troll a Parigi

Sul Psg cade la tegola di un'inchiesta indecente. Vittima? Mbappé

Mauro Zanon

Mediapart rivela che la società di Al-Khelaïfi avrebbe incaricato un’agenzia di comunicazione per condurre campagne diffamatorie sui social contro media e personalità ostili alla squadra e giocatori del club. Tra questi il giovane fenomeno francese. Nel mirino pure Rabiot, calciatore della Juventus

Più del talento diplomatico di un dirigente di lungo corso come Luis Campos e della forza persuasiva del faraonico rinnovo di contratto proposto dal presidente Nasser al-Khelaïfi, era stato il capo dello stato francese, Emmanuel Macron, a convincere la star dell’Équipe de France, Kylian Mbappé, a restare un altro anno, almeno, al Paris Saint-Germain: la squadra di calcio della capitale di proprietà del Qatar Sports Investement, filiale del fondo sovrano qatariota Qatar Investment Authority. Questione di grandeur, anzitutto: se se ne va Mbappé, chi guarderà ancora quel campionato periferico che è la Ligue 1? E chi verrà qui a investire?, si è chiesto l’inquilino dell’Eliseo a inizio estate, quando il ragazzo di Bondy, banlieue multietnica a nordest di Parigi, era ormai a un passo dal Real Madrid. Un po’ di geopolitica sportiva. 

 

Solo che ora Mediapart, il gendarme del giornalismo francese, se ne è uscito con un’inchiesta scabrosa che rischia di far saltare in aria tutto: contratto, squadra, immagine della società, speranze di Macron. E spingere davvero Mbappé lontano dal Parc des Princes prima del previsto. Secondo quanto rivelato dal giornale d’inchiesta, il Psg di Al-Khelaïfi avrebbe infatti incaricato un’agenzia di comunicazione esterna di creare un esercito di troll per condurre campagne violente e diffamatorie sui social contro i media e le personalità pubbliche giudicati ostili alla squadra, ma anche contro giocatori del club. E tra le vittime prese di mira figurerebbe anche Mbappé, la star che proprio in queste settimane sta vivendo da separato in casa per dissidi con i compagni di squadra e per malumori legati al deludente mercato estivo. L’inchiesta di Mediapart nasce dalla consultazione di un documento confidenziale di 50 pagine dell’agenzia ingaggiata dal Psg, la Digital Big Brother (Dbb), che fa il bilancio della sua attività per conto della squadra parigina nella stagione 2018-2019. Immatricolata a Barcellona, Dbb è controllata da un uomo d’affari franco-tunisino, Lofti Bel Hadj, che nel 2019 avrebbe anche lavorato a servizio del candidato alle presidenziali tunisine Nabil Karoui, nonostante quest’ultimo fosse in prigione.

 

Nel rapporto viene precisato che l’armata di troll creata da Dbb operava sotto la supervisione del servizio di comunicazione del Psg, diretto all’epoca da Jean-Martial Ribes, fedelissimo di Al-Khelaïfi. A guidare la corazzata di account twitter falsi creati ad hoc per screditare Mbappé & Co. sarebbe stato Paname Squad, tuttora esistente, che su Twitter si presenta come un “collettivo di appassionati del Paris Saint-Germain”. Attorno a esso gravitavano una decina di account come Lana Psg, Ultra Attitude, Janot Psg e La Daronne du parc. Nel marzo 2019, quando Mbappé manifestò i primi mal di pancia e la sua intenzione di migliorarsi lontano da un campionato poco stimolante come la Ligue 1, arrivarono i primi attacchi da parte di Paname Squad su indicazione del club. Da quel momento, regolarmente, l’attaccante del Psg è stato il bersaglio di raid digitali volti a infangare la sua immagine.

 

Ma gli attacchi più violenti e volgari sono stati scagliati contro Adrien Rabiot, ex Psg e attuale centrocampista della Juventus, e la madre e procuratrice Véronique. Diversi account dell’esercito di troll pilotato dalla direzione parigina, durante la ruvida trattativa per la sua partenza da Parigi verso Torino, gli diedero del “grande figlio di puttana” e dello “sporco traditore”. “Non ha i coglioni per cacciare la madre, che gli dice tutto quello che deve fare e lo sta facendo sbattere contro il muro”, scrisse Lana Psg. La banda di troll, secondo la ricostruziomne di Mediapart, sarebbe stata utilizzata anche per proteggere la reputazione di Neymar, la vedette brasiliana del Psg: sia dalla giovane modella che lo aveva accusato di stupro, sia dal tifoso del Rennes schiaffeggiato dall’attaccante verde-oro al termine della finale di Coppa di Francia (l’identità del tifoso fu resa pubblica e sui social e fu additato come noto delinquente da una serie di account). La società parigina ha smentito a Rmc Sport i contenuti dell’inchiesta. A Mediapart, invece, l’agenzia Dbb ha confermato tutto.

Dopo l’inchiesta di Libération a fine settembre, secondo cui Al-Khëlaifi avrebbe fatto incarcerare e torturare per dieci mesi un uomo d’affari franco-algerino, “colpevole” di possedere materiale scottante legato all’assegnazione dei prossimi Mondiali di calcio al Qatar, Mediapart mostra un nuovo lato torbido della presidenza qatariota del Psg, principale emanazione e vetrina dell’emirato in Europa. 
 

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