PUBBLICITÁ

l’inchiesta sugli atenei

La ministra francese che denuncia “l’islamogoscismo” e spacca la sinistra

Mauro Zanon

Frédérique Vidal, la titolare del dicastero dell'Università francese, vorrebbe affidare al Cnrs un'indagine sul fenomeno legato all'islam, attirandosi critiche dal mondo accademico e suscitando reazioni contrapposte nella politica

PUBBLICITÁ

Tutto è iniziato domenica sera, quando su Cnews la ministra dell’Università francese, Frédérique Vidal, ha pronunciato queste parole: “L’islamogoscismo manda in cancrena l’intera società e l’università non è impermeabile perché ne fa parte”. Poi, dando ragione all’intervistatore Jean-Pierre Elkabbach quando ha evocato “una specie di alleanza tra Mao Tse-tung e l’ayatollah Khomeini”, ha spiegato che le tesi decoloniali, indigeniste e intersezionali non possono sostituire la ricerca universitaria, e che per questo avrebbe affidato al Cnrs, il più importante centro di ricerca scientifica francese, un’inchiesta sull’“islamogoscismo” negli atenei.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Tutto è iniziato domenica sera, quando su Cnews la ministra dell’Università francese, Frédérique Vidal, ha pronunciato queste parole: “L’islamogoscismo manda in cancrena l’intera società e l’università non è impermeabile perché ne fa parte”. Poi, dando ragione all’intervistatore Jean-Pierre Elkabbach quando ha evocato “una specie di alleanza tra Mao Tse-tung e l’ayatollah Khomeini”, ha spiegato che le tesi decoloniali, indigeniste e intersezionali non possono sostituire la ricerca universitaria, e che per questo avrebbe affidato al Cnrs, il più importante centro di ricerca scientifica francese, un’inchiesta sull’“islamogoscismo” negli atenei.

PUBBLICITÁ

 

Martedì, durante il question time all’Assemblea nazionale, la Vidal ha confermato la sua volontà di fare un “bilancio” sulle ricerche universitarie, per capire dove si insinua il virus islamogoscista. Ma la protesta nata negli ultimi giorni contro la sua iniziativa rischia di mandare all’aria tutti i piani. E di travolgerla. Il mondo accademico è in ebollizione da quando la ministra dell’Università ha manifestato la sua idea per combattere le derive dell’islamogoscismo, una battaglia condivisa dal suo collega all’Istruzione, Jean-Michel Blanquer, così come dal ministro dell’Interno Gérald Darmanin, ma lanciata in un momento sbagliato secondo la maggior parte degli osservatori, e anche secondo alcuni membri della maggioranza macronista.

 

PUBBLICITÁ

“L’islamogoscismo non è il primo problema dell’università”, ha dichiarato François Bayrou, leader del MoDem e principale alleato di governo del presidente Macron. “Il tema è interessante, ma era veramente necessario parlarne oggi, in un momento in cui siamo soprattutto preoccupati per le conseguenze della crisi sanitaria sugli studenti?”, ha commentato un deputato della République en marche. Mercoledì, al termine del Consiglio dei ministri, il portavoce del governo, Gabriel Attal, ha provato a calmare la rivolta guidata dalla Conférénce des Présidents d’Université, che ha accusato la ministra di “rappresentazioni caricaturali”, ma con scarsi risultati. Il Cnrs, attraverso un comunicato pubblicato mercoledì, ha espresso il suo sbigottimento dinanzi alla sollecitazione della ministra, affermando che “l’islamogoscismo, slogan politico utilizzato nel dibattito pubblico, non corrisponde ad alcuna realtà scientifica”.

 

Libération, ieri, ha dedicato la sua prima pagina al caso Vidal, la ministra che “perde le sue facoltà”, e in molti a Parigi dicono che abbia le ore contate, nonostante i tentativi di spegnere l’incendio da parte dei pompieri dell’esecutivo. “Frédérique Vidal deve dimettersi”, ha detto a Libé l’economista Thomas Piketty, seguito dal guru della sinistra giacobina Jean-Luc Mélenchon. “Non siamo più in Francia, siamo in Iran”, ha tuonato il presidente della France insoumise, attaccando “la polizia delle idee” della Vidal e di Macron. A sinistra, tuttavia, non mancano le voci che condividono le posizioni della ministra.

 

Come quella di Gilles Kepel, specialista del mondo arabo e titolare della cattedra “Medio oriente-Mediterraneo” all’École Normale Supérieure. “Il fenomeno esiste. L’ho potuto constatare io stesso”, ha detto ieri su Cnews. Per il filosofo liberale Raphaël Enthoven, l’islamogoscismo è “la santa alleanza tra i buoni sentimenti e l’odio”: un abbraccio perverso tra la sinistra benpensante e l’islam politico, che sta provocando danni incommensurabili nella società francese. Forse sono stati sbagliati i tempi dell’annuncio, ma l’islamogoscismo è un fenomeno sempre più diffuso negli atenei, che la Francia, in un modo o nell’altro, dovrà contrastare.

PUBBLICITÁ

 

PUBBLICITÁ
Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