastato per aizzare un mare di polemiche (anche politiche)

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Io userei il machete. Il lanciafiamme ci vuole, cara signora. Sono i soliti ecologisti; l’erba rovina la gioventù. E’ tutta colpa di Beppe, signora mia. Beppe chi? Beppe Sala”. Sui tram color arancio la discussione classica attorno alla macchinetta (“si chiama obliteratrice, ma guardi che schifo è diventata questa città”) è l’erbaccia alta: il Comune di Milano ha deciso di risparmiare dalla strage del decespugliatore 1,3 milioni di metri quadri di gramigna, loglio e altre erbe nei 19 milioni di metri quadri di parchi. In alcuni prati e alcune aiuole centrali di 54 giardini non passerà il tosaerba e le erbe verranno lasciate crescere incolte ancora per qualche mese, il tempo necessario alla fioritura e poi al seme. Il resto invece viene rasato senza parsimonia, come il solito. “E’ il frutto” (il frutto è un termine pertinente) “di una scelta che il Comune di Milano sta portando avanti, come altre amministrazioni di molte città del mondo, per promuovere la sostenibilità ambientale e la biodiversità”. Non basta. Il Comune informa che “l’erba più alta trattiene l’umidità, preserva il suolo durante i periodi siccitosi e mitiga l’effetto delle isole di calore”. Come prevedibile, il decespugliatore comunale ha alzato nell’aria di Milano non solamente il buon odore di erba tagliata, polvere, estrusi di cane e filtri di sigaretta ma anche battibecchi e polemiche politiche. L’opposizione di destra afferma che il Comune vuole soprattutto tagliare i costi della manutenzione urbana. Anche un commentatore autorevole come lo scienziato Roberto Burioni si è espresso con perplessità sulla decisione del municipio. Milano non è sola. L’estate scorso la stessa scelta ha fatto crescere erbe e polemiche a Torino, in diverse città dell’Emilia e a Vienna.

 

I fatti. Il Comune ha informato i cittadini che alcune porzioni dei parchi cittadini non saranno tosate in queste settimane ma solamente dopo la diffusione dei semi. Parole del Comune: “Con la riduzione del taglio dell’erba, infatti, le specie che compongono il prato riescono a completare il loro ciclo vegetativo fino alla fioritura e alla produzione di seme. Lasciare crescere l’erba significa, dunque, offrire un habitat più ricco per api e insetti impollinatori, uccelli e piccoli mammiferi contribuendo così alla diversità biologica delle aree urbane. Le aree che saranno mantenute a erba più alta sono state individuate attraverso diversi criteri a seconda della loro collocazione”. Qualche area verde del centro città (“un’area a sfalcio ridotto sarà quella attorno al platano monumentale dei Giardini pubblici”) ma soprattutto “le aree nei parchi estensivi dove c’è più abbondanza di spazio, scelte tra quelle che meno andranno ad incidere sugli usi o sulla fruizione per il gioco, il relax o lo sport da parte degli utenti, o ancora le aree lungo le strade di grande viabilità”.

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Le contraddizioni. L’astensione dalla rasatura dell’aiuola con finalità ambientali contraddice la propensione comunale a impermeabilizzare, selciare e bitumare qualsiasi spazio libero. Mentre coltiva l’erba, il Comune progetta quei lastricati che creano siccità e isole di calore invece di combatterle. La Città Metropolitana, presieduta dallo stesso Beppe Sala, sta realizzando nei piccoli centri della provincia il progetto Spugna, con cui vengono disselciate le aree asfaltate per rendere il terreno permeabile all’acqua. Un’altra contraddizione: la lotta alle zanzare, soprattutto ora che gli insetti cominciano a diffondere in alta Italia malattie tropicali come la dengue. Ancora. L’erbaccia moltiplica quei vegetali il cui polline tormenta la primavera delle persone allergiche, come le graminacee (la gramigna ne è la più famosa) o come la parietaria.

 

I commenti. Osservava Burioni sulla piattaforma X Twitter: “Se tra gli insetti di cui si favorirebbe la presenza ci fossero le zanzare, questa sarebbe letteralmente una follia autolesionista in vista del pericolo dengue” (ma si è poi corretto, sulle zanzare, quando l’entomologo Leonardo Forbicioni ha spiegato che l’erba non falciata non fa aumentare). Gli entomologi ricordano che le zanzare si moltiplicano in acqua, e ciò avviene più facilmente quando l’erba nasconde le piccolissime pozze invisibili in cui le larve si sviluppano: tombini nascosti, vecchie coppette di gelato, cartocci, pozzanghere. Al tempo stesso l’erba alta aiuta ragni e libellule che quelle zanzare divorano. La Lega ironizza che la biodiversità è una storiella propalata dal sindaco Sala per risparmiare sulla manutenzione e due altre leghe di diverso colore, Legambiente e la Lipu, invece promuovono la decisione municipale. Ricorrenti le proteste di quei proprietari di cani che non usano le aree a loro riservate e prediligono le aree riservate al genere umano, soprattutto i proprietari di cani piccoli (dispersi nella giungla graminacea) e i proprietari di cani a pelo lungo (raccoglitori di zecche e lappole).

 

Info per i lettori. Il “buon odore di erba tagliata” è l’odore della degradazione dei composti del sistema immunitario con cui le piante cercano di evitare l’ingresso di parassiti nella ferita, delle sostanze con cui cicatrizza la ferita vegetale e l’odore della decomposizione della linfa, il “sangue” delle piante.

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