L'Anm attacca Renzi, ma i pm di Firenze si delegittimano da soli

Ermes Antonucci

Piuttosto che prendersela con l'ex premier, l’Associazione nazionale magistrati dovrebbe chiarire come mai il pm Luca Turco ha inviato al Copasir atti dell'indagine Open che invece secondo la Cassazione avrebbe dovuto distruggere

L’Associazione nazionale magistrati è intervenuta in difesa dei pubblici ministeri di Firenze criticati da Matteo Renzi in vista dell’udienza di venerdì del processo sull’ex fondazione Open. Due sono gli elementi che sorprendono della reazione avuta dal sindacato delle toghe. Il primo elemento riguarda il tempismo con cui l’Anm è intervenuta a tutela dei pm fiorentini criticati il giorno prima da Renzi. A neanche ventiquattro ore di distanza, l’Anm ha affermato che le dichiarazioni dell’ex premier (colpevole di aver additato i pm “come autori di condotte ‘eversive’ e ‘scandalose’, nonché di tesi accusatorie ‘farneticanti’ e ‘strampalate’”) “possono portare a una pericolosa delegittimazione dell'operato della magistratura agli occhi dell’opinione pubblica”. “L’esercizio dell'inviolabile diritto di difesa dell'imputato, come pure del diritto di critica sugli atti e sui provvedimenti della magistratura – ha aggiunto l’Anm nella nota – non dovrebbe mai travalicare in offesa alla stessa funzione giudiziaria, la cui immagine di imparzialità e terzietà va costantemente preservata, costituendo patrimonio indispensabile per la stessa vita democratica del paese”.

 

L’originalità del tempismo emerge ancor di più se si tiene conto che la stessa Anm, di recente, ha impiegato più di una settimana prima di prendere posizione sul caso delle critiche rivolte dall’Ocse ai giudici italiani, incredibilmente accusati di assolvere troppo nei processi per corruzione internazionale. Lo ha fatto solo in seguito all’emergere di malumori sempre più diffusi tra i magistrati. Non solo: inizialmente il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, interpellato dal Foglio aveva pure escluso “un problema di lesione dell’indipendenza dei giudici”.

 

Il secondo elemento di sorpresa nell’intervento dell’Anm sta nel riferimento ai concetti “di imparzialità e terzietà”, che si sostiene siano stati danneggiati da Renzi. Il punto è che l’ex premier nella sua newsletter (e nell’ultima edizione del suo libro, “Il Mostro”) si è limitato a riprendere alcuni dati di fatto, pur condendoli con commenti piuttosto espliciti: “Ritengo eversivo il comportamento di Luca Turco che non rispetta nemmeno le sentenze della Cassazione. Ritengo scandaloso l’operato di Nastasi, il pm che prima di occuparsi di me ha seguito la tragica vicenda David Rossi a Siena: e chi conosce quella storia sa che è difficile trovare indagini fatte così male come quella”. Nella replica all’Anm, Renzi ha ricordato anche la vicenda dell’ex procuratore di Firenze, Giuseppe Creazzo, sanzionato disciplinarmente dal Csm con l’accusa di aver molestato sessualmente una collega. Si potrà discutere del linguaggio diretto utilizzato da Renzi, ma non delle circostanze da lui riportate.

 

Tra queste, assume particolare importanza quella riguardante l’operato del procuratore aggiunto di Firenze Luca Turco, già raccontata su queste pagine lo scorso aprile, ma che ora ha trovato conferma definitiva nella nuova edizione del libro di Renzi. Lo scorso 18 febbraio la Corte di Cassazione ha dichiarato illegittimo il sequestro dei documenti effettuato nei confronti di Marco Carrai, tra gli indagati nel caso Open, disponendo “la restituzione di quanto in sequestro all’avente diritto senza trattenimento di copia dei dati”. Nonostante ciò, nel marzo 2022 Turco ha deciso comunque di trasmettere i documenti al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, che aveva chiesto copia alla procura: “Considerate le finalità istituzionali del Comitato, non condizionato da regole processuali, ritengo doveroso trasmettere anche le sopra indicate annotazioni unitamente alla copia forense del materiale sequestrato al predetto Carrai”, si legge in una nota firmata dal procuratore aggiunto Turco inviata al Copasir insieme ai materiali.

 

Il pm, cioè, ha ignorato l’ordine della Cassazione di distruggere la documentazione illegittimamente sequestrata e l’ha inviata al Copasir. A proposito di imparzialità e terzietà, forse l’Anm farebbe bene a partire da qui.