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Gran Milano

Area B, sì però. Le nuove regole sono troppo penalizzanti, dice La Russa (figlio)

Daniele Bonecchi

Il presidente di Aci Milano parla dei dubbi sull'idea del blocco del diesel euro 5 più grande d'Italia: gli incentivi vanno estesi dai veicoli elettrici all'usato, in modo che chi ha un euro 4 possa prendere un euro 6 senza problemi

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"Gli automobilisti non sono il bancomat del Comune", dice al Foglio con tono perentorio Geronimo La Russa (è il figlio di Ignazio, oggi uomo forte di Giorgia Meloni qui al nord), e presidente di lungo corso dell’Aci di Milano. Può sembrare un luogo comune ma basta osservare i numeri – divulgati dai “ghisa” in questi giorni – sulle multe staccate agli automobilisti milanesi nell’ultimo anno, la bella cifra di circa 2,5 milioni di euro, per ricredersi. “E poi – continua La Russa – se un automobilista sbaglia va punito, a patto che venga usato lo stesso criterio anche per monopattini e biciclette. Chi passa col rosso deve essere multato”. 

 

Lo spunto per fare due chiacchiere con l’Aci riguarda però un’altra spina nel fianco per gli irriducibili dell’auto (o più banalmente: per chi, magari abitanti della negletta Città metropolitana, l’auto la deve usare per forza. Insomma, il tema è l’avvio delle nuove limitazioni (multe comprese) per l’ingresso in Area B (“la più grande d’Italia”), che prevede il blocco dei diesel euro 5. “Sono passati solo pochi giorni dall’avvio del provvedimento e abbiamo ricevuto molte richieste di chiarimenti, lamentele da parte degli automobilisti che, se hanno qualche dubbio, chiedono lumi all’Aci. Chiedono di capire come funziona Area B, anche per quel che riguarda i 50 ingressi free previsti non c’è chiarezza. Sono 50 ingressi nell’area in questione, o 50 passaggi sotto le telecamere? Ebbene, purtroppo la risposta è la seconda. Col risultato che una madre che da Segrate entra in città per portare i figli a scuola e poi va a fare la spesa, in un giorno passa tre volte sotto le telecamere. Dunque non si tratta di una deroga da 50 giorni, ma da 50 ingressi”. 

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Il sindaco Beppe Sala, fedele alla filosofia di fondo che guida la sua giunta – arrivare nel giro di pochi anni al totale divieto dell’ingresso di auto non residenti in città – ha detto a chiare lettere che è pronto a discutere con tutti, ma il provvedimento resta tale. Un po’ poco? “Il nostro auspicio – ribatte il presidente dell’Aci – è che vengano fatte ulteriori deroghe. La norma è complessa e sento il dovere di rinnovare l’invito all’amministrazione comunale di sedersi al tavolo per trovare quanto meno degli aggiustamenti. Avevamo chiesto una proroga di un anno, ma vista la situazione facciamo almeno degli aggiustamenti”. Spiega La Russa: “La collaborazione con le istituzioni è buona ma il comune di Milano, da tempo, ha dichiarato di voler cambiare le politiche sulla mobilità. Oltre ad Area B e C, parliamo dei restringimenti delle carreggiate, dell’estinzione delle piste ciclabili che a volte abbiamo criticato aspramente. Hanno una visione di mobilità diversa dalla nostra (noi crediamo nei servizi alla mobilità a 360 gradi) che crea una forte dialettica”. 

 

A complicare le cose si è messa la scomparsa delle province (che gestivano le strade dell’hinterland) e la nascita (sulla carta) della Città metropolitana. Che ha poteri quasi nulli, e soprattutto rappresenta un territorio vissuto dai milanesi, e purtroppo spesso anche delle amministrazioni, come una scocciatura da tenere lontana. “Oggi non ci sono le risorse per le strade e il sindaco della Città metropolitana è, per legge, il sindaco del capoluogo – dove viene eletto – e ovviamente, si occupa della sua città invece di rispondere alle esigenze dei cittadini dell’intera città metropolitana”, sottolinea La Russa.

 

Tra un anno anche imprese e il commercio saranno colpiti dalle limitazioni e dovranno cambiare per intero il parco mezzi. “Il provvedimento va ricalibrato subito – insiste La Russa – senza aspettare l’anno prossimo. Anche perché siamo in un momento particolarmente critico per l’economia, sia per le imprese che per le famiglie. Va ricordato che il provvedimento è nato tra il 2018 e il 2019, quando nessuno poteva immaginare la crisi energetica, l’inflazione, la guerra. E poi col governo bisognerà ragionare sugli incentivi, oltre a rimodulare i tempi di Area B e C. Non bisogna limitarsi agli incentivi sui veicoli elettrici o poco più, vanno estesi all’usato su usato. Perché chi ha un euro 4 diesel deve poter cambiare il veicolo con un euro 6 diesel usato, senza spendere una fortuna nell’acquisto di un’auto elettrica”. Questa è la ricetta di Geronimo La Russa, patron dell’Aci Milano e c’è da scommettere che desterà l’interesse dei palazzi romani.

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