la cena dei capi di stato

L'Unione europea cerca chiarezza sull'autonomia strategica

David Carretta

Cina, Aukus, Afghanistan: dalla cena a Brdo non è arrivata nessuna svolta, solo un calendario. Secondo Michel, "l'Ue deve aumentare la sua capacità di agire in modo autonomo" compreso nei settori della sicurezza e della difesa

Una cena informale dei capi di stato e di governo dell'Unione europea non prende decisioni. Serve per discutere con franchezza di ciò che unisce e divide, tanto più un tema così delicato come la politica internazionale, dove gli interessi dei ventisette stati membri spesso non coincidono. Angela Merkel è sul punto di andarsene e non può impegnarsi a nome del prossimo governo della Germania. Emmanuel Macron è già in campagna per la rielezione e non intende privarsi della carta dell'orgoglio gollista della Francia. Ma, nella cena informale dei leader ieri sera a Brdo, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha avuto il merito di mettere nel menù la questione centrale che mina le ambizioni dell'Ue sulla scena internazionale. “Un tema centrale che continua a essere evocato è l'autonomia strategica”, ha detto Michel all'inizio della discussione: “Questo principio deve anche essere chiarito tra gli stati membri”. Non è bastata la cena di ieri per farlo. La conclusione che Michel ha tratto dopo la discussione è questa: la questione “non è la difesa dell'Ue oppure la Nato. E' entrambi”. Servirà ancora tempo per determinare cosa significhi e a cosa serva l'autonomia strategica dell'Ue.

 

L'antipasto della discussione tra i leader è stato la relazione con la Cina. Secondo Michel – a quanto ha riferito una fonte dell'Ue – ci sono “tre elementi che dobbiamo tenere in conto rispetto alla Cina: la nostra fermezza, la volontà di dialogare su una serie di questioni globali (in particolare il clima) e anche la necessità di riequilibrare la nostra relazione con il paese”. L'accordo sugli investimenti concluso a dicembre “di fatto rimane congelato”. Ci sono state sanzioni e controsanzioni. Alcuni leader hanno detto che l'Europa non deve mostrarsi “naif”. L'Ue è il più grande mercato al mondo e dunque la Cina ha tutto interesse a essere presente. La condizione è rispettare le stesse regole del gioco. Nelle sue conclusioni, Michel ha detto che l'Ue perseguirà “i suoi interessi, in particolare nei confronti della Cina che consideriamo un concorrente, un partner e un rivale sistemico”.

 

Il piatto forte della cena, tuttavia, è stato la relazione con gli Stati Uniti. L'offesa dell'Aukus – il patto  tra Stati Uniti, Australia e Regno Unito nell'Indo-Pacifico – è stata declassata da diversi capi di stato e di governo a “questione commerciale” che “non deve mettere in discussione la nostra relazione commerciale con gli Usa” (sono le parole del premier belga Alexander de Croo). Macron ha mantenuto la sua postura gollista, spiegando che giudicherà la buona volontà espressa in una telefonata da Joe Biden sulla base dei “fatti”. Ma il tradimento della decisione unilaterale di ritirarsi dall'Afghanistan ha lasciato il segno. L'Italia ribadisce la convinta adesione alla Nato ma il ritiro dall'Afghanistan impone all'Ue delle riflessioni sul futuro delle relazioni internazionali e della difesa europea, ha spiegato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, prima di aggiungere: “Non abbiamo tempo”. Solo i Baltici sono rimasti fermi sulla tradizionale visione atlantista, secondo la quale non bisogna toccare nulla sulla difesa europea. Altri leader dell'est hanno iniziato a chiedersi se si può davvero contare sull'America in caso di aggressione della Russia in un paese dell'Ue. “La principale questione è come possiamo rafforzare le nostre alleanze e partnership e allo stesso tempo sviluppare le nostre capacità”, ha spiegato Michel durante la cena.

 

Nelle sue conclusioni Michel ha assicurato che l'Ue è impegnata a “lavorare con i nostri alleati e i partner che la pensano allo stesso modo, in particolare gli Usa e all'interno della Nato che sono il pilastro della nostra sicurezza”. Ma al contempo, viste “le lezioni delle recenti crisi, siamo impegnati a consolidare le nostre forze e a rafforzare la nostra resilienza riducendo le nostre dipendenze critiche”, ha detto il presidente del Consiglio europeo. Secondo Michel, “per diventare più efficace e assertiva sulla scena internazionale, l'Ue deve aumentare la sua capacità di agire in modo autonomo” compreso nei settori della sicurezza e della difesa.

 

Concretamente non è arrivata nessuna svolta, ma solo un calendario. A novembre l'Alto rappresentante, Josep Borrell, presenterà la bozza dello Strategic compass (la bussola strategica) che definirà la dottrina dell'Ue per i prossimi anni. I leader discuteranno lo Strategic Compass a dicembre e lo approveranno al Consiglio europeo di marzo dedicato alla difesa. Nel frattempo si lavorerà a una nuova dichiarazione politica Ue-Nato da adottare prima del summit dell'Alleanza atlantica del giugno 2022. Intanto - secondo quanto ci hanno riferito diverse fonti - le diplomazie sono al lavoro per ricucire i rapporti tra le due sponde dell'Atlantico e mettersi alle spalle la crisi afghana e l'offesa dell'Aukus. E forse è la cosa più importante.

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