L'Ue non mantiene la parola sulle donazioni dei vaccini

David Carretta

Secondo un documento interno della Commissione di cui Il Foglio è entrato in possesso, venticinque stati membri dell'Ue hanno annunciato che avrebbero donato quasi 160 milioni di vaccini, ma finora sono state effettivamente consegnate a paesi terzi meno di 4 milioni di dosi

I capi di stato e di governo dell'Unione europea a fine maggio avevano promesso di aiutare il resto del mondo a vaccinarsi e si erano impegnati a donare almeno 100 milioni di dosi entro la fine dell'anno ai paesi a basso e medio reddito. A due mesi di distanza da quell'annuncio, e nel momento in cui la variante Delta sta provocando catastrofi sanitarie a poche centinaia di chilometri dall'Ue come in Tunisia, la promessa europea appare totalmente disattesa.

 

Secondo un documento interno della Commissione di cui Il Foglio è entrato in possesso, venticinque stati membri dell'Ue hanno annunciato che avrebbero donato quasi 160 milioni di vaccini, ma finora sono state effettivamente consegnate a paesi terzi meno di 4 milioni di dosi. Eppure decine di milioni di vaccini sono stoccati nei frigoriferi dell'Ue. In alcuni Stati membri, i vaccini di AstraZeneca e Johnson&Johnson non vengono praticamente più utilizzati a causa dei limiti di età per le somministrazioni. Alcuni lotti di vaccini AstraZeneca sono in scadenza e rischiano semplicemente di essere buttati via.

 

Il documento della Commissione fa la contabilità al 13 di luglio del cosiddetto “meccanismo di condivisione dei vaccini”, che è stato istituito dall'Ue al momento della promessa di donare almeno 100 milioni di dosi. La Francia è il paese che ha promesso di donare più dosi con 60 milioni, seguita da Germania (33 milioni), Spagna (22,5 milioni) e Italia (15 milioni). In fondo alla lista ci sono Repubblica ceca (da confermare), Slovacchia (10 mila) e Malta (40 mila). Alcuni milioni di dosi sono state pre-allocate ad alcuni paesi terzi, in gran parte dei casi per privilegiare zone geografiche di interesse politico per gli stati membri interessati. La Spagna ha scelto di privilegiare l'America Latina con una promessa di donazione di 7,5 milioni di dosi. La Francia si è concentrata (via Covax) sui paesi africani. I Paesi Bassi hanno inviato vaccini a Aruba, Curacao, Sint-Maarten, Suriname e Capo Verde. La Romania ha effettivamente consegnato alcune centinaia di migliaia di dosi alla Moldavia e Serbia. Austria, Ungheria, Croazia, Grecia e Slovenia si sono rivolte soprattutto ai Balcani occidentali. Ma per gran parte dei vaccini promessi in donazione dall'Ue (118 milioni) non c'è preferenza geografica. In teoria, questa quota dovrebbe essere distribuita attraverso Covax, il meccanismo dell'Organizzazione mondiale della sanità per la fornitura globale di vaccini.

 

Alle promesse, per ora, non sono seguiti i fatti. Al 13 di luglio solo 3.946.238 dosi erano state effettivamente donate o rivendute dagli stati membri dell'Ue a paesi terzi. L'Austria ha rivenduto alcune decine di migliaia di vaccini Pfizer a Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo. Montenegro, Nord Macedonia e Serbia, e donato 5 mila dosi alla Georgia. La Croazia ha donato 40 mila dosi a Bosnia-Erzegovina e Kosovo. La Danimarca ha donato 358.000 dosi al Kenya. La Francia è il paese che ha donato di più con circa 800 mila dosi via Covax per Burkina Faso, Mauritania, Ruanda, Lesotho, Senegal, Capo Verde, Eswatini, Sao Tome e Principe e Uganda. Nella classifica della generosità seguono i Paesi Bassi (768 mila), la Svezia (700 mila) e la Romania (450 mila).

 

Per il momento, secondo il documento della Commissione, Germania, Italia e Spagna non hanno ancora donato un solo vaccino. Eppure non mancano le richieste da parte dei paesi terzi direttamente alla Commissione attraverso il meccanismo di condivisione dei vaccini dell'Ue. L'Ucraina ha chiesto 5 milioni di dosi e ne ha ricevute appena 600 mila. Il Kenya ha fatto domanda per 1,2 milioni di dosi, ma nessuno stato membro si è fatto avanti attraverso il meccanismo di condivisione dei vaccini (c'è stata una donazione della Danimarca, ma bilaterale). Il Nepal ha inviato all'Ue una richiesta di 37 milioni di vaccini e ha ricevuto zero dosi.

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