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Debito comune contro l'Ira di Biden: la proposta di Michel che spacca i ventisette

David Carretta

Il presidente del Consiglio Ue rispolvera l'idea di un programma tipo Sure per reagire al piano di investimenti americani. Ma l'iniziativa è destinata a creare una frattura al prossimo vertice del 9 e 10 febbraio

Bruxelles. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha deciso di puntare su Sure nella riposta dell'Ue all'Inflation reduction act (l'Ira) dell'Amministrazione Biden, anche a costo di creare una frattura tra i ventisette stati membri per l'opposizione di Germania, Paesi Bassi e altri paesi frugali. Uno strumento di debito comune ispirato dal programma Sure, che era servito durante la pandemia di Covid-19 per fornire prestiti agli stati membri per finanziare meccanismi come la cassa-integrazione, è una delle proposte su cui la Commissione dovrà lavorare rapidamente per reagire all'Ira, secondo la bozza delle conclusioni che sarà discussa al Consiglio europeo del 9 e 10 febbraio. Per garantire “solidarietà”, i capi di stato e di governo invitano “la Commissione e il Consiglio a portare avanti il lavoro basandosi in particolare sul successo del programma Sure”, si legge nella bozza inviata il 23 gennaio agli stati membri, di cui il Foglio è entrato in possesso. L'Ira dell'Amministrazione Biden è un programma da 380 miliardi di dollari di sussidi e sconti fiscali per la transizione verde ed energetica. Francia e Germania stanno spingendo la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ad approvare un allentamento massiccio delle regole sugli aiuti di stato dell'Ue per offrire sussidi e sconti fiscali alle loro imprese e scongiurare il rischio che spostino produzione e investimenti negli Stati Uniti. Con un programma stile Sure si dovrebbe garantire la parità di condizioni dentro il mercato unico per quei paesi – piccoli o indebitati – non hanno lo spazio fiscale per lanciarsi in un piano di aiuti di stato massicci.

 

L'Ira di Biden non è menzionato nella bozza di conclusioni del Consiglio europeo. L'Ue vuole evitare di puntare il dito esclusivamente contro gli Stati Uniti, alleati essenziali nella guerra della Russia contro l'Ucraina. La Commissione sta cercando di negoziare con l'Amministrazione Biden delle eccezioni al principio “Buy America” dell'Ira a favore delle imprese europee. Nelle ultime settimane la narrazione dell'Ue è cambiata: il problema non è più (solo) l'Ira di Biden, ma i sussidi che la Cina concede alle tecnologie verdi. La bozza di conclusioni parla di “nuova realtà geopolitica” a cui l'Ue deve rispondere in modo “intelligente, rapido e su scala significativa per assicurare la competitività di lungo periodo, la prosperità e il suo ruolo sulla scena globale”. Secondo la bozza, il Consiglio europeo dovrebbe decidere di lavorare “con urgenza” su quattro punti per “rafforzare la base industriale e tecnologica”, nonché “la sovranità europea e l'autonomia strategica”.

 

Il primo sono gli aiuti di stato. L'obiettivo è rendere l'approvazione più rapida e semplice in settori strategici “per le transizioni verde e digitale e quelli che subiscono un impatto negativo per i sussidi stranieri e gli elevati prezzi dell'energia”, dice il documento. Il campo di applicazione è molto ampio e la promessa di salvaguardare “la parità di condizioni nel mercato unico” (contenuta nella bozza) rischia di non essere mantenuta vista la capacità di spesa di alcuni paesi. Secondo i dati della Commissione, la Germania ha notificato oltre il 53 per cento dei 672 miliardi di aiuti di stato concessi grazie alle flessibilità introdotta per la guerra in Ucraina. Il secondo punto è la “flessibilità nell'uso dei fondi dell'Ue esistenti”. La Commissione dovrebbe permettere agli stati membri di utilizzare con più facilità e di riorientare i finanziamenti di NextGenerationUe e di RePowerEu. Il terzo punto è la “solidarietà” per garantire un “accesso uniforme agli strumenti finanziari” a tutti gli stati membri. La bozza chiede alla Commissione di ispirarsi da Sure con debito per fare prestiti. Il quarto punto riguarda la creazione di un “Fondo per la sovranità europea per sostenere investimenti in settori strategici”. Il Consiglio europeo dovrebbe chiedere alla Commissione una “proposta rapida”.

 

La bozza di conclusioni inviata da Michel alle capitali cerca di trovare un complicato equilibrio tra gli interessi dei diversi stati membri nella riposta dell'Ue all'Ira di Biden. I piccoli paesi del nord e quelli del sud sono contrari all'uso massiccio di aiuti di stato perché avvantaggerebbe la Germania, minando il mercato unico. La Germania per ora non è pronta a dare il via libera a nuovi strumenti di debito comune come Sure, sostenendo che è necessario prima esaurire le risorse dei fondi già esistenti come NextGenerationEu e RePowerEu. In visita a Bruxelles martedì, il premier olandese, Mark Rutte, ha espresso la stessa posizione. "Non credo che abbiamo bisogno di denaro fresco: niente sussidi ma nemmeno prestiti”, ha detto Rutte in un'intervista a diversi giornali europei. Per garantire la parità di condizioni, von der Leyen finora ha parlato solo di una “soluzione ponte”, senza entrare nei dettagli. La Commissione presenterà le sue idee in una comunicazione attesa il primo febbraio. La bozza del Consiglio europeo del 9 e 10 febbraio include anche una semplificazione per i permessi degli investimenti nel green tech, sforzi per diversificare le catene di approvvigionamento, il sostegno a nuovi accordi di libero scambio e l'uso degli strumenti di difesa commerciale per rispondere alla concorrenza sleale di paesi terzi.