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Ultimatum del Parlamento europeo a Johnson: deal entro domenica

I vaccino days dell'Ue, le novità su Moderna e Novavax. La Cina condannata per il lavoro forzato degli uiguri e le nuove sanzioni contro la Bielorussia

David Carretta

Il Pe potrebbe non essere in grado di dare il suo assenso con il rischio di provocare una “hard Brexit” l'1 gennaio 2021, se non viene rispettata la scadenza. Secondo Barnier ci sono buoni progressi, ma l'ostacolo principale rimane la pesca. La telefonata tra von der Leyen e il premier britannico

Il Parlamento europeo ieri ha lanciato un ultimatum al primo ministro britannico, Boris Johnson, nel momento in cui i negoziati tra Unione Europea e Regno Unito sulle relazioni post Brexit sono entrati nella fase finale. Se non sarà raggiunto un “deal” entro domenica a mezzanotte, il Parlamento europeo potrebbe non essere in grado di dare il suo assenso con il rischio di provocare una “hard Brexit” l'1 gennaio 2021. I deputati sono “pronti a organizzare una sessione plenaria straordinaria verso la fine del mese di dicembre, nel caso in cui un accordo sia concluso di qui a domenica 20 dicembre a mezzanotte”, ha detto in una dichiarazione la conferenza dei presidenti del Parlamento europeo, dove siedono i leader dei gruppi politici, dopo un incontro con Michel Barnier.

 

Johnson e la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ieri sera hanno avuto un'altra conversazione telefonica. Ci sono "progressi sostanziali su molte questioni" ma "rimangono da colmare grosse differenze, in particolare sulla pesca", ha detto von der Leyen: "Sarà molto complicato". Il premier britannico ha usato toni più drammatici: "il tempo è molto poco e ora sembra molto probabile che un accordo non sarà raggiunto se la posizione dell'Ue non cambia in modo sostanziale", ha detto Johnson. Il premier britannico ha fatto sapere che sulla pesca "il Regno Unito non può accettare una situazione in cui è il solo paese sovrano al mondo che non sarebbe in grado di controllare l'accesso alle sue acque per un lungo periodo". Per Johnson la posizione dell'Ue sulla pesca "non è ragionevole" e per un accordo deve cambiare in modo "significativo". Nel gioco della drammatizzazione, tutto sommato il bilancio della telefonata appare positivo. "I negoziati continueranno domani (oggi per chi legge, ndr)", ha detto von der Leyen.

 

Durante la riunione con i leader del Parlamento europeo, Barnier avrebbe spiegato che arrivare a un accordo entro questa sera "è difficile ma possibile". In un Tweet il capo-negoziatore dell'Ue ha spiegato che ci sono "buoni progressi, ma rimangono gli ultimi ostacoli. Firmeremo solo un accordo che protegga gli interessi e i principi dell'Ue”. Dopo che Johnson ha ceduto sul cosiddetto “level playing field” (la parità di condizioni per evitare rischi di concorrenza sleale e dumping da parte britannica) l'ostacolo principale è quello della pesca. Secondo quanto ci è stato riferito, Barnier ha detto ai leader del Parlamento europeo che il Regno Unito insiste per poter chiudere in modo unilaterale l'accesso alle acque britanniche dopo un periodo transitorio durante il quale i pescatori potrebbero continuare ad avervi accesso. Altro elemento contenzioso, cosa fare con la zona tra le 6 e le 12 miglia dalla costa: il Regno Unito vuole che siano di uso esclusivo dei pescatori britannici.

 

Oggi la plenaria del Parlamento europeo tornerà a discutere di Brexit, ma diversi diplomatici degli stati membri hanno risposto con un sorriso all'ultimatum a Johnson. Nei negoziati sul post Brexit “ci sono state almeno dieci scadenze che non sono state rispettate”, ci ha detto uno di loro. I deputati sono preoccupati che un eventuale accordo di libero scambio entri in applicazione senza il consenso del Parlamento europeo. Se gli stati membri sono d'accordo per un'applicazione provvisoria, il consenso dei deputati non è giuridicamente indispensabile. In quel caso il Parlamento europeo potrebbe rinviare il voto in gennaio. La Commissione si è detta contraria per non creare un conflitto inter-istituzionale. Ma in caso di “deal” oltre la scadenza di questo fine settimana, tutti si aspettano che i 27 scelgano la strada dell'applicazione provvisoria facendo pressioni sul Parlamento europeo per accettare questa soluzione.

