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editoriali

La risposta europea all’Ira di Biden

Redazione

Perché al governo Meloni conviene appoggiare i mercatisti del nord e non gli aiuti di stato proposti dalla presidente della Commissione von der Leyen 

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Ursula von der Leyen potrebbe avere qualche difficoltà ad aprire i rubinetti degli aiuti di stato per rispondere ai sussidi verdi ed energetici introdotti dall’Amministrazione Biden con l’Inflation reduction act (Ira). Il piano americano da 391 miliardi di dollari, incentrato sul principio del “Buy America”, fa temere una deindustrializzazione del vecchio continente provocata dalla fuga di imprese per beneficiare dei sussidi e degli sconti fiscali americani. “Abbiamo bisogno di una strategia ‘Made in Europe’”, ha detto martedì Emmanuel Macron.

Von der Leyen ha già fatto sapere le sue intenzioni: contraria ad altri strumenti di debito europeo, la presidente della Commissione ha annunciato un allentamento delle regole sugli aiuti di stato per permettere agli stati membri di concedere sussidi come fanno gli americani. Oltre alla Francia, anche la Germania è favorevole. Ma la Svezia, che ha la presidenza di turno dell’Ue, sembra molto più scettica. In un incontro la prossima settimana con la Commissione, il governo svedese intende frenare l’ondata di aiuti di stato proponendo misure per la competitività economica dell’Ue. Von der Leyen “ha un ruolo come decisore politico”, ma “il suo boss sono gli stati membri”, ha detto al Financial Times, Lars Danielsson, l’ambasciatore svedese presso l’Ue. La presidente della Commissione “dovrà allinearsi con quella che è la maggioranza”. Altri paesi nordici, sostenitori del libero mercato, sono contrari ai piani di von der Leyen. L’Italia potrebbe essere determinante per la maggioranza. In nome del sovranismo economico, il governo Meloni sarà tentato dalle sirene degli aiuti di stato. Ma con il suo debito l’Italia non potrà mai permettersi i sussidi pubblici che potrebbero essere messi in campo dalla Germania. Per preservare le imprese italiane e la loro competitività dentro l’Ue, Meloni farebbe bene a schierarsi con gli odiati mercatisti del nord.
 

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