Così Draghi (o la paura delle urne) ha trasformato il M5s da partito dei magistrati in quello dei responsabili

Ermes Antonucci

Il Movimento 5 Stelle vota a favore della riforma Cartabia, contro la quale le toghe hanno scioperato. Santalucia (presidente Anm): "Riforma non rispettosa della Costituzione". Maiorino (M5s): "C'era urgenza di approvarla"

Mai prima dell’avvento del governo Draghi qualcuno avrebbe immaginato che un giorno il Movimento 5 stelle, il partito delle toghe e delle manette, avrebbe votato una riforma contro la quale l’Associazione nazionale magistrati ha scioperato, definendola “un rischio per l’autonomia e l’indipendenza dei magistrati”. Invece è ciò che è accaduto con l’approvazione definitiva del testo Cartabia. La riforma prevede alcune disposizioni su cui i grillini un tempo avrebbero fatto le barricate: separazione quasi totale delle funzioni tra pubblici ministeri e giudici, voto agli avvocati nei consigli giudiziari per le valutazioni dei magistrati, istituzione di un fascicolo delle performance che tenga conto anche dei risultati giudiziari ottenuti dai magistrati, nuovi illeciti disciplinari (anche per tutelare la presunzione di innocenza degli indagati). 

  

Interpellato dal Foglio, il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, conferma il giudizio negativo delle toghe sul provvedimento: “Consentire un solo passaggio di funzioni per noi significa separare le carriere. In questo modo abbiamo tagliato l’erba sotto ai piedi alla Costituzione, senza modificarla, ma eludendola. In secondo luogo, c’è un abuso della leva disciplinare per i magistrati. Con questa riforma abbiamo fattispecie vaghe, generiche, sovrabbondanti, che mettono a rischio l’indipendenza interna. Resta poi il problema della valutazione della professionalità. E’ previsto un fascicolo onnivoro, che dovrà contenere tutta la produzione quadriennale del magistrato, con un campione anche delle sentenze dei gradi successivi. Si tratta di un messaggio culturale che va in direzione del conformismo giudiziario”. 

 

Eppure questa riforma, che ora viene definita da Santalucia “non rispettosa della Costituzione”, è stata votata anche dai Cinque stelle. Per questo chiediamo al presidente dell’Anm se non si sente deluso rispetto alla mancata opposizione mostrata dai partiti tradizionalmente vicini alle istanze togate: “La delusione non riguarda forze politiche in particolare, ma il Parlamento nella sua interezza, da cui ci aspettavamo ascolto. Noi parliamo con tutti”, replica Santalucia.

 

E però qualcosa è avvenuto. I grillini, un tempo abituati a battagliare, a occupare i banchi del Parlamento e persino a organizzare Aventini, stavolta hanno digerito tutto, senza battere ciglio, votando sì alla riforma osteggiata dalla magistratura e persino rimproverando i capricci di Matteo Salvini e della Lega. “Sappiamo benissimo che l’Anm e moltissimi magistrati hanno da ridire su questa riforma, ci siamo confrontati con loro praticamente ogni giorno, ed è proprio per questo diciamo che non è la migliore delle riforme possibili”, spiega al Foglio la senatrice Alessandra Maiorino, capogruppo del M5s in commissione Giustizia al Senato. “E’ evidente che una riforma della giustizia che deve mettere d’accordo da Forza Italia a Leu non può soddisfare pienamente nessuno”, aggiunge Maiorino, che per spiegare lo scarso “vigore” mostrato dal M5s nel controbattere alle iniziative degli altri partiti cita i numeri dei grillini al Senato: “Noi eravamo veramente in minoranza, come potevamo far prevalere in tutto il nostro punto di vista? E’ impossibile, siamo in democrazia”.

 

Non solo. L’esponente pentastellata sottolinea anche il senso di responsabilità fatto proprio dal Movimento:Si trattava veramente di una riforma su cui il governo si giocava la faccia, anche se si considera l’urgenza di eleggere il nuovo Csm. Bisognava andare in buca adesso, non c’era più tempo”. 

 

Insomma, sarà Draghi, sarà la paura di andare alle urne con il taglio del numero dei parlamentari, ma il M5s sembra essersi trasformato dal partito dei magistrati in quello dei responsabili, tanto da tirare pure le orecchie ad alcuni alleati di governo che sulla riforma Cartabia si sono spinti troppo in là: “Sono molto indispettita dal comportamento tenuto da Lega e Italia viva – dice Maiorino – Certi comportamenti dovrebbero avere conseguenze, altrimenti è un liberi tutti. E’ necessaria una riflessione all’interno della maggioranza”. 

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