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"Garanzia Draghi"

L'Europa, uno stimolo per l'Italia. Parla Schwab (Cdu)

Annalisa Chirico

Il capodelegazione del partito della Merkel al Parlamento europeo ci dice: "Next Generation Eu è un’occasione da non perdere. Usciremo dall’emergenza solo mettendo da parte i sentimenti nazionalisti"

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"Mario Draghi ha svolto un buon lavoro da presidente della Bce, è la migliore garanzia per l’Italia”, conversando con il Foglio Andreas Schwab, capodelegazione della Cdu al Parlamento europeo, riflette sull’Europa ponendo un’unica condizione: la Lega, e il suo eventuale ingresso nel Ppe, sono argomento off limits. “Draghi è una persona molto intelligente e preparata, oltre ad essere un convinto europeista – dice Schwab – Pochi incarnano come lui l’interesse comune europeo, e questo è un punto molto rilevante per l’Italia”. In che senso? “Il vostro paese affronta una grave crisi economica e sociale, per superarla serve una soluzione a livello europeo, Next Generation Eu è un’occasione da non perdere. Saremo in grado di uscire dall’emergenza solo a condizione di restare uniti e solidali gli uni con gli altri, mettendo da parte i sentimenti nazionalisti”.

 

Sui vaccini, di fronte alle lentezze europee, la solidarietà tra i paesi membri si è rotta. “Io non credo che l’Europa stia procedendo lentamente: rispetto al Regno Unito abbiamo un tasso medio di vaccinazione più elevato, alcuni paesi come Portogallo, Spagna e Belgio sono a uno stadio avanzato nella campagna vaccinale. Inoltre, con l’eccezione del personale sanitario, in generale abbiamo deciso di dare priorità alla popolazione anziana e ciò comporta inevitabilmente un allungamento dei tempi”. Gli Usa hanno superato il traguardo dei 50 milioni di vaccini, Israele ha immunizzato oltre il 90 per cento della popolazione. “Ma in America c’è un tasso di mortalità per Covid-19 molto più alto di quello europeo, Israele è un’eccezione assoluta e ha condiviso da subito i dati con Pfizer. Ci sono poi regimi autoritari come Cina e Russia che hanno prodotto autonomamente un antidoto anche perché le rispettive strutture statuali sono in grado di garantire procedure più rapide ma non per questo migliori”. Insomma, lei ritiene che in Europa vada tutto bene. “Io dico che non è una sfida soltanto europea, serve un impegno corale: i cittadini sono chiamati a una maggiore consapevolezza e la politica nazionale, dal canto suo, dovrebbe assumere una vera leadership in questa battaglia”.

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La Germania affronta un duro lockdown e il contagio non accenna a diminuire: che cosa avete sbagliato? “Siamo un paese federale, il che può essere un punto di forza in emergenza perché ogni Länder partecipa attivamente al processo decisionale. Tuttavia la gestione decentralizzata del vaccino, a livello regionale, segue procedure diverse. Se in Europa abbiamo potuto contare su una regia unica per la contrattazione, la somministrazione risente delle specificità locali e probabilmente la Germania non è abbastanza all’avanguardia sul piano della digital administration. E poi noi tedeschi, mi lasci dire, siamo ossessionati dalla questione della sicurezza, anche dei test”. Pure l’Italia sconta ritardi organizzativi con due milioni di dosi custodite nei frigoriferi: come se ne esce? “È tempo di procedere con alcune riforme non più rinviabili, e credo che Next Generation Eu sarà uno stimolo positivo sia per la Germania che per il vostro paese. L’Europa metterà a disposizione ingenti risorse in cambio di riforme indifferibili: nel caso italiano, per esempio, serve un piano volto a ridurre gli oneri burocratici e a sveltire i procedimenti giudiziari”.

 

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L’automotive, forza trainante del pil tedesco, ha risentito pesantemente della pandemia: quale sarà il futuro dell’auto? “Il futuro sono veicoli elettrici e combustibili alternativi. Il settore automobilistico deve cogliere la sfida della transizione ecologica indirizzando la produzione verso tecnologie sempre più verdi e sostenibili”. Lei è cresciuto politicamente, all’interno della Cdu, con la cancelliera Angela Merkel la cui leadership è al tramonto. “Merkel ha deciso autonomamente di interrompere la propria carriera nel 2021. La casa dei cristiano-democratici è una grande comunità di politici forti con un credo europeo, andremo avanti con il nostro nuovo segretario Armin Laschet e voi potrete continuare a contare su di noi anche nel dopo Merkel”.

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