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GRAN MILANO

Cercasi disperatamente manager digitalizzato. Perché le Pmi soffrono nell'innovazione

Daniele Bonecchi

Uno studio realizzato da École evidenzia una serie di criticità delle piccole-medie imprese legate alla limitata managerializzazione, alla ridotta disponibilità di risorse finanziarie e alle difficoltà ad attrarre talenti

Alessandro Spada, presidente di Assolombarda, non perde occasione. Pochi giorni fa, incontrando il ministro del Lavoro Marina Calderone, ha ricordato “la necessità di poter contare su una vera riforma del mercato del lavoro che metta al centro le politiche attive sfruttando l’occasione storica del Pnrr”. E l’ennesima dimostrazione della necessità l’ha fornita la ricerca “Competenze manageriali per la resilienza delle Pmi”: studio promosso da Assolombarda, ALDAI-Federmanager e Fondirigenti e realizzato da École (Enti confindustriali lombardi per l’educazione) per individuare i fabbisogni formativi del tessuto produttivo, le competenze percepite come essenziali per la crescita del proprio business. E focus sulle figure professionali di più difficile reperimento nel mercato del lavoro. La ricerca ha riservato una particolare attenzione alle abilità ritenute come cruciali per far fronte alla transizione digitale ed ecologica. Per offrire uno “spaccato” dello status quo è stata effettuata una indagine sul campo rivolta alle Pmi. I risultati confermano che il digitale e la sostenibilità sono, oggi, i due grandi asset strategici che le imprese sono chiamate a sviluppare. Ma stando all’esito dell’indagine, le Pmi scontano una serie di criticità legate ad alcune caratteristiche strutturali: la limitata managerializzazione, la ridotta disponibilità di risorse finanziarie, le difficoltà ad attrarre talenti. Elementi che rendono particolarmente complesso il pur necessario cambiamento. Con riferimento al processo di digitalizzazione, per esempio, solo il 9 per cento delle Pmi presenta, infatti, un livello adeguato di competenze digitali. Tra gli ostacoli percepiti, emerge la difficoltà a programmare la formazione, oltre che una minore propensione all’innovazione. “Investire nello sviluppo delle competenze manageriali è, sempre di più, un fattore strategico per la competitività, in uno scenario economico caratterizzato da crescente complessità” ha spiegato la vicepresidente di Assolombarda con delega a Università, ricerca e capitale umano, Monica Poggio.

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