In Francia

Le nuove parole chiave della destra sovranista, secondo Marine Le Pen

Mauro Zanon

Il meeting di domenica a Fréjus, nel sud-est della Francia, ha segnato l’inizio della campagna elettorale per l’Eliseo della madrina del sovranismo identitario francese. Ha tenuto un discorso in forma di vademecum, enumerando i concetti chiave attorno a cui il Rassemblement national costruirà la sua battaglia politica da qui ad aprile del prossimo anno

Le presidenziali francesi del 2022 “non saranno solo una scelta di società, come nelle precedenti edizioni, ma anche una scelta di civiltà”, ha detto domenica Marine Le Pen in occasione di un meeting a Fréjus, nel sud-est della Francia, che ha segnato l’inizio della sua campagna elettorale per l’Eliseo. Davanti a novecento militanti riuniti nel teatro romano di Fréjus, la madrina del sovranismo identitario francese ha tenuto un discorso in forma di vademecum, enumerando i concetti chiave attorno a cui il Rassemblement national costruirà la sua battaglia politica da qui ad aprile del prossimo anno, con l’obiettivo di ispirare le altre destre sovraniste europee a seguire la stessa strada. “La sovranità degli stati sta alle nazioni come la libertà sta agli individui”, ha dichiarato la Le Pen, fustigando “la dittatura di Bruxelles” e promettendo di scolpire nel marmo della Costituzione la superiorità del diritto francese rispetto a quello internazionale. “Le decisioni internazionali contrarie a un principio costituzionale resteranno semplicemente inapplicate”, ha affermato.

 

Anche l’uscita della Francia dal commando integrato della Nato rientra nelle priorità di Marine Le Pen, che domenica ha affidato al giovane delfino Jordan Bardella il compito di presiedere il Rassemblement national mentre lei sarà impegnata a convincere i francesi della bontà del suo programma euroscettico. L’altro tema di campagna, accanto alle solite sciabolate contro “i diktat dell’Ue”, sono “le libertà”, parola che ha pronunciato ottantacinque volte durante i quarantacinque minuti di comizio. Ma quali libertà? “Les libertés françaises”, ha precisato la Le Pen, che non sono quelle universali sancite dalla dichiarazione del 1789, ma quelle riservate ai cittadini nazionali. “Una concezione della libertà che resta sulla scia dei valori della destra e dell’estrema destra, fermamente restrittiva”, ha commentato il Monde (“Les libertés françaises”, come notato dal politologo Jean-Yves Camus, è tra l’altro il titolo di una rivista di estrema destra pubblicata nel secondo dopoguerra da un pensatore vicino all’Action française, François Daudet).

 

In questo senso, la Le Pen ha spiegato che una delle priorità è “riaffermare la nostra libertà di decidere chi entra e chi resta a casa nostra” con una legge severa sull’immigrazione: dai requisiti per restare sul territorio francese alla revoca della nazionalità e dei diritti sociali. Quando il discorso si è spostato sulle questioni di società, Marine ha bastonato “il silenzio assordante delle presunte femministe” dinanzi ai comportamenti dei “talibans de l’interieur”, ossia di quegli uomini di cultura islamica che, all’interno dei confini francesi e europei, si comportano con le donne come i talebani afghani, ma non vengono denunciati per paura di essere tacciati di islamofobia. 

 

“In Francia, i francesi hanno il diritto di vivere da francesi. I delinquenti saranno messi in condizione di non nuocere: quelli francesi in prigione, quelli stranieri in aereo”, ha tuonato la candidata sovranista. Per la Le Pen, nel 2022, “ci saranno solo due alternative: o la diluzione della Francia attraverso la decostruzione e la sommersione migratoria, o il sussulto salvifico che farà entrare la Francia nel terzo millennio attorno all’idea di nazione”. Un clin d’oeil alla teoria della “Grande Sostituzione” etnico-identitaria forgiata dallo scrittore di estrema destra Renaud Camus e sbandierata dal giornalista reazionario e quasi-candidato Éric Zemmour: l’unico che può intralciare la strada di Marine per accedere al secondo turno delle presidenziali.