 

Almeno l'Eurostar continuerà a circolare anche in un “no deal”. Il Parlamento europeo ieri ha adottato le misure di emergenza proposte dalla Commissione per evitare l'interruzione del traffico ferroviario nel tunnel sotto la Manica a partire dal 1 gennaio 2021. Le licenze e i certificati di sicurezza saranno prorogati per due e nove mesi, così da dare a Francia e Regno Unito il tempo sufficiente per concludere un accordo bilaterale. Anche la frontiera tra Irlanda e Irlanda del nord dovrebbe rimanere aperta a prescindere dall'esito dei negoziati. Ieri il vicepresidente della Commissione, Maros Šefčovič, ha formalizzato con il cancelliere Michael Gove l'intesa raggiunta la scorsa settimana sulle soluzioni pratiche per implementare il Protocollo irlandese dell'accordo di recesso.

 


Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di venerdì 18 dicembre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

I Vaccino-days dell'Ue saranno tre - Ursula von der Leyen ha corretto il tiro annunciando ieri su Twitter che la vaccinazione negli stati membri dell'Unione europea inizierà il 27, 28 e 29 dicembre. Mercoledì la presidente della Commissione aveva detto davanti al Parlamento europeo che la vaccinazione sarebbe partita “lo stesso giorno” in tutta l'Ue, salvo essere smentita dai suoi portavoce e dal suo vicepresidente Margaritis Schinas. Interrogato dai giornalisti sull'annuncio di von der Leyen prima ancora del parere dell'Agenzia europea del farmaco (Ema), il suo portavoce Eric Mamer ieri è stato costretto a precisare che la partenza della vaccinazione è “ovviamente” condizionata al via libera dell'Ema nella riunione del 21 dicembre.

 

La consegna dei vaccini parte il 26 dicembre - Lo scenario allo studio a Bruxelles è il seguente. L'Ema dovrebbe dare la sua raccomandazione positiva sul vaccino Pfizer-BioNTech il 21 dicembre. Nei due giorni successivi la Commissione dovrebbe procedere alla consultazione degli stati membri attraverso la cosiddetta “comitologia”. Il 23 dicembre la Commissione dovrebbe  dare formalmente l'autorizzazione all'immissione del mercato. Le consegne dei vaccini Pfizer-BioNTech agli stati membri dell'Ue “inizieranno il 26 dicembre”, ha detto un altro portavoce della Commissione. Poi spetterà a “ciascuno stato membro organizzarsi” per procedere con le vaccinazioni, ha spiegato il portavoce. Nel frattempo, Francesco Guarascio di Reuters ha scoperto che la Commissione europea a luglio aveva rifiutato l'offerta di Pfizer e BioNTech di acquistare 500 milioni di dosi perché il prezzo era stato considerato eccessivo.

 

L'Ema anticipa al 6 gennaio il giudizio su Moderna - L'Agenzia europea del farmaco ieri ha annunciato una riunione straordinaria il 6 di gennaio per concludere "se possibile" la sua valutazione del vaccino contro il Covid-19 di Moderna. In caso di raccomandazione positiva, la Commissione potrebbe approvare l'immissione sul mercato del vaccino Moderna in due giorni. La riunione del 12 gennaio dell'Ema resta programmata in caso di necessità. "Ogni giorno e ora fa la differenza", ha commentato la commissaria alla Sanità, Stella Kyriakides.

 

Altre 200 milioni di dosi potenziali, questa volta di Novavax - La Commissione ieri ha concluso i colloqui esplorativi con la società farmaceutica Novavax per l'acquisto di un potenziale vaccino contro il Covid-19. Il contratto previsto con Novavax consentirebbe l'acquisto di 100 milioni di dosi, con la possibilità di acquistare in seguito fino a 100 milioni di ulteriori dosi. Novavax è una società di biotecnologie specializzata nello sviluppo di vaccini di prossima generazione contro gravi malattie infettive. Il suo vaccino è a subunità proteica e è già nella fase 3 della sperimentazione clinica. Una volta firmato il contratto, quello di Novavax diventerebbe il settimo vaccino nel portafoglio dell'Ue dopo AstraZeneca, Sanofi-GSK, Janssen Pharmaceutica NV, BioNtech-Pfizer, CureVac e Moderna.

 

Xi Jinping vuole un accordo con l'Ue prima di Biden - Unione europea e Cina potrebbero chiudere i negoziati su un accordo sulla protezione degli investimenti entro la fine dell'anno o a inizio 2021, dopo che Pechino ha fatto alcune concessioni chiave per i 27. A quanto ci è stato riferito, la Cina vorrebbe arrivare a un'intesa prima dell'entrata in funzione della nuova Amministrazione Biden negli Stati Uniti. "I negoziati sono nella fase finale", ha detto l'ambasciatore cinese presso l'Ue, Zhang Ming, in un'intervista al Financial Times: "Entrambe le parti stanno lavorando all'obiettivo di finire i colloqui entro la fine di quest'anno". Zhang ha evidenziato il coinvolgimento diretto del presidente cinese, Xi Jinping. L'accordo sulla protezione degli investimenti è una priorità della presidenza tedesca dell'Ue, che finirà il suo semestre il 31 dicembre. Ne discuteranno gli ambasciatori dei 27 nella riunione di oggi al Coreper.

