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nel regno unito

Il “progetto Truss” è finito

Paola Peduzzi

Del minibudget annunciato il 23 settembre dall’allora cancelliere Kwasi Kwarteng licenziato venerdì scorso non resta molto. Il silenzio della premier ai Comuni e i suoi tiepidi difensori. Manovre di sopravvivenza

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Liz Truss, premier britannica, ha lasciato che il suo cancelliere dello Scacchiere appena nominato, Jeremy Hunt, riscrivesse persino il piano annunciato per contenere il prezzo dell’energia, spazzando così via anche l’ultima ragione che la teneva al potere. Del minibudget annunciato il 23 settembre dall’allora cancelliere Kwasi Kwarteng licenziato venerdì scorso non resta molto,  non il taglio delle tasse (restano i tagli che erano già in essere, quindi non decisi dal governo Truss, come quelli sulle imposte di bollo, però i due terzi dei 45 miliardi di tagli previsti 26 giorni fa sono stati ribaltati), ma nemmeno il tetto ai prezzi dell’energia per i prossimi due anni, che costava circa 70 miliardi di sterline e che avrebbe dovuto aiutare  gli inglesi a gestire gli aumenti delle bollette: resterà una misura universale  fino ad aprile – solo per questo inverno quindi – poi sarà destinata unicamente ai redditi più bassi. Lo slogan “crescita crescita crescita” della Truss, con gli strumenti scelti per garantirla, non poggia più su nulla: lo sa anche lei, che non è andata ai Comuni a difendere quello che non è più nemmeno un “u-turn” ma un affossamento, e ha mandato al proprio posto Penny Mourdant, che era una sua rivale per la corsa alla leadership dei Tory, proprio come Hunt. Il “progetto Truss” è finito, i mercati hanno festeggiato. 

 

I commentatori sono allibiti: sono stati molto critici con la premier, hanno calcolato i costi di questo tracollo dando ragione di fatto ai mercati, ma non riescono a capacitarsi della velocità con cui una leader al potere da sei settimane, poco preparata e molto ideologica sia riuscita a travolgere non soltanto se stessa ma anche il suo governo e il suo partito. Per molti, Jeremy Hunt sta di fatto facendo il primo ministro: il cancelliere dello Scacchiere,  soprannominato “Apocalypse Hunt” dai sempre sobri giornalisti inglesi, si è incaricato di rivedere il minibudget per riportare “la stabilità” dopo lo choc finanziario, ma poiché non si tratta di qualche aggiustamento qui e lì, sembra che pure lui stia sfiduciando la Truss. Per prendere il suo posto? I Tory, che pure hanno dato il via all’ascesa della Truss scaricando l’ex premier Boris Johnson e selezionando la nuova leadership, ripetono soltanto: “Siamo fottuti” a chiunque chieda loro come si esce da questo caos. Molti chiedono alla Truss di lasciare l’incarico, ma sognano una selezione interna senza passare nemmeno dalle primarie, in cui persino Hunt, che all’ultima contesa interna era stato eliminato al primo turno di votazione, potrebbe avere un ruolo. Oppure Rishi Sunak, ex cancelliere dello Scacchiere sconfitto al ballottaggio dalla Truss, che con le sue dimissioni aveva dato il via all’inizio dell’estate all’estromissione di Johnson. Oppure lo stesso Johnson, già rimpiantissimo perché il suo partygate e il suo silenzio sui comportamenti lascivi dei suoi collaboratori non sembrano niente di fronte al collasso dei mercati delle ultime settimane: lui poi le elezioni, nel 2019, le aveva vinte, e alla stragrande. Questo buttare lì nomi uno via l’altro, anche quelli bocciati e poco amati e già scartati, rende bene l’idea della disperazione dei conservatori.

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Penny Mourdant, che è andata ai Comuni su richiesta del Labour prendendo il posto della Truss “molto occupata in altre faccende” (risata dei parlamentari) è arrivata a dire che la premier “non si sta nascondendo sotto la scrivania” e che il nuovo assetto economico-finanziario proposto dal cancelliere dello Scacchiere riporterà la calma. Anzi, la premier ha mostrato molto coraggio nel saper mettere mano al minibudget, ha detto la Mourdant, evitando di soffermarsi sul fatto che non è che ci fossero molte alternative.  Un parlamentare laburista le ha chiesto se è possibile pretendere che la Truss non si avvicini più a nessuna decisione economica (altra risata), e la Mourdant ha risposto senza scomporsi troppo che il governo deciderà tutto assieme. E’ stata molto decisa, la Mourdant, e così il suo nome si è aggiunto alla lista ormai lunghissima di chi potrebbe prendere il posto della Truss. 

 

Anche se molti sono convinti che la premier non possa rimanere al suo posto, la sostituzione non è affatto una cosa semplice. Dopo aver mandato avanti Hunt e Mourdant, la Truss è arrivata infine anche lei ai Comuni. Ha taciuto, mentre i laburisti dicevano che ora che il piano economico assomiglia di più alla loro proposta avrà un migliore riscontro sui mercati, ma la credibilità del governo non si può più rammendare: serve un nuovo voto. I sondaggi danno il Labour almeno 30 punti percentuali avanti rispetto ai Tory, uno scarto mai visto prima che getta i conservatori nello scompiglio: non sanno più cosa augurarsi, dopo essersi mangiati i propri leader, mentre i conti degli inglesi, dalle bollette ai mutui, non faranno che aumentare.  

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