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GranMilano

La Milano che non si ferma (nonostante il coprifuoco)

Daniele Bonecchi

Dalle Olimpiadi del 2026 al cantiere Mind, c’è una città che guarda oltre il Covid e progetta

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Da oggi scatta il lockdown a scacchiera in Lombardia e nel prossimo weekend i centri commerciali (non alimentari) saranno costretti a chiudere. Scelta difficile e coraggiosa per il governatore Attilio Fontana, stavolta spalleggiato dal sindaco Beppe Sala, assai preoccupato: la situazione Covid ieri si è aggravata. Nella laboriosa Milano però c’è chi guarda oltre la tempesta e il coprifuoco. Nuovi progetti partono.

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Da oggi scatta il lockdown a scacchiera in Lombardia e nel prossimo weekend i centri commerciali (non alimentari) saranno costretti a chiudere. Scelta difficile e coraggiosa per il governatore Attilio Fontana, stavolta spalleggiato dal sindaco Beppe Sala, assai preoccupato: la situazione Covid ieri si è aggravata. Nella laboriosa Milano però c’è chi guarda oltre la tempesta e il coprifuoco. Nuovi progetti partono.

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Pensando alle Olimpiadi invernali 2026, le imprese lombarde e venete hanno messo assieme le forze per fare sinergia, anche perché le due regioni, da sole, producono oltre il 30 per cento del Pil nazionale. L’intesa favorisce la partecipazione alle selezioni di prodotti, servizi e forniture indette dalla Fondazione Milano-Cortina per l’evento olimpico. Una dimostrazione che “i Giochi di Milano Cortina non possono aspettare il 2026 e devono cominciare subito”, dice Vincenzo Novari, amministratore delegato della Fondazione Milano Cortina 2026. “La nostra sfida è organizzare un grande evento globale valorizzando le eccellenze locali in un quadro di sostenibilità economica, ambientale, sociale. E senza pesare sulle tasche dei cittadini”. Le Olimpiadi Milano Cortina possono rappresentare per la Lombardia una grande opportunità di crescita, di sviluppo, di ammodernamento. Per le infrastrutture e per mettere in sicurezza le competizioni. “Questo darebbe un ulteriore segnale di forza del made in Italy nel mondo oltre a testimoniare la qualità e la variegata capacità produttiva manifatturiera della nostra regione, con effetti importanti anche in termini di ricaduta economica per tutti i nostri territori” dice Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia.

 

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L’area ex Expo è il termometro della capacità d’innovazione di Milano. “Il progetto Mind sta procedendo in modo spedito”, conferma Igor de Biasio, ad della società che sta creando un futuro per il grande circo che ha saputo stupire il mondo. “La conferma che la formula pubblico-privato risulta vincente. Perché ha saputo costruire un ecosistema che funziona. E anche il distretto “’scienze della vita’ è un modello che funziona, che convince le aziende a venire a Mind. Anche perché trovano qui da noi le risposte che a Barcellona o Berlino non ci sono. Si tratta di un valore aggiunto che, in un momento complesso come questo, riesce a offrire risposte affidabili”. La dimostrazione che la partnership pubblico-privato funziona si evince dalla mole di investimenti, infatti il gruppo Lendlease ne mette in campo circa il doppio”.

 

Dunque il Covid non ha fermato né rallentato Mind e infatti nessuna delle aziende che partecipano al progetto ha disdetto la propria presenza. “A giugno è stata firmata la convenzione tra Arexpo e Lendlease, questo permette di partire subito con lo sviluppo privato. Sono un centinaio le aziende che hanno fatto richiesta di insediarsi e continuano ad aumentare. Il Nuovo Ospedale Galeazzi sta andando avanti e sono praticamente al tetto. La Statale ha chiuso il bando per costruire il Campus in project financing, entro fine mese l’assegnazione a Lendlease. Human Technopole, in collaborazione con il ministero dell’Miur, lancia il progetto dell’Early career fellowship programme: un investimento di un milione l’anno per cinque borse di studio destinate a giovani scienziati per sostenere la loro attività di ricerca presso istituti e università italiane.

 

Intanto il Politecnico di Milano ha raccolto le maggiori università italiane per dare vita alla fondazione Italian higher education with Africa, che si propone di sviluppare, con adeguate metodologie scientifiche interdisciplinari, la didattica, la formazione, il perfezionamento degli studenti residenti nei paesi africani e di promuovere percorsi di supporto, aggiornamento per personale e corpo docente delle università locali. Un modo intelligente per alimentare la cooperazione con uno dei punti chiave dello sviluppo prossimo futuro.

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Previsto anche un master, che sarà avviato nel 2021, ispirato all’Agenda 2030 e all’Agenda 2063, che prevede diversi moduli teorici e pratici ciascuno gestito da docenti delle università della Fondazione IHEA favorendo al contempo la partecipazione attiva di docenti delle università africane stesse. Obiettivo, disegnare percorsi di laurea innovativi, in particolare nei campi civile e ambientale, meccanico ed energetico, agroalimentare e del cultural heritage e insieme promuovere la qualità didattica e del sistema educativo italiano, come primo esempio pilota di “transnational education” per il nostro paese.

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