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riaprire il dibattito

“La sinistra abbia coraggio, votiamo sì ai referendum sulla giustizia”

Massimiliano Smeriglio

I quesiti referendari rilanciano il dibattito sul diritto e trattano aspetti fondamentali della vita di tutti. Un appello dell'europarlamentare Massimiliano Smeriglio

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Il dibattito sulla giustizia e l’organizzazione della magistratura non deve essere consegnato esclusivamente agli addetti ai lavori. Dovrebbe invece essere fatto alla luce del sole proprio perché tocca aspetti fondamentali della vita dei cittadini e delle cittadine. Il fatto stesso che si voterà a giugno in un’unica giornata può mettere in difficoltà la partecipazione democratica. I referendum sono stati fin qui oggetto di pochissime trasmissioni di approfondimento, e quasi mai se ne è parlato in prima fascia, nei telegiornali e nei programmi di divulgazione generalista. Un vulnus a cui è importante porre al più presto rimedio. In fondo il servizio pubblico serve anche a questo.

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Il dibattito sulla giustizia e l’organizzazione della magistratura non deve essere consegnato esclusivamente agli addetti ai lavori. Dovrebbe invece essere fatto alla luce del sole proprio perché tocca aspetti fondamentali della vita dei cittadini e delle cittadine. Il fatto stesso che si voterà a giugno in un’unica giornata può mettere in difficoltà la partecipazione democratica. I referendum sono stati fin qui oggetto di pochissime trasmissioni di approfondimento, e quasi mai se ne è parlato in prima fascia, nei telegiornali e nei programmi di divulgazione generalista. Un vulnus a cui è importante porre al più presto rimedio. In fondo il servizio pubblico serve anche a questo.

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Credo anche che su questo tema la sinistra dovrebbe avere più coraggio. Il primo obiettivo riaprire un dibattito sulla giustizia che attraversi la società e che segni l’agenda politica per i prossimi anni. La giustizia che non funziona lede diritti, rende più fragili le istituzioni, crea incertezza per chi vuole investire. Ovviamente i referendum possono anche ispirare un’adeguata iniziativa parlamentare. 

 

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A partire dal quesito sulla separazione delle funzioni dei magistrati. Credo sia importante che tra le carriere dei giudici giudicanti e dei pubblici ministeri venga marcata una differenza più netta. Questo a tutela dell’equilibrio processuale e dei diritti della difesa. Il Consiglio superiore della magistratura resterebbe come organo generale e universale di garanzia e raccordo, ma credo che mettere dei paletti chiari evitando la commistione di funzioni aiuti il sistema nel suo complesso a risultare non soltanto più leggibile e coerente, ma anche più efficace.

 

Altro quesito fondamentale riguarda la legge Severino. L’applicazione di oggi determina il decadimento automatico da cariche elettive e l’incandidabilità nelle liste elettorali per chi sia stato condannato anche il primo grado di giudizio e perfino per reati minori come l’abuso di ufficio. Trovo questo automatismo ai limiti della costituzionalità per chi non sia incorso in condanna in via definitiva e reputo più opportuno che la valutazione venga effettuata da un giudice in grado di intervenire caso per caso.

 

Penso infine all’aberrazione della carcerazione preventiva, uno strumento oggi fuori controllo capace di colpire prevalentemente i poveri cristi, chi non dispone di strumenti per un’adeguata difesa. Spesso usato indiscriminatamente, non solo nei casi di pericolosità sociale o di rischio conclamato di reiterazione del reato. Ci sono persone che passano in carcere mesi, addirittura in alcune circostanze anni in attesa di giudizio. Fatte salve le istanze che riguardano alcuni casi limite il legislatore potrebbe operare per raddrizzare l’attuale stortura, evitando violazioni plateali dello Stato di diritto e perfino dello stesso habeas corpus, ovvero l’inviolabilità della persona. 

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Credo dunque che i referendum del 12 giugno siano l’occasione giusta per segnare un punto, riaprire un confronto, riportare un tema fondamentale al centro del dibattito pubblico. Senza paura. Perché la giustizia non riguarda solo chi la esercita e amministra, ma la qualità e la credibilità delle istituzioni fondamentali della Repubblica.

 

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Massimiliano Smeriglio, parlamentare europeo e coordinatore S&D in commissione Cultura

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