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Milano cerca lavoro e non lo trova. Il ruolo decisivo degli ITS

Daniele Bonecchi

Nell'area metropolitana le richieste di personale, per mansioni con un alto livello di conoscenze, aumentano: "E' necessario un cambio culturale e un approccio più concreto da parte delle famiglie e dei nostri ragazzi all’orientamento"

Milano macina Pil e lavoro. Secondo i dati forniti da Excelsior di Unioncamere e di Afolmet per misurare i bisogni del sistema delle imprese, – pubblicati dal Corriere della Sera – in media sono 300 mila i profili richiesti dalle aziende, che spesso non trovano risposta. Nell’area metropolitana si moltiplicano le richieste di personale, per lo più mansioni con un alto livello di conoscenza. Ma spesso la ricerca delle imprese non ottiene risposta.

“Siamo di fronte a una vera e propria emergenza di competenze, che rischia di diventare insostenibile per le sfide competitive a cui siamo chiamati”, spiega al Foglio Alessandro Spada, presidente di Assolombarda. “In questo scenario, gli ITS (Istituti tecnici superiori, ndr) sono in assoluta controtendenza, con un tasso di occupazione dei loro diplomati all’80 per cento a livello nazionale, con punte di eccellenza in alcuni settori del nostro territorio, quali la meccatronica e l’ICT. Occorre dunque procedere al più presto con l’implementazione della riforma degli ITS e con il completamento dell’iter di attribuzione delle risorse residue previste dal Pnrr (700 milioni, ndr), valorizzando il ruolo di programmazione sul territorio delle regioni”. Assolombarda ci crede, tanto è vero che col sindaco Beppe Sala sta lavorando alla realizzazione dell’hub degli ITS di Milano, in grado di raggruppare i nove istituti del territorio.

Simona Tironi, neo assessore regionale alla formazione e al lavoro è impegnata a rilanciare gli ITS Accademy, “dobbiamo indirizzare i giovani verso dei percorsi che realmente servono al tessuto produttivo lombardo. Quindi se tutte le aziende credessero in questi percorsi di alta formazione che rispondono ai bisogni della loro filiera e utilizzassero gli ITS Academy per assumere nuovo personale, potremmo andare a sanare fortemente il grave problema della domanda offerta lavoro preparando i nostri ragazzi, non solo alle esigenze del momento, ma anche alle nuove professioni del futuro”. Ma qual è la situazione in Lombardia? “La Lombardia è la prima regione in Italia per numero di ITS. Attualmente possiamo contare 25 fondazioni, 250 percorsi attivi e quasi 6.000 studenti. Siamo una delle poche regioni – spiega al Foglio l’assessore Tironi – ad erogare percorsi in tutti i settori di competenza del sistema ITS Academy, quindi una risposta completa”. Spesso le famiglie scelgono il liceo per i propri figli perché non conoscono tutte le opportunità. “Sì, i percorsi ITS sono sottovalutati soprattutto dalle famiglie perché molto genitori hanno ancora la convinzione che il proprio figlio debba andare ‘per forza’ all’università, come se la laurea fosse l’unica soluzione, valutando la formazione professionale una prospettiva secondaria e non altrettanto valida. Ma è vero il contrario, infatti è necessario un cambio culturale e un approccio più concreto da parte delle famiglie e dei nostri ragazzi all’orientamento. Con la continua evoluzione del mercato del lavoro, è necessario un forte legame con le aziende. Per questo motivo molti docenti vengono dal tessuto imprenditoriale e i ragazzi passano la metà del tempo direttamente ‘on the job’”, spiega l’assessore regionale. Di recente è stata istituita la figura del tutor, che deve far conoscere meglio l’opportunità ITS, “una figura importante per poter dare un indirizzo più mirato ai nostri giovani che stanno pensando al loro futuro lavorativo, ma la vera svolta per poter aiutare le famiglie e i ragazzi in una scelta ponderata è sicuramente la comunicazione diretta”. “Il nostro obiettivo – conclude Tironi – è il raddoppio degli studenti, grazie anche al Pnrr.

La crescita deve però andare di pari passo con la qualità dei percorsi. Infatti, i nostri ITS Academy hanno un alto tasso di inserimento lavorativo, che in media è dell’86 per cento ma con punte del 94-96 per cento”. Galdus – uno dei centri di formazione più apprezzati – partecipa come socio fondatore alle attività di cinque fondazioni ITS, nei settori dell’alto artigianato, del made in Italy, della ricettività al turismo, dell’agricoltura e poi del digitale. “C’è un problema del quale nessuno parla però – spiega Diego Montrone, presidente di Galdus – il sistema più evoluto di educazione professionale che esiste in Italia è in Lombardia ed è popolato da migliaia di ragazzi che decidono di imparare una professione con un contenuto tecnico, senza andare al liceo. In Lombardia sono 80 mila, la metà di chi segue un corso professionale in tutta Italia. Conseguono un diploma professionale del quarto anno ma sono esclusi dagli ITS. Benché riconosciuto dall’Unione europea come diploma di maturità il percorso professionale attualmente non dà diritto a questi ragazzi di proseguire gli studi negli ITS. Vogliamo far crescere gli iscritti agli ITS? La cosa più logica è integrare questi due livelli. Ma fino a oggi non è stato fatto. Il sistema comunitario lo permetterebbe, perché sia il diploma di maturità che quello professionale sono al quarto livello e dovrebbero dare accesso entrambe agli ITS. Ma così – lamenta Montrone – si toglie l’opportunità a tanti giovani di crescere”. E trovare subito lavoro.

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