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Roma Capoccia – Spiana di Borgo

Almeno 40 mila ucraini deportati dai russi

Matteo Matzuzzi

Quanto sta accadendo in Ucraina "ci fa ricordare le deportazioni di Stalin in Siberia”. La denuncia dell’arcivescovo di Kyiv

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"La liberazione del Donbas è stata dichiarata la ragione principale dell’aggressione della Russia all’Ucraina. In quella zona, si sono verificate deportazioni forzate delle persone, spostate dai villaggi in cui avevano sempre vissuto fino al territorio controllato dalla Russia. Caritas Ucraina ha contato 40 mila deportati. Nel territorio controllato viene tolto loro il passaporto e vengono esiliati in Russia. Molti ricevono un documento provvisorio che li costringe a lavorare nell’isola Sakhalin, nell’Oceano Pacifico, al confine con il Giappone, senza possibilità di abbandonare il territorio per due anni. Questo ci fa ricordare le deportazioni di Stalin in Siberia”. A dirlo è stato martedì l’arcivescovo maggiore di Kyiv-Halyc, Sviatoslav Shevchuk, interevendo a una conferenza organizzata dal Pontificio Istituto Orientale.

Fin dal primo giorno della guerra “disumana e sacrilega”, come l’ha definita il Papa, Sua Beatitudine informa il mondo di quel che accade a Kyiv e nelle altre città ucraine bombardate dai russi. Come tanti altri vescovi e preti, Shevchuk non ha lasciato la sua diocesi, restando pastore a guida del gregge là dove più forte è la sofferenza del popolo.

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