Tra economia e sicurezza

I consigli di John Podesta a Letta per battere chi vive separato dalla realtà

Daniele Raineri

L'ex consigliere della Casa Bianca ci spiega l'alleanza mondiale per lavoro e clima. Dal trucco retorico di Salvini sui migranti alla deriva antidemocratica dei repubblicani

Poiché tutti i sovranisti sono uguali e compatti (su immigrazione, scetticismo vaccinale, nostalgia di un passato mitico, relazioni con dittature e altro) e invece i progressisti sono infelici ciascuno a modo suo, s’avanza l’idea che si può ribaltare la situazione. I progressisti hanno la possibilità di riorganizzarsi, di farsi venire delle idee e di fare fronte comune – e internazionale – per affrontare una serie di grandi temi e allo stesso tempo per respingere alle elezioni la marea populista. John Podesta, che è stato capo dello staff con il presidente americano Bill Clinton e consigliere alla Casa Bianca per Barack Obama – lo stesso ruolo di Steve Bannon con Donald Trumpè a Roma con questa visione ambiziosa e ne parlerà in  una due giorni di lavori ospitata dal Partito democratico e organizzata da Global Progress, un network mondiale di progressisti. Partecipano oltre al segretario del Pd, Enrico Letta, anche Olaf Scholz, che potrebbe diventare il prossimo cancelliere tedesco, il canadese Justin Trudeau, lo spagnolo Pedro Sánchez e, in collegamento video dalla Nuova Zelanda, la premier Jacinda Ardern. “Facevamo di continuo questi incontri via video a distanza prima della pandemia, il Covid ci ha trovato già su Zoom. Ci scambiamo lezioni e non ci occupiamo soltanto di come si governa – dice Podesta al Foglio – ma anche di come si fanno e si vincono le campagne elettorali. Ci occupiamo delle cose di cui parlano gli elettori”.

 

La destra in Italia è brava a fare questo, a monopolizzare la conversazione con gli elettori, diciamo a Podesta. Prendiamo Matteo Salvini della Lega. Lui ha una tattica acchiappavoti lineare. Ogni volta che un immigrato commette un delitto lui dà il massimo risalto alla cosa grazie alla presenza capillare che ha sulle piattaforme social. E poi dice agli italiani: vedete? Siete in pericolo, voi e la vostra famiglia, e io sono l’unico che può proteggervi. E funziona, la Lega va bene nei sondaggi. Che consiglio darebbe a Enrico Letta per cavarsela in questa situazione? “La prima cosa da fare in questo caso è essere molto credibili in materia di sicurezza. E’ la base dalla quale partire per smontare il resto. Quando hai delle buone credenziali in materia di sicurezza, allora puoi parlare agli elettori e spiegare che quello del tuo avversario è soltanto un trucchetto per distogliere l’attenzione da altri problemi che non è in grado di affrontare. Se sei credibile in partenza puoi smascherare l’espediente del candidato rivale. Negli Stati Uniti durante la campagna presidenziale di Joe Biden ci sono state le proteste per la morte di George Floyd e a un certo punto è nata una campagna ‘Togliete i fondi alla polizia’. Biden non si è unito a quella campagna perché non pensava che fosse la risposta corretta da dare al problema della brutalità poliziesca e aveva ragione lui. Voleva essere pratico e presentare soluzioni reali. In quel momento c’è stata una sconnessione tra la campagna democratica per il presidente e la campagna democratica per i seggi del Congresso, Biden non ha prestato orecchio a quelli che volevano togliere i fondi alla polizia e invece alcuni candidati democratici sì. Il risultato è che Biden ha vinto le elezioni, ma il Partito democratico ha perso seggi alla Camera a favore dei repubblicani, anche se mantiene ancora il vantaggio”. 


In questi giorni negli Stati Uniti c’è uno scrittore che vuole vincere le primarie repubblicane per un seggio al Senato, si chiama J. D. Vance e ha avuto un certo successo con un libro che si chiama “Elegia americana” che poi è diventato anche una serie. E’ il cantore dei forgotten man, i bianchi della classe lavoratrice che vivono lontano dalle coste dove ci sono gli affari, gli spettacoli e la vita e si sentono trascurati dalla politica. Vance è specialista in un tema che Trump ha sfruttato bene: i democratici sono fighetti che passano il tempo sui campi da golf, siamo noi a occuparci dei lavoratori, votate noi perché quelli sono troppo impegnati a fare feste a Hollywood. “Vance è soltanto un caso mediatico. E Biden sta lavorando molto bene su quel versante e contro quel tipo di propaganda. Ha approvato e sta approvando anche in questi giorni dei piani di rilancio di dimensioni enormi per il paese. E le infrastrutture locali e la creazione di posti di lavoro sono una parte importante di questo rilancio, cominciato subito dopo l’inaugurazione. E’ un messaggio concreto, pratico, visibile. Ci stiamo occupando di voi”. Ogni giorno vediamo i repubblicani americani abbracciare sempre di più l’insurrezione del 6 gennaio e la Big Lie, l’idea che Biden abbia rubato le elezioni. Preparano il terreno per le prossime elezioni presidenziali con leggi che restringono i diritti degli elettori oppure facilitano la contestazione e l’annullamento dei risultati. Da qui, da lontano, sembra che i dem non siano molto interessati a quello che sta succedendo o è un’impressione sbagliata? “C’è un partito che lavora per imbrogliare alle prossime elezioni. Se – e dico se – Trump si ripresentasse perderebbe di nuovo il voto popolare come nel 2020 e allora deve cambiare in qualche modo il risultato. Il Partito repubblicano in questo momento è antidemocrazia.

 

Adesso Biden è alle prese con queste leggi e queste riforme economiche che abbiamo menzionato, ma poi lavorerà anche sulla questione dei diritti degli elettori”. Però la Big Lie è il sintomo molto visibile di un problema che esiste anche qui in Europa. Una parte degli elettori è come se vivesse in una realtà separata, alternativa, dove si può far credere loro qualsiasi cosa: che i venezuelani hanno rubato le elezioni americane a favore di Biden, per restare in America, ma è una questione che interessa tutti, anche in Italia. Il miglior antidoto per battere chi vive in questa realtà separata è, dice Podesta, “un’economia forte che funziona per te e per la tua famiglia”. Esiste un blocco di persone che vuole aderire a quelle convinzioni alternative ma è minoritario. Il resto degli elettori va convinto con molto lavoro e con questa idea di base: un’economia che funziona bene per te e per la tua famiglia batte le altre questioni, “del resto Biden ha convinto gli americani in mezzo alla pandemia che la sua ricetta economica avrebbe funzionato meglio e ha battuto Trump. Twitter e la realtà sono due cose molto diverse”. Lo scopo di Global Progress, dice Podesta, è capire assieme come ricostruire un’economia più stabile, più sostenibile, più equa e affrontare il climate change. E adesso, dopo la crisi globale della pandemia, penso che i progressisti abbiano lo slancio per andare a governare. Penso che gli elettori stiano chiedendo questo ai loro leader: sei in grado di darci un’economia sostenibile che funziona? Sei in grado di darci un’economia dove anche le donne possono lavorare bene?”. In Italia la questione climate change viene vista da molti come in opposizione all’economia, come una cosa punitiva. “No, è l’opposto. Noi stiamo lavorando perché l’economia pensata nel quadro della lotta al climate change sia una nuova opportunità per tutti, con crescita dei posti di lavoro”.

  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)