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La Royal Family

Il dorato e mesto Harry vuole riavvicinarsi al papà re e al fratello principe

Cristina Marconi

La dichiarazione del duca di Sussex fa tenerezza, ma se pronunciata per il lancio di un libro assomiglia di più a una trovata pubblicitaria. Ancora una volta è da Elisabetta che viene ereditata la linea morale

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“Voglio una famiglia, non voglio un’istituzione” è una frase che in tanti vorrebbero poter pronunciare, soprattutto in questa stagione. E chissà in quanti altri amerebbero raccontare la propria versione delle dispute famigliari in un documentario fluviale, un libro e un pugno di interviste. Solo che non è una gran mossa e si sa: il rischio è di passare Natali molto solitari. Nel caso di Harry, dopo aver fatto tutto il possibile per destabilizzare la famiglia negli anni delicati della morte dei nonni, il 2023 inizia con l’annuncio di volersi riavvicinare al papà re e al fratello principe, anche se l’intenzione viene pronunciata insieme a una serie di accuse pesanti, capaci di far crescere il cumulo di cose da perdonarsi a vicenda. Meno male che, sostiene, non si vede a tornare nella famiglia reale come membro attivo.

  

La dichiarazione “rivoglio mio padre e mio fratello indietro” fa in teoria molta tenerezza, davvero molta, ma se pronunciata in vista del lancio di un libro “Spare” – foto in copertina sui toni carota, con un filtro tra il nostalgico e il preadamitico che oltre a trasmettere un’immagine di purezza nasconde pure un po’ di calvizie – corrobora l’idea di una coppia pronta a tutto pur di avere un po’ di pubblicità. “Spare” vuol dire “scorta, riserva” e qui va inteso come parte del detto “a heir and a spare”, ossia un erede e un secondo, schema classico dell’aristocrazia britannica di cui lui e il fratello maggiore William sono l’illustrazione perfetta: al primogenito spettano il titolo e le terre e all’altro il compito di uscire di scena con grazia.

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Arriverà in libreria il 10 gennaio e verrà preceduto, domenica 8, da due intervistone di cui si conoscono solo le scoppiettanti anticipazioni: una dal giornalista Tom Bradby dell’emittente britannica Itv e una dall’americana Cbc dal famoso programma 60 Minutes di Cooper Anderson. Bradby, amico della coppia, è un giornalista che fa da tramite in una vicenda che vede Regno Unito e America molto contrapposti sulla faccenda, che oramai polarizza l’opinione pubblica quasi quanto la Brexit un tempo. (Anche se ormai si sta facendo strada con forza una terza fazione, quella degli annoiati, soprattutto dopo il documentario Netflix, indigesto anche per i royal watchers più attenti e in vista dell’inevitabile mémoir di Meghan, che non ha neppure l’interesse psicoanalitico di quello di Harry).

 

Da quando ha conosciuto l’ex attrice, Harry ha cavallerescamente cercato di difendere la sua compagna, ora moglie, dagli attacchi e dalle intrusioni della stampa popolare britannica, da sempre feroce nei confronti della vita privata dei reali e qui ulteriormente accanita per via delle sue origini afroamericane. “Quando ti viene detto per gli ultimi sei anni che ‘non si può fare un comunicato per proteggerti’ mentre viene fatto per altri membri della famiglia reale, arriva un momento in cui il silenzio è tradimento”, ha spiegato Harry, abbronzatura californiana e mestizia inglese, dando una stoccata mica da poco alla sua famiglia, il cui motto è “never explain, never complain”, “mai spiegarsi, mai lamentarsi”.

 

Solo un motto, per l’appunto, visto che formalmente viene rispettato, mentre dietro le quinte la famiglia si esprime, eccome: Harry accusa i corrispondenti di dire di aver detto “di aver contattato Buckingham Palace per un commento” mentre l’intera storia è un commento di Buckingham Palace, dall’inizio alla fine, secondo il duca di Sussex, che ha nettamente migliorato la comunicazione. Poteva lavare i panni sporchi in famiglia? Ci ha provato, e ogni volta è venuta fuori una storia peggiore su Meghan, visto che a Palazzo “ritengono che sia meglio continuare a mostrarci come i cattivi” e “non hanno dimostrato assolutamente alcuna volontà di riconciliazione”.

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Come lui, d’altronde. Pochi anni fa la grande Elisabetta diede la linea alla gestione morale della pandemia con il suo “we will meet again”, ci rivedremo. Anche in questo caso la compianta sovrana ha lasciato parole lucide in eredità alla sua e a tutte le famiglie del mondo: Recollections may vary”, “le ricostruzioni possono variare”.

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