PUBBLICITÁ

La chiamavano la Milano del sud, oggi Catania si lecca le ferite

Riccardo Lo Verso

Arriva la condanna in primo grado per il sindaco, accusato di peculato. Per la legge Severino rischia una sospensione di 18 mesi. Intanto l'amministrazione cittadina affonda nei debiti

PUBBLICITÁ

La chiamavano la Milano del Sud, e non era mica solo per gli aperitivi nelle strade del rinato centro storico e l'aria frizzante del movimento musicale. Oggi Catania si lecca le ferite. Il fascino resta intatto, ma ha quel tratto amaro della decadenza. Che per certi versi affascina, ma per altri intristisce. È la politica, anche e soprattutto la politica, che dovrebbe porsi delle domande. L'amministrazione cittadina affonda nei debiti, accumulati in decenni di mala gestio. All'orizzonte c'è il caos. Il sindaco Salvo Pogliese è stato oggi condannato a Palermo per le cosiddette “spese pazze” dei gruppi parlamentari dell'Assemblea regionale siciliana. Quattro anni e tre mesi per peculato.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


La chiamavano la Milano del Sud, e non era mica solo per gli aperitivi nelle strade del rinato centro storico e l'aria frizzante del movimento musicale. Oggi Catania si lecca le ferite. Il fascino resta intatto, ma ha quel tratto amaro della decadenza. Che per certi versi affascina, ma per altri intristisce. È la politica, anche e soprattutto la politica, che dovrebbe porsi delle domande. L'amministrazione cittadina affonda nei debiti, accumulati in decenni di mala gestio. All'orizzonte c'è il caos. Il sindaco Salvo Pogliese è stato oggi condannato a Palermo per le cosiddette “spese pazze” dei gruppi parlamentari dell'Assemblea regionale siciliana. Quattro anni e tre mesi per peculato.

PUBBLICITÁ

     

La Procura di Palermo gli contestava di avere usato i soldi, quando era capogruppo del Popolo delle libertà, per cose che non la politica nulla c'entravano. Come il rifacimento degli infissi per lo studio del padre o la retta scolastica del figlio. Pogliese si è difeso sostenendo che gli era stata soltanto restituita una piccolissima parte dei tanti soldi da lui anticipati per mandare avanti la baracca politica. È una sentenza di primo grado, Pogliese avrà tempo e modo di difendersi in appello. Il punto è che alla luce della condanna adesso rischia, per via della legge Severino, una sospensione fino a diciotto mesi in attesa del giudizio definitivo. Di mezzo ci sono i tempi della giustizia italiana: basti pensare che l'inchiesta è iniziata nel 2014. Il Pdl non esiste più. Adesso il sindaco di Catania è uno dei fedelissimi siciliani di Giorgia Meloni. Dovrà farsi da parte probabilmente. Come si fece da parte, non rieletto dai catanesi, l'ex sindaco Enzo Bianco che ha pure le sue grane da affrontare.

  

PUBBLICITÁ

La Procura della Corte dei conti siciliana ha presentato a Bianco e alla sua giunta un conto salatissimo. I pm contabili hanno proposto l'applicazione della misura interdittiva per dieci anni e una sanzione pecuniaria venti volte la retribuzione mensile lorda. Un milione e 212 mila euro per avere provocato, tra il 2013 ed il 2018, il dissesto finanziario che ha messo in ginocchio la città. L'atto di accusa contabile è un pugno nello stomaco. Gli viene contestata “non solo l'omissione delle iniziative necessarie a fronteggiare le gravi irregolarità contabili e la rilevante crisi finanziaria in cui versava il Comune di Catania, ma anche una perdurante mala gestio nonché la palese e cosciente violazione dei principi di veridicità, attendibilità e universalità del bilancio, tutte cause che hanno determinato un ulteriore e progressivo aggravamento della situazione finanziaria dell'ente”.

  

Bianco, uomo forte del Pd, ministro dell'Interno del governo di Massimo D'Alema, più volte parlamentare nazionale, sindaco della primavera catanese dal 1993 al 2000, chiamato a rispondere di un buco milionario. Pogliese, sindaco dal 2018, dice che i debiti se li è ritrovati in eredità. Si potrebbe pure tirare in ballo Raffaele Stancanelli, sindaco di centrodestra dal 2008 al 2013, ma è al presente che bisogna guardare. Anche Bianco avrà tempo e modo di difendersi. Il punto è che la città il tempo in cui era la Milano del Sud l'ha visto sfiorire. Era la capitale dell'Etna Valley, dove ci si sentiva anni luce lontani dall'arretratezza tutta siciliana. Esiste ancora l'humus fatto di start up e una gran voglia di fare. Un sistema che vive e sopravvive alla mala gestio della politica e da cui si può ripartire. Sotto quale sindaco? Si vedrà.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