Marta Cartabia (Ansa)

La riforma

Cartabia "a oltranza": lunedì un tavolo per superare l'impasse sull'elezione del Csm

Redazione

La Guardasigilli convoca una nuova riunione per risolvere le spaccature nelle maggioranza. Il principale ostacolo è il sorteggio. Lega e Italia viva lo vorrebbero, ma per il ministero è incostituzionale. Il Pd spinge per una mediazione, ma il M5s potrebbe fare asse con la destra

Allontare lo spettro di un nuovo voto di fiducia e trovare una difficile quadra sulla riforma del Csm, in fretta: l'appuntamento è per lunedì quando, convocati dal ministro della Giustizia, i rappresentanti dei partiti si riuniranno intorno a un tavolo. "A oltranza", come ha fatto sapere la stessa Marta Cartabia, per superare definitivamente l'impasse sul sistema elettorale dei togati, il principale ostacolo.

Il principio di base è sempre lo stesso: eliminare una volta per tutte le spartizioni correntizie che inquinano la magistratura. Un assunto condiviso in Parlamento in maniera trasversale, almeno fino a quando non si parla di sorteggio. È questa la questione più delicata, perché il sorteggio, anche nelle sua versione cosiddetta "temperata" -  si verificano i requisiti dei giudici, si procede al sorteggio che definisce i possibili candidati, poi si vota su quelli -  è una via sulla quale al ministero nutrono forti dubbi di costituzionalità. E non da oggi, Cartabia ha espresso più volte le sue riserve.
 

 

Non sono di questo avviso, tuttavia, i partiti della destra di governo, Lega e Forza Italia, ma anche Italia viva, che invece continuano a vedere nel sorteggio la soluzione migliore. Ruoterà intorno a questo punto la discussione e dovrà essere una discussione rapida perché il 19 aprile il testo della riforma è stato calendarizzato alla Camera. Anche perché dovrà poi passare per il Senato ed essere approvata prima dell'elezione del nuovo Csm, in programma a luglio. L'obiettivo è arrivare a quella data senza spaccature nella maggioranza. "È necessario e di grande urgenza approvare nuove regole" ha detto ieri il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha voluto in qualche modo sollecitare le forze politiche e richiamarle alla responsabilità.

 

Ma non sarà una strada facile. Sempre ieri, Cartabia ha invitato i partiti a ragionare su tutte le ipotesi e a mediare, considerando sì il sorteggio ma per quanto riguarda la formazione dei collegi elettorali. La Guardasigilli ha anche ricordato come sia stato già presentato un emendamento in questo senso. Una proposta che "non affronta le reali criticità, tira fuori un sistema vecchio e già superato. Non ci vuole il sorteggio dei collegi ma dei componenti. L'unico rimedio è il sorteggio temperato", è la posizione espressa da Cosimo Maria Ferri, deputato di Italia viva e componente della commissione Giustizia della Camera: "Ci vuole coraggio. Per ora purtroppo vedo un sistema su misura delle correnti. Questo non è cambiamento". 

 

Si riferiva alla ministra appunto ma anche a Giulia Bongiorno, che insieme ad altri leghisti propone quest'altro tipo di modifica: sorteggiare gli elettori e non gli eleggibili, grazie a collegi composti a sorte. Un emendamento - sostiene Bongiorno - a prova di Costituzione, di cui avrebbe già parlato con la responsabile del dicastero della Giustizia e "potrebbe essere una soluzione finalmente incisiva". E se il Pd continua a tenersi a metà del guado, spingendo per il compromesso, altre grane potrebbero invece arrivare dal Movimento 5 stelle, pronto a rilanciare sul sorteggio tanto caro a quei Sebastiano Ardita e Nino Di Matteo, che in materia hanno più di un'influenza sul leader grillino Giuseppe Conte. E dunque non si può escludere che i grillini possano diventare una preziosa sponda per la destra.

 

E c'è poi un'altra questione che dovrà essere affrontata, quella sulle "porte girevoli" della Giustizia: un tema rispetto a cui la Guardasiggilli si è detta "fiduciosa",  e su cui sono stati fatti "passi in avanti". Tutti d'accordo insomma sulla la necessità di vietare ai magistrati che ricoprono cariche elettive di tornare a fare i giudici. Bisognerà tuttavia sfumare alcune posizioni relative a dettagli tecnici insieme a quelle relative ad incarichi particolari, non elettivi ma comunque politici. Si tratta di un tema che verrà affrontato dai referendum del 12 giugno e anche questo potrebbe giocare un ruolo nella discussione. Sul tavolo inoltre potrebbero esserci le questioni relative all'illecito per i pm che vìolano la presunzione d'innocenza .

Sarà tutto più chiaro lunedì mattina, Cartabia l'ha già fatto sapere: l'intenzione è quella di rileggere la riforma e gli emendamenti così da avere un testo definitivo da portare alla Camera. La Guardasigilli vorrebbe anche la garanzia che lo stesso accordo possa approdare poi in Senato. Ma questo appare più difficile, Italia viva e Lega hanno lasciato intendere che per Palazzo Madama, al momento, non possono - o non vogliono - offrire garanzie.

L'intenzione del governo, come era emerso già dal Cdm che ha licenziato la riforma era quella di evitare scontri in Aula, confidando nella sintesi parlamentare. Ma adesso che i partiti continuano a spingere sul sorteggio nonostante i ripetuti avvertimenti di Cartabia, se davvero si dovesse arrivare allo scontro, allora anche un voto di fiducia potrebbe davvero rappresentare l'ultimo sentiero percorribile per portare a casa il provvedimento. 

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