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Europa Ore 7

La versione di Vestager

La comissaria è contro la separazione strutturale di Google. Von der Leyen esce dall'autoisolamento con la stampa

David Carretta

A poche settimane dalla presentazione del Digital Service Act, il nuovo quadro regolamentare che dovrebbe mettere le briglia ai giganti del digitale americani, la Commissione europea è sempre più sotto pressione

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A poche settimane dalla presentazione del Digital Service Act, il nuovo quadro regolamentare che dovrebbe mettere le briglia ai giganti del digitale americani, la Commissione europea è sempre più sotto pressione per introdurre un dispositivo che permetta la separazione strutturale di Google e altre grandi piattaforme che controllano l'accesso al mercato (i cosiddetti “gatekeeper”). L'idea ricorda quando accaduto negli Stati Uniti nel 1982 con AT&T e le Baby bell: smembrare il monopolista per uscire dal controllo verticale su tecnologie e i servizi e garantire la concorrenza e l'accesso universale. Ma la zarina dell'Antitrust, la vicepresidente Margrethe Vestager, ieri ha smorzato gli entusiasmi del campo anti-Google. "Quando si tratta di separare strutturalmente imprese, penso che sia fattibile in Europa, se riteniamo che abbiamo una ragione che questo sarebbe un rimedio. Ma finora non abbiamo avuto casi di concorrenza che ci abbiamo portato a pensare che questo sia l'unico rimedio come cosa giusta da fare", ha detto Vestager in un'audizione davanti al Parlamento europeo.

Secondo il trattato, la Commissione ha il potere di imporre alle imprese una serie di misure per rimediare all'abuso di posizione dominante. Ma già in passato Vestager si era mostrata molto prudente sull'ipotesi di lanciarsi in uno smembramento di Google o di altre piattaforme. La sua presa di posizione ieri mette la vicepresidente della Commissione in rotta di collisione con il commissario al Mercato interno, Thierry Breton, che condivide con lei la responsabilità per il Digitale. In un'intervista al Financial Times, Breton si era detto favorevole a inserire nel Digital Service Act l'opzione di imporre la separazione strutturale ai giganti digitali come strumento di pressione per costringerli a rispettare le nuove regole Ue. Vestager deve resistere anche alla pressione di alcuni stati membri, tra cui pesi massimi come Francia, Germania e Paesi Bassi.

Il Digital Service Act sarà presentato dalla Commissione il 2 dicembre. I gabinetti di Vestager e Breton stanno redigendo la proposta. La scorsa settimana il Parlamento europeo ha adottato i suoi orientamenti, chiedendo norme specifiche per le grandi piattaforme che svolgono una funzione di controllo di accesso al mercato. In una risoluzione del 2014, il Parlamento europeo aveva già chiesto alla Commissione di "prendere in considerazione proposte volte a separare motori di ricerca da altri servizi commerciali". In realtà, la regolamentazione Antitrust attuale prevede già la possibilità di rimedi "strutturali", ma solo se non si possono imporre rimedi comportamentali altrettanto efficaci. “Si dovrebbe stare molto attenti con questo tipo di rimedio (strutturale). E si dovrebbe stare molto attenti a come funziona nella realtà”, ha avvertito ieri Vestager.

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A poche settimane dalla presentazione del Digital Service Act, il nuovo quadro regolamentare che dovrebbe mettere le briglia ai giganti del digitale americani, la Commissione europea è sempre più sotto pressione per introdurre un dispositivo che permetta la separazione strutturale di Google e altre grandi piattaforme che controllano l'accesso al mercato (i cosiddetti “gatekeeper”). L'idea ricorda quando accaduto negli Stati Uniti nel 1982 con AT&T e le Baby bell: smembrare il monopolista per uscire dal controllo verticale su tecnologie e i servizi e garantire la concorrenza e l'accesso universale. Ma la zarina dell'Antitrust, la vicepresidente Margrethe Vestager, ieri ha smorzato gli entusiasmi del campo anti-Google. "Quando si tratta di separare strutturalmente imprese, penso che sia fattibile in Europa, se riteniamo che abbiamo una ragione che questo sarebbe un rimedio. Ma finora non abbiamo avuto casi di concorrenza che ci abbiamo portato a pensare che questo sia l'unico rimedio come cosa giusta da fare", ha detto Vestager in un'audizione davanti al Parlamento europeo.

