Emmanuel Macron e Olaf Sholz (LaPresse)

gli aiuti per Kyiv

Macron si risente delle critiche tedesche e annuncia nuove armi per l'Ucraina

David Carretta

Il presidente francese ha annunciato la consegna di 40 missili a lunga gittata Scalp, di centinaia di bombe e di nuovi cannoni Ceasar. La concorrenza con la Germania su chi fa di più è un bene per Kyiv

Bruxelles. Colpito nel vivo dal cancelliere Olaf Scholz, Emmanuel Macron finalmente ha annunciato un’iniziativa seria della Francia per fornire armi all’Ucraina. La più grande minaccia nel mondo “è la guerra di aggressione russa”, ha detto il presidente francese nella sua conferenza stampa di inizio anno martedì, spiegando che non si può “lasciare vincere la Russia”. Macron ha annunciato la consegna di 40 missili a lunga gittata Scalp, di centinaia di bombe e di nuovi cannoni Ceasar.

Giovedì il ministro della Difesa, Sébastien Lecornu, ha dato concretezza agli annunci. La Francia guiderà con gli Stati Uniti una “coalizione per l’artiglieria per l’Ucraina”. La Francia produrrà tremila munizioni calibro 155 mm al mese. La francese Nexter costruirà 78 cannoni Ceasar quest’anno per l’Ucraina. Le centinaia di bombe saranno i nuovi proiettili Aasm. Non è ancora l’economia di guerra promessa da Macron nel giugno del 2022. Ma “meglio tardi che mai”, scrive il Monde nel suo editoriale. Lecornu ha reagito con veemenza alle critiche sul fatto che la Francia sia in fondo alle classifiche degli aiuti militari all’Ucraina. “Non sono d’accordo con le classifiche, in particolare con quella del Kiel Institute. Quello che dicono non è né affidabile, né sostenibile. Questa classifica mescola capre e cavoli”. La stampa francese si vantava che, nelle stesse ore in cui Parigi dava concretezza alle promesse, il Bundestag tedesco bocciava una risoluzione dell’opposizione cristiano-democratica per fornire i missili Taurus chiesti dall’Ucraina per colpire la Crimea e, potenzialmente, distruggere il ponte di Kerch.

Scholz aveva espresso tutta la sua irritazione l’8 gennaio, dicendo che le forniture militari degli altri stati membri dell’Ue erano “troppo poche”. Una critica nemmeno troppo velata a Francia, Italia e Spagna, il cui contributo militare è di gran lungo inferiore a quello della Germania. Berlino ha appena deciso di raddoppiare da 4 a 8 miliardi di euro le forniture di armi all’Ucraina per il 2024. Il cancelliere ha anche chiesto una discussione al Consiglio europeo straordinario del primo febbraio, quando i leader cercheranno di trovare una soluzione per superare il veto di Viktor Orbán a un pacchetto di aiuti finanziari da 50 miliardi per Kyiv.

Secondo le nostre fonti, la Germania è seriamente preoccupata. La guerra è entrata in una fase di attrito e l’Ucraina sta esaurendo le munizioni. Il sostegno militare occidentale è sempre più vitale per continuare a difendersi dall’aggressione russa. Ma l’Ue non riuscirà a mantenere la promessa di un milione di proiettili e missili entro il prossimo marzo. Agli occhi di Scholz, gli europei devono fare molto di più e molto più rapidamente per dare a Kyiv ciò di cui ha bisogno. Basta discussioni lunghe e inutili sugli strumenti finanziari come la European Peace Facility (l’Ungheria blocca da quasi un anno una tranche da 500 milioni) o sulla priorità alle armi prodotte in Europa (gli acquisti congiunti del piano per le munizioni prevedono una clausola “Made in Europe”): né l’Ue né l’Ucraina possono permettersi altri sofismi europeisti.

Lunedì i ministri degli Esteri avranno una prima discussione a Bruxelles su come fare in modo che l’Ucraina abbia quello che chiede subito o in poche settimane. L’Alto rappresentante, Josep Borrell, ha preparato un documento per riformare la European Peace Facility, che cancellerebbe il veto. Al vertice straordinario del primo febbraio, la Commissione e il Servizio europeo di azione esterna presenteranno una contabilità degli impegni assunti da tutti gli stati membri per il 2024.

Se l’accelerata è positiva, tanto più alla luce delle difficoltà dell’Amministrazione Biden a far adottare dal Congresso nuovi aiuti militari per l’Ucraina, nell’Ue restano molte contraddizioni. Il rifiuto di Scholz di fornire i Taurus impone a Kyiv di difendersi senza poter colpire una struttura strategica per la guerra della Russia come il ponte di Kerch. La Germania chiede anche uno sconto sul suo contributo finanziario alla European Peace Facility pari al valore di quanto fornisce direttamente. Gli annunci della Francia sui Caesar nascondono un trucco per promuovere il “Made in France”. Sui 78 Ceasar, Parigi ne comprerà solo 12. Altri 6 sono stati ordinati da Kyiv. “Ne restano ancora 60 da finanziare. Da qui l’appello ai nostri alleati del Gruppo Ramstein a condividere i costi”, ha detto Lecornu.

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