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Doppio standard

In California il candidato di destra è nero, e gli danno della scimmia. Ma per i progressisti è tutto ok

In California il candidato di destra è nero, e gli danno della scimmia. Ma per i progressisti è tutto ok

Matteo Muzio

Il candidato repubblicano Larry Elder, che affronta il governatore in carica Davin Newsom è vittima di atti di razzismo. Ma non parlatene ai dem

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Il brand promosso dai democratici californiani mette un particolare accento sull’essere inclusivi. Con vertici ineguagliabili, come il tentativo da parte della presidente dell’Ufficio scolastico di San Francisco Gabriela López di rinominare le scuole della città in piena pandemia, mentre i genitori erano furiosi di non poter mandare i propri figli in classe.

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Il brand promosso dai democratici californiani mette un particolare accento sull’essere inclusivi. Con vertici ineguagliabili, come il tentativo da parte della presidente dell’Ufficio scolastico di San Francisco Gabriela López di rinominare le scuole della città in piena pandemia, mentre i genitori erano furiosi di non poter mandare i propri figli in classe.

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I nomi controversi erano George Washington per “aver posseduto schiavi”, Abraham Lincoln per “aver mosso guerra ai nativi americani” e infine Dianne Feinstein, senatrice democratica tuttora in carica che quando era sindaco di San Francisco rimise al suo posto una bandiera confederata vandalizzata nel 1984. Sorprende quindi che il principale avversario del governatore Gavin Newsom nel voto di recall di martedì 14, Larry Elder, sia stato vittima di un attacco a sfondo razziale. Elder è afroamericano e, nel pool dei candidati, forse quello più a destra di tutti, contrario all’obbligo di vaccino e di mascherina e assolutamente antiabortista. Durante una visita a un accampamento di senzatetto a Los Angeles, Elder è stato apostrofato da una donna bianca con una maschera da gorilla che gli ha poi lanciato un uovo. Dentro un lungo articolo su questa visita, l’unico giornale mainstream ad aver sottolineato la cosa è stato il Los Angeles Times, che ha anche notato che “l’abbinamento scimmia-nero è uno stereotipo razzista da secoli”, ma ha evitato di inserirlo nel titolo. Nessun altro giornale ha menzionato la cosa. 


Il mondo progressista, che non esita ad additare come razzista anche una minima espressione verbale fuori posto, consente invece che ai propri avversari questa delicatezza non sia garantita. Durante la notte elettorale, una commentatrice di Msnbc ha definito il giudice della Corte suprema Clarence Thomas come “Zio Clarence”, riferendosi a Zio Tom, epiteto razzista usato spesso a sinistra con quegli afroamericani percepiti come traditori della propria razza. Lo stesso insulto ha colpito anche il senatore del South Carolina Tim Scott, unico nero del caucus repubblicano. Se è vero che Larry Elder ha posizioni estreme e insultanti (ha definito le partecipanti alla marcia delle donne contro Trump nel 2017 “obese e non attraenti”), questo doppio standard è emerso prepotente in una campagna che vede contrapposto lui che discende da una famiglia emigrata in California per sfuggire alla segregazione razziale in Georgia a Gavin Newsom, figlio di un giudice statale e dirigente della Getty Oil. La maschera da gorilla va bene allora, ma solo se sei di destra.

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