Secondo il trattato, la Commissione ha il potere di imporre alle imprese una serie di misure per rimediare all'abuso di posizione dominante. Ma già in passato Vestager si era mostrata molto prudente sull'ipotesi di lanciarsi in uno smembramento di Google o di altre piattaforme. La sua presa di posizione ieri mette la vicepresidente della Commissione in rotta di collisione con il commissario al Mercato interno, Thierry Breton, che condivide con lei la responsabilità per il Digitale. In un'intervista al Financial Times, Breton si era detto favorevole a inserire nel Digital Service Act l'opzione di imporre la separazione strutturale ai giganti digitali come strumento di pressione per costringerli a rispettare le nuove regole Ue. Vestager deve resistere anche alla pressione di alcuni stati membri, tra cui pesi massimi come Francia, Germania e Paesi Bassi.

Il Digital Service Act sarà presentato dalla Commissione il 2 dicembre. I gabinetti di Vestager e Breton stanno redigendo la proposta. La scorsa settimana il Parlamento europeo ha adottato i suoi orientamenti, chiedendo norme specifiche per le grandi piattaforme che svolgono una funzione di controllo di accesso al mercato. In una risoluzione del 2014, il Parlamento europeo aveva già chiesto alla Commissione di "prendere in considerazione proposte volte a separare motori di ricerca da altri servizi commerciali". In realtà, la regolamentazione Antitrust attuale prevede già la possibilità di rimedi "strutturali", ma solo se non si possono imporre rimedi comportamentali altrettanto efficaci. “Si dovrebbe stare molto attenti con questo tipo di rimedio (strutturale). E si dovrebbe stare molto attenti a come funziona nella realtà”, ha avvertito ieri Vestager.

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Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di mercoledì 28 ottobre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.

Von der Leyen esce dall'auto-isolamento con la stampa - Ursula von der Leyen oggi terrà la sua prima conferenza stampa in solitario dall'inizio della pandemia di Covid-19. Il collegio dei commissari adotterà una serie di nuove proposte per rafforzare la risposta dell'Ue alla crisi sanitaria. La presidente della Commissione sarà affiancata dal professore Peter Piot, il suo consigliere speciale sul Covid-19. Ma ci sono molte domande a cui von der Leyen non ha risposto negli ultimi mesi, perché gli incontri con i giornalisti sono avvenuti in contesti diversi, come le conferenze stampa con il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, al termine dei vertici. Il più delle volte, per annunciare decisioni o iniziative, von der Leyen ha fatto ricorso a dichiarazioni senza domande o a video su Twitter. Dalle dimissioni di Phil Hogan, al suo auto-isolamento in Germania, passando per le trattative sul bilancio e il Recovery fund, fino alla crisi con la Turchia, i giornalisti della sala stampa brussellese si augurano che von der Leyen non voglia scappare troppo in fretta.

Sanità, trasporti, viaggi tra le proposte della Commissione - Il pacchetto di nuove misure contro il Covid-19 della Commissione dovrebbe includere proposte sulla sanità, sui trasporti e sui viaggi nell'Ue. Tra le altre cose, è attesa una raccomandazione per uniformare le pratiche dei test. “Abbiamo bisogno di un'Unione di test e vaccini”, ha detto ieri il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in vista della riunione in videoconferenza con i capi di stato e di governo di giovedì: “di fronte a questa crisi eccezionale, i leader dell'Ue vogliono vedere un coordinamento collettivo dell'Ue più robusto”. Ironia del Covid-19: il vicepresidente che avrebbe dovuto presentare le nuove misure, il greco Margaritis Schinas, ha annunciato di essere positivo e di essersi messo in auto-isolamento.

Michel teme una tragedia nella seconda ondata - "La seconda ondata di Covid-19 è ora su di noi. Ancora una volta, l'intera Europa è colpita. Nel giro di poche settimane, la situazione è passata da preoccupante ad allarmante. Dobbiamo evitare una tragedia", ha scritto Michel in un post sul suo blog prima della riunione di giovedì in videoconferenza con gli altri leader. “La tempesta non è finita. Siamo tutti sulla stessa barca”, ha detto Michel. Nel momento in cui diversi paesi impongono lockdown limitati o generalizzati, e alcuni stati membri hanno iniziato a richiudere le frontiere, la domanda che molti si fanno a Bruxelles è per quanto tempo Schengen rimarrà ancora aperta. Nella mappa del Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie, praticamente tutta l'Europa è ormai zona rossa o arancione. Le raccomandazioni e le linee guida della Commissione rischiano di non bastare per mantenere la libera circolazione delle persone.