 

Il Parlamento condanna la Cina per il lavoro forzato degli uiguri - Il Parlamento europeo ha condannato il ricorso al lavoro forzato delle minoranze uigure, kazake e kirghize da parte della Cina nella regione autonoma dello Xinjiang. In un rapporto uscito martedì, il ricercatore tedesco Adrian Zenz ha rivelato l'uso massiccio della manodopera uigura nella raccolta del cotone nello Xinjiang attraverso il lavoro forzato. Il Parlamento europeo ha denunciato il fatto che delle imprese europee traggano beneficio da questa pratica. La risoluzione è stata adottata con 604 voti a favore, 20 contro e 57 astensioni. Sul Foglio Giulia Pompili spiega che la comunità internazionale ritiene credibili le accuse contro Pechino e inizia a prendere provvedimenti.

 

Terzo round di sanzioni contro la Bielorussia - L'Unione europea ha adottato un terzo round di sanzioni contro il regime in Bielorussia per le frodi elettorali e la repressione delle manifestazioni che chiedono la partenza di Alexander Lukashenka, aggiungendo 29 persone e 7 entità alla lista nera dei soggetti colpiti da misure restrittive. Tra i nominativi pubblicati ieri nella Gazzetta ufficiale ci sono quelli del vicepremier Anatol Sivak, del presidente della televisione di stato Ivan Eismant e del procuratore generale Andrei Shved.

 

L'ok di Vestager a Google per comprarsi Fitbit - La Commissione ieri ha dato il via libera all'acquisto da parte di Google di Fitbit, la società di San Francisco specializzata in tecnologie portatili legate alla salute. Google ha dovuto accettare diverse condizione per ottenere l'ok dell'Antitrust Ue. Il colosso di Mountain View non potrà utilizzare i dati contenuti nei database di Fitbit per fini pubblicitari, dovrà fornire agli utenti la possibilità di decidere se cancellare o meno i loro dati e dovrà garantire l'interoperabilità. “Possiamo approvare l'operazione perché gli impegni assicureranno che il mercato degli apparecchi indossabili e della salute digitale resteranno aperti e competitivi”, ha detto la vicepresidente della Commissione, Margrethe Vestager.

 

Ripartono le richieste di asilo, ma in Italia ai minimi - Nel terzo trimestre del 2020 l'Unione Europea ha registrato 111.700 richieste di protezione internazionale, con un aumento del 132 per cento rispetto al trimestre precedente, secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat. E' la conseguenza dell'allentamento delle restrizioni del Covid-19 avvenuto tra luglio e settembre. Le domande di asilo del terzo trimestre 2020 rimangono ben al di sotto di quelle del terzo e quarto trimestre del 2019 (rispettivamente 159.900 e 172.200). Il più alto numero di richieste di protezione internazionale è stato registrato in Germania (27.240), seguita da Spagna (26.880) e Francia (21.730). In Italia le domande di asilo sono state 3.795, meno che in Grecia (8.555) e nei Paesi Bassi (4.110). I dati di Eurostat sembrano confermare un elevato numero di movimenti secondari dai paesi di primo ingresso.

 

Nel 2019 760 milioni di sequestri di merce contraffatta - Lo scorso anno sono stati sequestrati prodotti contraffatti per un valore di oltre 760 milioni di euro alle frontiere esterne dell'Ue, con un aumento di 20 milioni rispetto al 2018, secondo un rapporto pubblicato ieri dalla Commissione. I principali prodotti sono sigarette (21,3 per cento), fiammiferi (20 per cento) e materiale da imballaggio (13,6 per cento). In cima alla classifica ci sono anche giocattoli (9,6 per cento) e abbigliamento (3,9 per cento). La Cina è la principale fonte di prodotti contraffatti sia in termini di numero di prodotti contraffatti (33 per cento) sia di valore (56 per cento). Seguono Turchia e Hong Kong. Gran parte dei sequestri sono avvenuti in casi di spedizione individuale di articoli ordinati via commercio elettronico.


 

Accade oggi in Europa

- Parlamento europeo: sessione plenaria; dibattito e voto sulle relazioni future tra Ue e Regno Unito

- Consiglio: riunione del Coreper

- Commissione: il commissario Gentiloni partecipa alla Conferenza episcopale italiana

- Eurostat: statistiche sull'energia rinnovabile

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