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Sorpresa, non c'è gogna mediatica per i magistrati

Ermes Antonucci

I grandi giornali ignorano le nuove intercettazioni relative all’inchiesta sul “caso Palamara” e sulle cosiddette nomine pilotate al Csm. Dopo aver denunciato le presunte “leggi bavaglio”, alla fine il bavaglio se lo sono messi da soli

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Continua senza sosta la pubblicazione a puntate su alcuni giornali delle nuove intercettazioni relative all’inchiesta di Perugia sul “caso Palamara” e sulle cosiddette nomine pilotate al Consiglio superiore della magistratura. Anche stavolta, leggendo le conversazioni captate con il trojan inoculato nel telefono del pm romano, tutti hanno potuto riscoprire l’acqua calda, e cioè che dietro le nomine dei vertici degli uffici giudiziari si celano logiche correntizie e di carattere politico. Distorsioni che non coinvolgono certo il solo Palamara, bensì tutte le correnti togate, e che avrebbero dovuto essere affrontate molto tempo fa.

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Continua senza sosta la pubblicazione a puntate su alcuni giornali delle nuove intercettazioni relative all’inchiesta di Perugia sul “caso Palamara” e sulle cosiddette nomine pilotate al Consiglio superiore della magistratura. Anche stavolta, leggendo le conversazioni captate con il trojan inoculato nel telefono del pm romano, tutti hanno potuto riscoprire l’acqua calda, e cioè che dietro le nomine dei vertici degli uffici giudiziari si celano logiche correntizie e di carattere politico. Distorsioni che non coinvolgono certo il solo Palamara, bensì tutte le correnti togate, e che avrebbero dovuto essere affrontate molto tempo fa.

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C’è però un dettaglio in questa nuova ondata di sputtanamento mediatico-giudiziario che merita di essere sottolineato. È abbastanza incredibile, e specioso, ma anche rivelatore, che i cosiddetti grandi giornali che da sempre riempiono le proprie pagine con intercettazioni infamanti (e il più delle volte penalmente irrilevanti) su avversari politici o presunti tali, in questi giorni non abbiano pubblicato una sola riga delle intercettazioni tra Palamara e mezzo mondo togato (da consiglieri del Csm a magistrati distaccati al ministero della Giustizia).

 

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La pubblicazione a puntate delle nuove conversazioni private è infatti rimasta confinata al Fatto Quotidiano e alla Verità, mentre nessun cenno è apparso su Corriere della Sera, Repubblica, La Stampa e anche Il Sole 24 Ore, che pure possono vantare un ruolo di primo piano nello sdoganamento della gogna mediatica in Italia. Sarà per il coinvolgimento di alcuni magistrati cari al mondo di sinistra e milanese (come il procuratore capo di Milano Francesco Greco), sarà per la presenza nelle intercettazioni di alcune voci simbolo del fronte giustizialista (come il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho), fatto sta che i grandi giornali stavolta non hanno pubblicato una sola riga, rivelando così la logica di fondo, prettamente politica, che ha sempre accompagnato lo sputtanamento mediatico di politici e personaggi pubblici. Dopo aver denunciato per 25 anni presunte “leggi bavaglio”, alla fine il bavaglio se lo sono messi da soli. 

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