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GranMilano

I Carabinieri che hanno “accompagnato” Milano nel lockdown. Un libro di foto

Paola Bulbarelli

Il difficile lavoro dei militari in una città mai vista, deserta e silenziosa. Un album di scatti in bianco e nero ci restituisce quei giorni indimenticabili 

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C’è piazza Duomo. Ci sono la Galleria, corso Venezia, corso Vittorio Emanuele, piazza Scala, piazza Castello. Ma non solo il centro. Anche i lunghi viali della periferia, quelli che portano a Milano, di solito così pieni di traffico da essere, in certi orari, solo lunghi serpentoni di auto. Invece niente. Solo vuoto, silenzio, solitudine. Desolazione. La paura non si può vedere, ma ognuno se la ricorda, in quei giorni, assieme a un senso però di sicurezza, di essere in buone mani, che qualcuno stava pensando alla città. La bellezza di una città improbabile eppure suggestiva in ogni angolo, nonostante il Covid. Tutto testimoniato nelle fotografie di Carlo Mari raccolte nel libro “Io Milano” edito da Skira. Il sottotitolo dice tutto: “Aprile 2020, la città vista dai Carabinieri attraverso l’occhio di un fotografo”. Mari ha documentato il difficile lavoro dell’Arma per custodire la città durante il lockdown fermando il tempo in centinaia di clic di una Milano deserta e illuminata da una luce che il bianco e nero rende a volte irreale, nel periodo più duro e difficile dell’emergenza.

 

Un ordine perfetto apparente dove la mancanza dell’uomo si fa ancora più struggente. Dove non si percepiscono la velocità e la frenesia del lavoro, della capitale del fashion, del design, delle week. Una Milano che solo una pandemia poteva rendere così inaspettatamente ferita ma pronta a ripartire. Saranno quelle figure, spesso protagoniste delle fotografie, a rassicurare il futuro: Carabinieri in moto, sulle auto, in un saluto con i volontari della Croce Rossa, sull’elicottero, a piedi. Pronti al controllo e alla tutela 24 ore al giorno. “In uno dei momenti più difficili per Milano – racconta il vice Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Gaetano Angelo Maruccia – attanagliata dalla morsa di un nemico tanto astratto quanto pericolosamente strisciante e letale, Carlo Mari mi propose di fornirgli assistenza nella realizzazione di un servizio fotografico che lasciasse una testimonianza tangibile di quel periodo, vissuto dalla cittadinanza in una situazione irreale”. Ne è scaturito un volume di circa duecento pagine di immagini in bianco e nero dall’alto potere evocativo. Ognuna ‘delle quali ’riporta giorno e ora in cui è stata scattata. Qualche tentennamento iniziale non è mancato. “Come pensare a delle fotografie mentre stavamo combattendo contro una delle più pesanti e inaspettate emergenze della nostra storia? E invece mi sbagliavo. Testimoniare era necessario”.

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Grazie allo sguardo attento dell’artista e lo scatto del fotografo, le foto di Mari restituiscono luoghi e spazi che parevano solo attendere. E i Carabinieri a riprova della loro indispensabile presenza. “Oggi – continua il generale Maruccia – nel visionare con maggiore serenità l’ottimo lavoro svolto, mi rallegro per il suo intuito e per la grande capacità di lasciare una testimonianza viva di un periodo difficile, che le foto artistiche da lui realizzate rendono nella loro scorrevole semplicità meglio di qualunque commento scritto”. Uno stimolo per ricominciare, meglio se con garbo e rispetto dopo una tale esperienza, non ancora finita. “I Carabinieri, in una fase così delicata, non hanno ‘controllato’ la città ma l’hanno ‘accompagnata’. C’è una differenza tra controllare e accompagnare. Il nostro compito, il compito dell’Arma, è certamente quello di controllare che tutto si svolga secondo giustizia ma noi, nel controllare, abbiamo anche accompagnato una città smarrita, confusa e disorientata. Siamo stati attenti a seguirne il palpito dolente”.  Non solo il libro ma anche una mostra che vedrà queste fotografie in primo piano e che rimarrà allestita dal 7 novembre all’11 gennaio 2021 nel chiostro delle Gallerie d’Italia a Milano. L’anteprima il 6  alla presenza del sindaco di Milano, del prefetto, del Vicecomandante generale dell’Arma dei Carabinieri Gaetano Angelo Maruccia, del presidente di Skira Massimo Vitta Zelman, di Mosé Franchi, direttore di Image Magazine e, ovviamente, l’autore Carlo Mari. 

 

“La generosità artistica di Carlo Mari non è inferiore alla sua generosità tangibilmente dimostrata donando gli introiti derivanti dalla commercializzazione del libro all’Opera nazionale di Assistenza agli Orfani dei Militari dell’Arma, tra le cui fila si sono purtroppo aggiunti i figli dei Carabinieri sopraffatti dal Covid-19, ben sei solo nel Comando interregionale Pastrengo, che in quel non facile periodo ho avuto l’onere, ma anche il prestigio, di comandare. E’ al loro servizio e alla loro memoria che ritengo debbano essere dedicate queste fotografie”. 

 

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