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Editoriali

Cortocircuiti della giustizia spettacolo

Redazione

La Cassazione difende Gratteri punendo un pg che ha osato criticare Gratteri

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Le sezioni unite civili della Cassazione hanno confermato la sanzione del trasferimento e del demansionamento decisa dal Csm nei confronti dell’ex procuratore generale di Catanzaro Otello Lupacchini, “colpevole” di aver criticato il collega Nicola Gratteri. Lupacchini è stato trasferito da Catanzaro a Torino e declassato a sostituto procuratore generale. La colpa del magistrato è di aver rilasciato un’intervista televisiva all’indomani della maxi operazione contro la ’ndrangheta “Rinascita-Scott”, lanciata nel dicembre 2019 dalla procura di Catanzaro guidata da Gratteri, con 334 arresti in tutta Italia.

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Le sezioni unite civili della Cassazione hanno confermato la sanzione del trasferimento e del demansionamento decisa dal Csm nei confronti dell’ex procuratore generale di Catanzaro Otello Lupacchini, “colpevole” di aver criticato il collega Nicola Gratteri. Lupacchini è stato trasferito da Catanzaro a Torino e declassato a sostituto procuratore generale. La colpa del magistrato è di aver rilasciato un’intervista televisiva all’indomani della maxi operazione contro la ’ndrangheta “Rinascita-Scott”, lanciata nel dicembre 2019 dalla procura di Catanzaro guidata da Gratteri, con 334 arresti in tutta Italia.

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Mentre era in corso il processo di “beatificazione” collettiva di Gratteri, Lupacchini criticò la mancanza di coordinamento da parte della procura di Catanzaro: “Sebbene possa sembrare paradossale, non so nulla di più di quanto pubblicato dalla stampa, in quanto c’è la buona abitudine da parte della procura distrettuale di Catanzaro di saltare tutte le regole di coordinamento e collegamento con la procura generale”. L’allora pg di Catanzaro fece inoltre riferimento all’“evanescenza di molte operazioni” condotte in passato da Gratteri.

 

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Tanto bastò al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e al pg della Cassazione, Giovanni Salvi, per chiedere l’avvio di un’azione disciplinare a carico di Lupacchini e il suo trasferimento d’ufficio, richieste accolte dal Csm a gennaio e ora confermate dalla Cassazione. Per i giudici Lupacchini si è espresso “in un’intervista televisiva, con conseguente clamore mediatico, e quindi non certo in una conversazione privata e confidenziale, e, per giunta, con toni ritenuti oggettivamente denigratori” nei confronti di Gratteri. Il colmo, se si considera che i dettagli dell’inchiesta furono comunicati da Gratteri in una conferenza stampa, in diretta tv, con gli indagati rappresentati come colpevoli già accertati.

 

Per la cronaca, nelle settimane successive quasi la metà delle 334 misure di custodia cautelare chieste e ottenute dalla procura di Gratteri furono annullate o riformate dal gip e dal tribunale del Riesame. Anche il mancato coordinamento tra gli uffici denunciato da Lupacchini sembra non interessare. L’ordine è chiaro: vietato criticare Gratteri.

 

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