Giro d'Europa dei lockdown - La cancelliera tedesca, Angela Merkel, oggi si riunirà con i governatori dei Land tedeschi per discutere di nuove restrizioni. "Ancora quattro raddoppi e il sistema salta", ha detto ieri Merkel in una riunione con il gruppo parlamentare della Cdu (secondo quanto riportato dalla Bild). Il presidente francese, Emmanuel Macron, questa sera dovrebbe annunciare un lockdown limitato o totale. Secondo il Figaro Macron e il primo ministro Jean Castex studiano una "risposta nazionale" dopo il fallimento dei coprifuoco locali. Il Belgio potrebbe annunciare il lockdown totale venerdì. Nel frattempo si moltiplicano le proteste. Nel Regno Unito è nato un nuovo scetticismo: come ci spiega Paola Peduzzi, le zone in cui sono state imposte misure di restrizioni chiedono a Boris Johnson un piano economico per il dopo lockdown.

Le misure d'urgenza e il rischio di abuso di potere - La commissione Libertà civili del Parlamento europeo ieri ha lanciato l'allarme “abuso di potere” da parte dei governi con le leggi di emergenza adottate per far fronte alla pandemia di Covid-19. In una risoluzione, che deve essere confermata dal voto della plenaria a novembre, gli eurodeputati dicono che le misure d'urgenza nazionali costituiscono un “rischio di abuso di potere”. Il Parlamento europeo invita gli stati membri a “dar prova di estrema ritenuta” nella limitazione delle libertà personali. Inoltre chiede alla Commissione di vigilare all'applicazione delle regole di Schengen.

Horizon contribuisce al potenziale farmaco italiano anti-Covid - L'Agenzia italiana del farmaco ha dato il via libera alla sperimentazione clinica del Raloxifene in pazienti con sintomi lievi causati dal Covid-19. In un comunicato la Commissione ieri ha rivendicato il ruolo giocato dal programma Horizon 2020, con cui l'Ue finanzia programmi di ricerca. A sviluppare il Raloxifene è stato il consorzio Exscalate4CoV finanziato dalla Commissione con 3 milioni di euro.

Una direttiva Ue sul salario minimo - Il collegio dei commissari adotterà anche una proposta di direttiva su un salario minimo nell'Ue. La Commissione ha scelto di seguire la strada indicata dai sindacati con uno strumento giuridicamente vincolante, invece di una raccomandazione non vincolante come aveva richiesto diversi stati membri e le imprese. Ma la Commissione non proporrà un salario minimo unico per tutta l'Ue che metta fine alle pratiche di dumping salariale. Né un obbligo di introduzione. Ogni paese dovrà rispettare una serie di criteri per stabilire il suo salario minimo nazionale, possibilmente con la contrattazione collettiva. Von der Leyen ha escluso di voler imporre un salario minimo obbligatorio ai sei paesi in cui il livello è già fissato via contrattazione collettiva. I sei paesi sono Italia, Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia e Svezia. Saranno il vicepresidente Valdis Dombrovskis e il commissario agli Affari sociali, Nicolas Schmit, a presentare la proposta in una conferenza stampa.

10 miliardi di Sure nel conto del Tesoro - La Commissione europea ha erogato 10 miliardi di euro all'Italia, 7 miliardi alla Spagna e 1 miliardo alla Polonia nella prima tranche di sostegno finanziario nell'ambito dello strumento Sure. Gli aiuti, sotto forma di prestiti concessi a condizioni favorevoli, aiuteranno gli stati membri ad affrontare l'improvviso aumento della spesa pubblica volta a preservare l'occupazione. In particolare, serviranno a coprire i costi direttamente connessi al finanziamento dei regimi nazionali di riduzione dell'orario lavorativo come la cassa integrazione e di altre misure analoghe per i lavoratori autonomi. Questa prima erogazione fa seguito all'emissione inaugurale dei social bond di Sure la scorsa settimana, che ha attratto una domanda record dagli investitori. “Questi aiuti contribuiranno a mantenere posti di lavoro durante la pandemia”, ha scritto von der Leyen in un messaggio su Twitter rivolto all'Italia: “l'Europa è con voi” Una volta completate tutte le erogazioni Sure, l'Italia riceverà un totale di 27,4 miliardi di euro.

