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Dentro a Livre Noir, la web-tv francese pazza per Zemmour

Mauro Zanon

Con più di duecentomila follower è il canale YouTube di riferimento della destra sovranista. “Su quella poltrona mi piacerebbe che si sedesse anche Macron”

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Parigi. Fino allo scorso anno, era soltanto un’idea tra le tante nella testa di Erik Tegnér, ex militante gollista entrato nel 2018 nella cerchia ristretta di Marion Maréchal, la nipote di Marine Le Pen. Oggi, invece, Livre Noir è il canale YouTube di riferimento della destra sovranista francese, con più di duecentomila follower e un amore devoto verso il candidato all’Eliseo di Reconquête!, Éric Zemmour

    
“Vedrete dopo le presidenziali che non è ‘Tele Z’”, si difende Tegnér da chi definisce la sua creatura mediatica un semplice megafono del Zemmour-pensiero. “Non sono agli ordini di qualcuno! Ho una strategia a dieci anni”, dice questo 28enne di origini danesi, puntando il dito contro l’“ipocrisia” degli altri media, perché anche loro “sanno bene che quando metti Zemmour nel titolo aumentano i clic”. Tutto vero, certo. Ma il 6 giugno 2021, quando era ancora un semplice giornalista del Figaro, Zemmour scelse proprio Livre Noir per lanciare i primi segnali di candidatura. “Forse bisognerebbe passare all’azione, perché la previsione, la predizione, la profezia non bastano più”, disse Zemmour davanti alle telecamere della web-tv sovranista. 

    
L’intervista di un’ora e mezza ebbe un grande impatto mediatico, in tre giorni registrò 400 mila visualizzazioni, e permise a Livre Noir di squarciare il velo dell’anonimato, accreditandosi tra i canali YouTube da tenere d’occhio per capire che aria tira politicamente. “Se Zemmour ha scelto Livre Noir, è perché sapeva di essere in territorio amico. Al riparo da domande destinate a metterlo alle strette, libero di poter organizzare il suo numero di suspense fino al punto culminante dell’annuncio ufficiale della sua candidatura. Non è a una vecchia volpe dei palcoscenici televisivi che si insegna a suscitare l’appetito mediatico”, scrive L’Obs nella sua inchiesta su Livre Noir. Per lanciare la sua rete YouTube, Tegnér si è fatto aiutare da François de Voyer, 38 anni, ex presidente del Cercle Audace, club di imprenditori vicino al Rassemblement national fondato nel 2014, e da Swann Polydor, giovane sviluppatore informatico. 

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I tre ragazzi, uniti dalla prossimità ideologica con Marion Maréchal, hanno installato il loro studio in un edificio haussmaniano del Quindicesimo arrondissement, dove ogni domenica invitano saggisti, politici e giornalisti ancorati alla destra della destra nel quadro della rubrica “Grand Entretien”: un’intervista fiume sulle questioni più disparate, ma sempre con un taglio identitario. Tegnér è il volto di Livre Noir, l’intellò che cura le reti sovraniste parigine ma a cui piacciono anche le inchieste sul campo, come quando si è infiltrato nei quartieri difficili di Marsiglia, le cosiddette “no-go zone”, filmando con GoPro e droni la criminalità dilagante. “Sono no limits”, dice Tegnér, mentre si prepara a tornare a Molenbeek, la banlieue di Bruxelles dove è cresciuto il terrorista Salah Abdeslam, per portare a termine un reportage sull’islamismo. François de Voyer, invece, è la voce che conduce il “Grand Entretien”.

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Sulla poltrona rossa dello studio di Livre Noir si sono seduti Patrick Buisson, eminenza grigia della destra conservatrice, Jean-Marie Le Pen, fondatore del Front national, Florian Philippot, presidente del partito Les Patriotes, ma anche Didier Lemaire, professore di Filosofia minacciato di morte dagli islamisti per aver allertato l’opinione pubblica sulla diffusione dell’islam radicale nel comune di Trappes. 

     
“Su quella poltrona rossa, un giorno mi piacerebbe che si sedesse anche Emmanuel Macron!”, spera Tegnér. Per ora, da sinistra, ha accettato l’invito soltanto Jean-Christophe Cambadélis, ex segretario del Partito socialista. L’ingegnere star Jean-Marc Jancovici si è rifiutato perché “non voleva sedersi nella poltrona dove Zemmour aveva posato il suo sedere”, racconta François de Voyer. L’ultimo video pubblicato è una difesa del magnate bretone Vincent Bolloré dagli attacchi del giornale d’inchiesta Mediapart, quel Bolloré che, secondo il Monde, parla tutti i giorni al telefono con Éric Zemmour.
 

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