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GRAN MILANO

Manca la betulla (russa) ma il mobiliere è ottimista. Viva il Salone

Daniele Bonecchi

Dal 7 al 12 giugno, arriva la sessantesima edizione del Salone del Mobile. Un biglietto da visita di tutto rispetto per il made in Italy apprezzato al mondo. Ma in mezzo c’è una guerra, e proprio su una supply chain decisiva

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C’è anche un “caso betulla” sulla strada del design made in Italy. Ma non è un nome in codice dei servizi segreti. “La Russia è il principale produttore mondiale di betulla, copre l’80 per cento del fabbisogno e l’ha bloccata. Non si può più acquistare. Nell’arco di qualche mese, se non si risolverà il conflitto, questo potrà avere dei risvolti trasversali, non solo sul nostro comparto ma su tutti gli altri”, ha spiegato Claudio Feltrin, presidente di FederLegnoArredo. E chissà se potrà davvero essere il “salone della rinascita”, quello in programma dal 7 al 12 giugno, la sessantesima edizione del Salone del Mobile. 200 mila mq di superficie e 2.200 espositori – di cui 600 i designer del SaloneSatellite – con un 25 (escluso il SaloneSatellite) di aziende estere. Un biglietto da visita di tutto rispetto per il made in Italy apprezzato al mondo. Ma in mezzo c’è una guerra, e proprio su una supply chain decisiva.

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C’è anche un “caso betulla” sulla strada del design made in Italy. Ma non è un nome in codice dei servizi segreti. “La Russia è il principale produttore mondiale di betulla, copre l’80 per cento del fabbisogno e l’ha bloccata. Non si può più acquistare. Nell’arco di qualche mese, se non si risolverà il conflitto, questo potrà avere dei risvolti trasversali, non solo sul nostro comparto ma su tutti gli altri”, ha spiegato Claudio Feltrin, presidente di FederLegnoArredo. E chissà se potrà davvero essere il “salone della rinascita”, quello in programma dal 7 al 12 giugno, la sessantesima edizione del Salone del Mobile. 200 mila mq di superficie e 2.200 espositori – di cui 600 i designer del SaloneSatellite – con un 25 (escluso il SaloneSatellite) di aziende estere. Un biglietto da visita di tutto rispetto per il made in Italy apprezzato al mondo. Ma in mezzo c’è una guerra, e proprio su una supply chain decisiva.

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Nonostante un 2021 da incorniciare per il settore italiano del legno-arredo, che ha chiuso con 50 miliardi di fatturato e 18 miliardi di export, Feltrin lancia l’allarme: “Le preoccupazioni sicuramente ci sono” e non solo “per il costo dei materiali e la difficoltà per reperirli” ma anche perché le aziende “saranno costrette a praticare aumenti sul prodotto finito che potrebbero andare a raffreddare la domanda, che ancora sembra molto vivace”. Questa è la grande preoccupazione. La crisi guerra ha esasperato la carenza di legno, che viene dai territori coinvolti per un valore complessivo che supera i 200 milioni di euro all’anno. Di questo FederlegnoArredo ha parlato durante recenti incontri al Mise. “Abbiamo affrontato il tema dell’enorme patrimonio boschivo italiano, che è raddoppiato negli ultimi cinquant’anni. Noi però non siamo in grado, per inefficienza di filiera, di sfruttarlo. E andiamo ad acquistare all’estero. Dobbiamo mettere in atto le azioni necessarie per il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla Strategia forestale nazionale, basata su una gestione rispettosa dell’ambiente ma che consente lo sviluppo della filiera italiana del bosco e delle nostre segherie. Tutto questo ci renderebbe meno dipendenti dall’estero”, conclude Feltrin.

    

 

Vale ricordare che la Russia, con 462 milioni di euro nel 2021, era tra i primi dieci paesi per valore esportato della filiera, in crescita del 12,7 per cento sul 2020. Al contempo nel 2021 le esportazioni italiane valevano 461,7 milioni di euro verso la Russia, circa 7,6 milioni verso la Bielorussia e 126,9 milioni verso l’Ucraina: rispettivamente il nono, il 93esimo e il 27esimo mercato del nostro regno arredo. Moreno Brambilla, ad e presidente di Oniro Group (azienda di Cantù che punta ai 40 milioni di fatturato nel 2022, attiva in Cina, negli Emirati e in Russia, almeno fino all’inizio della guerra), spiega al Foglio: “Nonostante l’incertezza legata alle tensioni geopolitiche, al rincaro delle materie prime e al costo dell’energia, rimaniamo focalizzati sulle prospettive a medio e lungo termine: il consolidamento del gruppo, la gestione integrata dei singoli marchi e licenze, l’ampliamento della distribuzione in Europa e Stati Uniti”.

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Niente paura, insomma. “Come tutte le aziende, abbiamo avvertito le difficoltà dovute alla crisi dell’approvvigionamento delle materie prime, e temo continueremo a farlo ancora a lungo. Stiamo cercando insieme le migliori soluzioni per gestire gli ordini in corso, che subiranno ritardi e cancellazioni. Questa crisi comporta per noi due ordini di problemi: da un lato la relazione con partner e clienti in Russia, a cui le sanzioni impediscono di svolgere le attività di import e onorare i pagamenti. Ma il nostro pensiero va soprattutto a collaboratori e clienti ucraini che hanno dovuto abbandonare le loro case e le loro attività a causa del conflitto. Se da un lato possiamo trovare soluzioni transitorie per cercare di sostenere il cliente, dall’altra parte speriamo che il conflitto cessi e che si possa tornare alla normalità”.

 

Il Salone 2022 sembra però portare il sereno sul settore, e l’atteggiamento di un gruppo come ONIRO, è significativo, dopo che lo scorso anno erano state proprio alcune grandi aziende lombarde a operare una ritirata strategica dai costi di un Salone a scartamento ridotto. Cosa vi attendete? “La nostra presenza sarà importante e ricca di significato. A Milano Rho avremo una superficie di 1600 mq., suddivisi tra i fashion brand Roberto Cavalli Home Interiors, Gianfranco Ferré Home ed ETRO Home Interiors e Jumbo Collection, storico marchio che propone collezioni di arredo classico. ‘Special Guest’ di quest’ultimo spazio è il nostro brand di design sperimentale JCP Universe”.

   

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Si rianimerà anche la città, con e oltre gli appuntamenti di FuoriSalone. Moreno Brambilla spiega: “Nel nostro Showroom milanese presenteremo nuovi progetti firmati ONIRO Lab. Il laboratorio sperimentale di ONIRO Group indagherà sul tema del sogno sia all’interno che all’esterno dello spazio”. E sempre in città, in collaborazione con i fashion brand, ci saranno assortimenti e istallazioni ad hoc”. Le imprese non abbassano la guardia, e anche un settore apparentemente secondario come l’arredobagno sta reagendo con decisione. “Ci aspettiamo molto dal Salone – dice Elia Vismara, presidente Assobagno e ad di Vismara Vetro – Nel 2021 abbiamo fatturato un miliardo e 400 milioni, +11 per cento. Nei primi 6 mesi del 2022 è andata bene come fatturato, ma vedremo quanto inciderà l’aumento dei prezzi, anche perché i costi sono aumentati in modo vertiginoso”. Più della guerra e del “caso betulla”, ora conta l’ottimismo. 

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