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Granmilano

Fra l'amarezza di Sala e la rabbia dei club, San Siro è un disastro

Maurizio Crippa

Il sindaco esprime tristezza perché lo stadio "non lo vuole più nessuno", ma dopo quattro anni di fuffa la reazione di Milan e Inter è il minimo. E no, non hanno vinto le società "privatizzatrici"

Il sindaco Beppe Sala si è detto “amareggiato” perché “San Siro non lo vuole più nessuno” e ha aggiunto di non capire perché qualcuno parli di “una battaglia persa del sindaco”. Comprensibile, ma serve qualche precisazione. “Amareggiato” può esserlo di certo, perché sulla possibilità di trovare una quadra win-win per il nuovo stadio che salvasse, se non il Meazza, almeno la proprietà pubblica, si era molto speso. Ma non può essere amareggiato se dopo quasi quattro anni da una legittima richiesta Milan e Inter, non avendo ancora avuto risposta, hanno deciso di averne abbastanza della burocrazia e di un’opposizione “civica” ottusa e ideologica. Sono loro a essere amareggiati, e costretti a cercare altre soluzioni. E se l’operazione “nuovo San Siro” fallirà, sarà una sconfitta anche per Sala. Perché aveva una logica, ma soprattutto perché Sala avrebbe potuto chiudere una scelta nel primo mandato, anziché consegnarsi alle logiche da assemblea studentesca del “dibattito pubblico” e stare a sentire “chiunque ha un tiramento”, come cantava il Mestrone, e di circondarsi poi di una componente verde-civica che programmaticamente remano contro il progetto.

 

Hanno vinto allora le società “privatizzatrici”? È un’idea che può venire in mente solo agli imbecilli. Il Milan vuole costruirsi uno stadio nell’area dell’ex ippodromo di trotto La Maura, a Lampugnano, proprietà di Snaitech e area già destinata a strutture sportive. Sembrerebbe una buona soluzione, ma non è poi così facile: sull’area esistono vari vincoli, tra cui quelli del Parco Agricolo Sud (La Maura è al suo limitare urbano). In ogni caso il Pd ha già presentato in Comune una mozione animata da preventiva contrarietà, e ripartirebbe così il gioco assurdo della sinistra dei veti. Chissà se Sala si sentirà più amareggiato o sconfitto. Per quanto riguarda l’Inter, su cui Sala prova a far pressione per restare a San Siro vista la difficile situazione proprietaria, ha invece annunciato di aver individuato la sua area-stadio ad Assago (anzi a Rozzano), ma senza dare dettagli. E i milanesi rischiano di trovarsi proprietari di un bidone vuoto: il vecchio Meazza che a nessuno interessa più.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"