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sulla senna

Per i servizi francesi la cerimonia d’apertura dei Giochi è troppo rischiosa. Il governo insiste

Mauro Zanon

Le agenzie di sicurezza interna vogliono dissuadere Darmanin dall'organizzare una cerimonia "inedita" per Parigi 2024. Ma il ministro dell'Interno non vuole rinunciarci

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Parigi. A gennaio, il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ha cambiato i vertici dei servizi segreti francesi, Dgsi (intelligence interna) e Dgse (intelligence esterna), per compattare il dispositivo di sicurezza all’orizzonte della grande sfida delle Olimpiadi di Parigi. Uno stress-test securitario che suscita molte inquietudini, soprattutto dopo l’attacco islamista di Mosca e la serie di arresti effettuati negli ultimi giorni legati a progetti di attentati in Francia (tra questi, quattro jihadisti belgi puntavano a far saltare in aria la Tour Eiffel). Secondo quanto rivelato da Europe 1, la Dgsi sta cercando in tutti i modi di convincere il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, a rinunciare alla cerimonia di apertura itinerante sulla Senna, dunque all’aperto, perché troppo rischiosa dal punto di vista securitario e a privilegiare una cerimonia più classica, in linea con la tradizione delle Olimpiadi, ossia all’interno di uno stadio. “Bisogna passare al piano b”, ha detto una fonte della Dgsi a Europe 1.

 

Ieri Darmanin si è recato negli uffici della Dgsi a Levallois-Perret per fare il punto della situazione. Dal messaggio pubblicato su X poco dopo mezzogiorno, Darmanin sembra per ora non voler rinunciare alla sua idea. “Con gli agenti della Dgsi, che ogni giorno sono mobilitati per la nostra sicurezza, contro il terrorismo e le ingerenze straniere. Li ringrazio per il loro lavoro, in particolare in questo anno olimpico in cui il nostro paese organizzerà il più grande evento del mondo e una cerimonia di apertura inedita”, ha scritto Darmanin. Per “cerimonia di apertura inedita”, Darmanin, intende appunto la cerimonia sulla Senna. La rinuncia a tale evento sarebbe vista come un segno di debolezza, di resa della Francia all’islamismo. Ma i servizi proveranno fino all’ultimo a persuadere Darmanin della difficoltà oggi elevata di proteggere un evento all’aperto, con migliaia di persone e centinaia di capi di stato, perché per i terroristi, le Olimpiadi, sono un bersaglio privilegiato. 

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