PUBBLICITÁ

Chi è Luigi Mattiolo, consigliere diplomatico di Draghi

Daniel Mosseri

Nella squadra del premier c'è anche l'ex ambasciatore italiano a Berlino, un maestro d’equilibrio

PUBBLICITÁ

Ci sarà un ambasciatore a Berlino? Anche due, a leggere le scelte recenti prima di Giuseppe Conte e poi di Mario Draghi. Il nuovo presidente del Consiglio ha appena nominato l’ormai ex ambasciatore italiano a Berlino, Luigi Mattiolo, quale proprio consigliere diplomatico. Nell’agosto del 2018, Conte aveva fatto lo stesso con l’allora rappresentante italiano in Germania, Piero Benassi, che lasciò l’imponente cancelleria italiana completata nel 1938 per trasferirsi a Palazzo Chigi. Caduto il governo Conte, Mario Draghi giura al Quirinale e poi “strappa” Mattiolo da Berlino. Viene dunque da chiedersi perché a Roma non si cerchino super consiglieri alla Farnesina ma all’ombra della Porta di Brandeburgo. E’ presto detto: a Berlino si mandano i diplomatici più esperti e sempre a Berlino si approfondiscono i dossier più importanti. Che si tratti di Brexit, coesione europea, reti energetiche, o dei rapporti con la Russia o con l’altra sponda dell’Atlantico, le carte vengono smazzate sotto gli occhi attenti della Germania. In una specie di circolo diplomatico virtuoso, gli ambasciatori più preparati finiscono a Berlino, dove diventano ancora più competenti.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Ci sarà un ambasciatore a Berlino? Anche due, a leggere le scelte recenti prima di Giuseppe Conte e poi di Mario Draghi. Il nuovo presidente del Consiglio ha appena nominato l’ormai ex ambasciatore italiano a Berlino, Luigi Mattiolo, quale proprio consigliere diplomatico. Nell’agosto del 2018, Conte aveva fatto lo stesso con l’allora rappresentante italiano in Germania, Piero Benassi, che lasciò l’imponente cancelleria italiana completata nel 1938 per trasferirsi a Palazzo Chigi. Caduto il governo Conte, Mario Draghi giura al Quirinale e poi “strappa” Mattiolo da Berlino. Viene dunque da chiedersi perché a Roma non si cerchino super consiglieri alla Farnesina ma all’ombra della Porta di Brandeburgo. E’ presto detto: a Berlino si mandano i diplomatici più esperti e sempre a Berlino si approfondiscono i dossier più importanti. Che si tratti di Brexit, coesione europea, reti energetiche, o dei rapporti con la Russia o con l’altra sponda dell’Atlantico, le carte vengono smazzate sotto gli occhi attenti della Germania. In una specie di circolo diplomatico virtuoso, gli ambasciatori più preparati finiscono a Berlino, dove diventano ancora più competenti.

PUBBLICITÁ

 

Fra il premier e il suo consigliere vi deve essere però anche intesa, fiducia. La scintilla fra i due deve essere scoccata a fine ottobre del 2019, quando Mattiolo accompagnò il presidente Sergio Mattarella a Francoforte per il commiato di Super Mario dalla guida della Bce. In comune con Draghi, l’ambasciatore ha il dono della sintesi. Uomo di poderosa cultura umanistica e di non comune esperienza nelle relazioni internazionali – a lui sono state affidate missioni sensibili come Tel Aviv (2008-2012) e Ankara (2015-2018), Mattiolo è dotato sì di un grande eloquio, eppure è molto attento a non sprecare le parole. Una personalità molto competente, che conferma l’importanza attribuita dal nuovo governo alla scena internazionale, con gli occhi ben aperti e rivolti alle alleanze transatlantiche. Quella di Draghi “è una scelta di prim’ordine che credo possa veramente andare bene alla Farnesina: la struttura ministeriale non va sempre d’accordo con il consigliere diplomatico di Palazzo Chigi”. Al telefono con il Foglio l’ambasciatore oggi in pensione Carlo Marsili saluta la nomina dell’amico e collega Mattiolo.

 

PUBBLICITÁ

La loro amicizia risale al lontano 1993 quando Marsili era consigliere diplomatico aggiunto di Giuliano Amato a Palazzo Chigi e il giovane Mattiolo venne assegnato a quell’ufficio. Marsili sottolinea un aspetto unico del diplomatico più giovane: è un professionista “di grande equilibrio”. In altre parole “non ha nemici; in più ha un carattere eccellente che gli permetterà di raccordarsi molto bene con gli altri colleghi”. Qualità non da poco in un governo guidato da un peso massimo globale come Mario Draghi affiancato da un ministro degli Esteri di minore respiro internazionale quale Luigi Di Maio. Marsili, ambasciatore ad Ankara prima di Mattiolo, riconosce al collega di avere svolto un ottimo lavoro in Turchia, paese nodale sia per i rapporti con l’Europa sia per le relazioni interne alla Nato. “Là Mattiolo ha avuto vita meno facile di me per essere capitato in un periodo complesso per le relazioni, segnate dalla battuta d’arresto sul piano europeo per la Turchia: invece se l’è cavata egregiamente”. Con Mattiolo a Roma, la rappresentanza italiana a Berlino resta per il momento guidata dall’incaricata d’affari Alessandra Molina. Visti i precedenti illustri, per la successione a Mattiolo c’è ora da aspettarsi la scelta di un altro fuoriclasse.

 

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