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Editoriali

Dell'inchiesta su Open resta solo il fango

Redazione

La Cassazione annulla i sequestri e le perquisizioni nell'ambito dell'indagine sull'ex fondazione renziana. "Qualcuno dovrebbe scusarsi per le tonnellate di fango che ci hanno buttato addosso", dice il leader di Italia Viva 

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Duro colpo per l’inchiesta avviata dalla procura di Firenze sull’ex fondazione renziana Open. La Corte di Cassazione ha infatti accolto il ricorso presentato dai legali dell’imprenditore Marco Carrai contro il sequestro di documenti e pc disposto lo scorso novembre su richiesta dei pm (l’aggiunto Luca Turco e il sostituto Antonino Nastasi, coordinati dal procuratore capo Giuseppe Creazzo) nell’ambito dell’indagine che ipotizza l’illecito di finanziamento ai partiti.

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Duro colpo per l’inchiesta avviata dalla procura di Firenze sull’ex fondazione renziana Open. La Corte di Cassazione ha infatti accolto il ricorso presentato dai legali dell’imprenditore Marco Carrai contro il sequestro di documenti e pc disposto lo scorso novembre su richiesta dei pm (l’aggiunto Luca Turco e il sostituto Antonino Nastasi, coordinati dal procuratore capo Giuseppe Creazzo) nell’ambito dell’indagine che ipotizza l’illecito di finanziamento ai partiti.

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Il provvedimento di sequestro è stato annullato con rinvio. La Cassazione ha annullato (senza rinvio) anche il sequestro nei confronti del finanziere Davide Serra, non indagato ma all’epoca anch’egli perquisito nell’ambito della stessa indagine sulla fondazione. L’inchiesta, dopo una prima iscrizione nel registro degli indagati del presidente della fondazione Alberto Bianchi (con l’accusa di traffico di influenze illecite), esplose la mattina del 26 novembre 2019, quando la guardia di finanza eseguì – in pompa magna – una maxi operazione con oltre venti perquisizioni in tutta Italia nei confronti di imprenditori che nel corso degli anni hanno finanziato la fondazione vicina a Matteo Renzi (chiusa nel 2018).

 

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Secondo l’accusa, Open sarebbe stata una vera e propria “articolazione di partito”, impiegata come strumento di finanziamento illecito, tanto da rimborsare spese ad alcuni parlamentari e mettere a loro disposizione carte di credito e bancomat. Dall’altro lato, i vertici della fondazione avrebbero agito per favorire gli interessi dei finanziatori, intercedendo con il governo. Una tesi ora sconfessata dalla Cassazione, seppur ancora in fase cautelare. “In un mondo normale oggi qualcuno dovrebbe scusarsi per le tonnellate di fango che ci hanno buttato addosso. Non succederà e noi andremo avanti col sorriso e senza rancore. Ma chi pagherà per il danno politico, economico, mediatico, umano che abbiamo subito?”, si è chiesto Renzi su Facebook, commentando la vicenda.

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