Zona di atterraggio su stato di diritto (non ancora sul bilancio) - Un accordo è in vista tra la presidenza tedesca dell'Ue e il Parlamento europeo sul meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto, che fa parte del pacchetto di bilancio necessario a sbloccare il Recovery fund. Nel trilogo (la riunione tra i negoziatori del Consiglio, della Commissione e del Parlamento” “sono stati fatti molti progressi”, ha detto il portavoce della presidenza tedesca. “Dita incrociata: una zona di atterraggio comune potrebbe essere in vista”. Domani ci sarà un nuovo trilogo sul meccanismo sullo stato di diritto. Oggi invece si riuniranno i negoziatori sul bilancio 2021-27, dove la “landing zone” comune appare più lontana.

Enria insiste sulla bad bank europea - Andrea Enria, il capo della supervisione bancaria unica della Bce, lancia l'allarme dei crediti deteriorati in arrivo a causa della pandemia di Covid-19 e rinnova la richiesta di una bad bank europea. "Secondo le stime della Bce, in uno scenario severo ma plausibile i Non-performing loans (NPLs) nelle banche della zona euro potrebbero raggiungere 1.400 miliardi di euro, ben al di sopra dei livelli delle crisi finanziaria e del debito sovrano", ha scritto Enria in un intervento sul Financial Times. "Dobbiamo sperare per il meglio, ma dobbiamo prepararci per il peggio". Come? Una "asset management company" europea per gestire i NPLs "sarebbe una soluzione efficace", secondo Enria.

Per Koening, la bad bank non è la bacchetta magica - La battaglia di Enria per una bad bank europea si scontra a numerose resistenze, tra cui quella della presidente dell'Autorità di risoluzione unica. “Il mio messaggio alle banche è chiaro: devono mettere in atto le misure per identificare e affrontare i crediti deteriorati il prima possibile. Le società di asset management (''bad bank'') possono far parte della cassetta degli attrezzi, ma non sono la bacchetta magica per far sparire le perdite”, ha detto Elke Koenig, in un'audizione al Parlamento europeo. Secondo Koening, l'impatto degli NPLs si farà sentire “tra qualche trimestre”.

Frontex, imputato e giudice sui respingimenti in Grecia - L'agenzia Frontex ha annunciato l'avvio di un'indagine interna dopo le rivelazioni di alcuni media sulla partecipazione di alcune sue navi a operazioni di respingimenti illegali di migranti e rifugiati al largo delle isole greche. Per chi è interessato, qui raccontiamo la storia di Frontex, la strana agenzia dell'Ue che nessuno controlla.

Il boicottaggio di Erdogan allontana la Turchia dall'Ue - La Commissione ha lanciato un avvertimento a Recep Tayyip Erdogan, dopo che il presidente turco ha lanciato un appello a boicottare i prodotti francesi nella sua controversa con Emmanuel Macron. “Gli accordi dell'Ue con la Turchia prevedono il libero scambio delle merci. Gli obblighi bilaterali a cui la Turchia ha aderito devono essere chiaramente rispettati”, ha detto un portavoce della Commissione: “Gli appelli al boicottaggio sono contrari allo spirito di questi obblighi e allontaneranno la Turchia dall'Ue”. La parola chiave è “spirito”: aldilà della retorica, la Commissione non si muoverà contro Erdogan prima di aver ricevuto indicazioni dai capi di stato e di governo. Nel frattempo David Sassoli ha espresso la "solidarietà" del Parlamento europeo con il popolo francese e ha chiesto alla Turchia di "porre fine a questo pericoloso scontro".

 

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Accade oggi in Europa

- Commissione: conferenza stampa della presidente von der Leyen dopo la riunione del collegio dei commissari

- Commissione: conferenza stampa dei commissari Dombrovskis e Schmit sul salario minimo Ue

- Commissione: riunione dello Steering Board della "Recovery and Resilience Task Force"

- Consiglio: riunione del Coreper

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- Commissione: la presidente von der Leyen riceve il cardinale Pietro Parolin, segretario di stato Vaticano

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- Parlamento europeo: dibattito con Sassoli, von der Leyen, Romano Prodi, Sir Tim Berners-Lee e Simona Levi su "L'accesso a internet come nuovo diritto umano"

- Corte di Giustizia dell'Ue: sentenza su cartello Pirelli; sentenza sul pedaggio autostradale in Germania

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