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Guerra in Ucraina

Mosca ha 15 milioni di proiettili d'artiglieria: ne spara più dell'Urss e come Hitler

Cecilia Sala

Per questo Kyiv colpisce i depositi di munizioni anche in Russia e in Crimea. Un bombardamento ambizioso nella notte

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Nella notte tra giovedì e venerdì c’è stato il più ambizioso bombardamento ucraino contro postazioni russe dall’inizio della guerra, non per la portata dei danni inflitti (che ancora non sono del tutto chiari), ma per il numero di attacchi sferrati contemporaneamente non solo sul territorio occupato dopo l’inizio dell’invasione ma, soprattutto, dentro i confini della Russia e contro la penisola della Crimea che Mosca occupa da otto anni. (Fino al 9 agosto e al bombardamento della base aerea di Saki, i russi consideravano la Crimea un posto perfettamente sicuro per i soldati e le armi come per i turisti, che invece quel giorno sono scappati dalle spiagge e sono corsi via in macchina piangendo). 

 

Nella notte, nella regione russa di Belgorod ci sono state almeno due grandi esplosioni e le autorità locali hanno dovuto evacuare due villaggi: Stary Oskol e Timonovo, nei video girati lì si vede un enorme incendio perché è stato colpito un deposito di munizioni e le esplosioni secondarie hanno moltiplicato il danno. Nello stretto di Kerch – il punto più lontano della Crimea dal fronte e quindi dal territorio controllato da Kyiv – si sono sentiti dei botti e nel cielo buio si sono viste delle scintille che fanno pensare sia entrata in funzione la contraerea russa. Appena fuori Sebastopoli, la più importante città della Crimea che ospita la flotta russa del Mar Nero, nella zona di Belbek dove c’è l’aeroporto internazionale e una base militare, ci sono state altre esplosioni. Oltre a queste operazioni, sono stati bombardati due obiettivi (anche in questo caso si tratta di depositi di munizioni o basi militari) nel Donbas occupato, molto vicini al confine con la Russia, e a Nova Kakhovka nel sud: è stato danneggiato il ponte della diga (in quell’area, ogni ponte che collega la zona di Kherson occupata dalle truppe di Mosca alla Crimea da dove arrivano rifornimenti e rinforzi è stato colpito dagli ucraini). Tutto è successo nell’arco di poche ore.

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Questa notizia va letta insieme ad un’altra, pubblicata dal sito indipendente russo Meduza: il Cremlino ha dato inizio all’invasione potendo contare su 15 milioni di munizioni per l’artiglieria stoccate nei propri magazzini e su una capacità di produzione di un milione e mezzo di unità all’anno. Questi numeri, insieme al numero di cannoni disponibili, costituiscono il più importante vantaggio russo nella guerra di aggressione contro l’Ucraina. Semplicemente: è una guerra d’artiglieria e Mosca dispone di un numero enorme di proiettili d’artiglieria: da maggio ne ha sparati una media di 30-40 mila al giorno, con picchi che superano i 50 mila (gli ucraini circa cinquemila). Significa infliggere un livello di distruzione superiore a quello portato dai cannoni sovietici durante la Seconda guerra mondiale e da quelli inglesi, tedeschi o francesi nella Prima. E’ paragonabile, invece, all’intensità con cui sparavano i cannoni di Hitler tra il 1941 e il 1944. 

 

Kyiv ha sempre detto di conoscere bene questa tecnica perché era una tecnica sovietica – spianare con l’artiglieria (che colpisce in modo impreciso) e far avanzare le truppe solo quando non è rimasto più nulla –, ma di preferirne un’altra, meno devastante e più mirata, che fa male perché tocca i punti sensibili. Nello specifico: i centri di comando, le basi militari, gli snodi logistici e – più spesso – i grandi depositi di munizioni. Se è vero che la quantità di munizioni è un privilegio della macchina bellica russa e che si tratta di proiettili rudimentali quindi le sanzioni e l’embargo tecnologico non ne mettono in crisi la produzione futura: sono molto pesanti e per sparare tutti quei colpi bisogna trasportarne continuamente una quantità industriale al fronte. Da quasi due mesi (da quando sono arrivati i lanciarazzi americani Himars che coprono lunghe distanze), i soldati di Kyiv lavorano per mettere in crisi la strategia russa e rendere altissimo il costo di questo trasporto mentre è particolarmente attuale il rischio che le munizioni, stoccate nei magazzini lungo il percorso, vengano fatte brillare dagli Himars. I risultati si vedono: il monitoraggio satellitare degli incendi fatto dalla Nasa mostra come le serie di fuoco russo siano decrescenti da un mese e mezzo. 

 

Gli ucraini non hanno rivendicato ufficialmente tutti questi attacchi e la prassi – per quelli in Russia e in Crimea – è non farlo. Ma diverse fonti anonime tra gli ufficiali di Kyiv hanno confermato alla stampa la paternità di alcuni di questi attacchi e Oleksiy Danilov, il capo del Consiglio nazionale di sicurezza, ha detto che è in corso un’offensiva per liberare la Crimea. Dopo i primi attacchi che hanno colpito la penisola occupata Mykhailo Podolyak, consigliere diplomatico di Zelensky, ha detto che i russi devono considerarli “come un avvertimento” e andarsene perché: “Il karma ti trova ovunque”.

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