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la repressione di putin

Russia, la giornalista che ha protestato in tv contro la guerra è stata multata e (per ora) rilasciata

Marina Ovsyannikova ha mostrato un cartello contro la propaganda del Cremlino e l'invasione dell'Ucraina in diretta televisiva. Per la legge di Mosca rischia fino a 15 anni di carcere. Per 24 non si sono avute sue notizie. Poi l'annuncio di una multa da 30mila rubli

Redazione
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Articolo aggiornato alle ore 17 e 40

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La giornalista televisiva russa Marina Ovsyannikova, che ieri aveva mostrato un cartello contro la guerra in diretta nazionale, stando a quanto dice l'agenzia Ria Novosti, è stata per il momento rilasciata e multata con una sanzione amministrativa, per aver organizzato una protesta non autorizzata, da una corte di Mosca. La multa ammonta a 30mila rubli, che corrispondono a poco più di 247 euro. Di lei non si erano avute notizie per 24 ore. Il fatto che le sia stata comminata una multa pecuniaria non significa che non ci saranno altri procedimenti pendenti nei suoi confronti. Come detto, se ricompresa nell'accezione di "diffusione di notizie false" secondo una legge approvata recentemente, potrebbe rischiare fino a 15 anni di carcere.

 

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Articolo aggiornato alle 15,30 

Marina Ovsyannikova è in tribunale. L'avvocato Anton Gashinsky ha pubblicato una foto su Telegram che li ritrae insieme intorno alle 15 di questo pomeriggio. 


 

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"Niente guerra, ferma la guerra, non credere alla propaganda, qui ti stanno mentendo". Con queste parole scritte su un cartello, ieri sera Marina Ovsyannikova è entrata nello studio di un telegiornale in diretta su Channel One, un canale della tv di stato russa, e ha sfilato dietro alla giornalista in studio mostrandosi alle telecamere. L'irruzione è durata pochi secondi, poi dalla regia hanno mandato un servizio registrato.

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Da quel momento non si sa dove sia finita Marina Ovsyannikova: è stata presa in custodia dalla polizia e ora gli avvocati non riescono a rintracciarla. "Dieci ore dopo il suo arresto, Marina Ovsyannikova è ancora scomparsa. Gli avvocati del progetto per i diritti umani OvdInfo non sono stati in grado di localizzarla", scrive su Twitter il giornalista di Meduza Kevin Rothrock. A ostacolare le ricerche, dice Rotchorck, sono i poliziotti. Ma anche l'ex marito della giornalista, un dipendente di Russia Today, si è rifiutato di collaborare.

 

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Ovsyannikova è una giornalista di Channel One, una delle reti controllate da Vladimir Putin. Prima della sua protesta in diretta tv ha registrato un video in cui ha definito gli eventi in Ucraina un "crimine", ha detto che si vergognava di aver lavorato per la propaganda del Cremlino e ha esortato i russi a protestare contro la guerra. "Mi vergogno di aver permesso a me stessa di dire bugie da uno schermo televisivo. Mi vergogno di aver permesso che i russi si trasformassero in zombi". Solo il popolo russo, ha detto, può "fermare la follia".

Dopo l'invasione dell'Ucraina in Russia non è consentito dire "guerra" o "invasione". Putin ha approvato una legge che lo vieta e che prevede fino a 15 anni di carcere per chi racconta una versione del conflitto in Ucraina diversa da quella ufficiale del Cremlino, secondo cui la Russia sta portando avanti una “operazione militare speciale”, fornendo aiuti e beni alimentari ai civili, allo scopo di denazificare il paese. 

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