A Strasburgo
Scontro sui calendari delle audizioni in Ue: Fitto teme un trabocchetto
L'ex ministro sa bene che chi rimane per ultimo ha più possibilità di essere respinto, perché, una volta arrivati alla fine della lista, non c’è più modo di fare rappresaglie sui candidati degli altri gruppi
A Strasburgo è scontro sui calendari delle audizioni dei futuri commissari, e qualche “manina” vorrebbe spingere l’esame di Raffaele Fitto per ultimo, tra i vicepresidenti, esponendolo così al fuoco incrociato dei gruppi. Con fogli Excel stampati e birra alsaziana alla mano, la trattativa è proseguita per tutta la notte a margine dei lavori della plenaria dell’Eurocamera. Dietro la scelta apparentemente tecnica della griglia di partenza degli esami dei candidati nelle rispettive commissioni parlamentari, si cela infatti un delicato equilibrio politico. La logica è semplice: chi rimane per ultimo ha più possibilità di essere respinto, perché, una volta arrivati alla fine della lista, non c’è più modo di fare rappresaglie sui candidati degli altri gruppi.
Ieri sera circolavano per l’Eurocamera due bozze di calendario per le audizioni, che si terranno dal 4 al 12 novembre, ma la decisione finale sulle date e le modalità verrà presa solo questa mattina durante la conferenza dei capigruppo del Parlamento europeo. Secondo la prima proposta, i candidati alla vicepresidenza esecutiva della Commissione Ue, ovvero i liberali Kaja Kallas e Stéphane Séjourné, le socialiste Roxana Minzatu e Teresa Ribera, la popolare Henna Virkkunen e il meloniano Raffaele Fitto, verrebbero interrogati per ultimi, l’11 e il 12 novembre. Un calendario alternativo, invece, suggerisce di far audire i vicepresidenti per primi, tra il 4 e il 5 novembre, prima delle audizioni del resto dei commissari. Alla conferenza dei capigruppo spetta anche una decisione finale sul tempo massimo delle audizione che nelle bozze di proposta per ora dovrebbe essere di tre ore.
Tra i due calendari dovrebbe imporsi il primo, preferito da popolari, liberali e socialisti, soprattutto perché allontana le audizioni dei vicepresidenti dalla data delle elezioni americane, evitando così il rischio di essere completamente oscurati. Ciò su cui manca ancora un accordo, però, è l’ordine delle audizioni dei vicepresidenti stessi. In una proposta sostenuta da popolari ed Ecr, Raffaele Fitto sarebbe audito per primo, l’11 novembre, seguito dalla popolare Virkkunen, dalle due socialiste Mînzatu e Ribera, lasciando alla fine i due liberali Séjourné e Kallas. Una proposta definita “irricevibile” da socialisti e liberali, che chiedono invece un’alternanza tra i candidati di centrodestra e i loro. Secondo le fonti, i liberali corredano la loro proposta con un’ulteriore postilla: prima i gruppi con più candidati, e poi a seguire gli altri, ovvero socialisti e liberali davanti, poi i popolari e infine, per ultimo, Raffaele Fitto, quando ormai gli altri gruppi hanno portato a casa la conferma dei loro candidati. Per la decisione finale servirà questa mattina la maggioranza in seno ai capigruppo, e sarà infatti un primo test per vedere quale tipo di maggioranza detta legge oggi al parlamento europeo.