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la guerra nelle sale della democrazia

La deputata dem Jacobs ci dice che non si convive con i qanonisti

Greta Privitera

“Mai avrei pensato che al mio terzo giorno di lavoro mi sarei trovata nascosta sotto una sedia a difendermi da un attacco terroristico di trumpiani violenti che stavano facendo irruzione nel Campidoglio”, ci racconta la più giovane deputata americana

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La mattina del 6 gennaio, Sara Jacobs, 32 anni, si è vestita di tutto punto, si è infilata la giacca con la spilletta dei deputati, e, orgogliosissima, è andata a Capitol Hill per iniziare il suo terzo giorno di lavoro come rappresentante del 53° distretto della California. “Mai avrei pensato che qualche ora dopo mi sarei trovata nascosta sotto una sedia a difendermi da un attacco terroristico di trumpiani violenti che stavano facendo irruzione nel Campidoglio”, ci racconta la più giovane deputata americana, dal suo studio di Washington da cui spunta enorme una bandiera a stelle strisce. Lì, sotto quella sedia, dove dice di aver conosciuto per la prima volta molti dei suoi colleghi deputati democratici, la Jacobs ha capito quanto l’America fosse stata avvelenata e impoverita dai quattro anni di trumpismo. Ed è da lì che, con la collega Nikema Williams, ha sentito la necessità di chiedere le dimissioni della deputata repubblicana Marjorie Taylor Greene. “Sapevo il male che Trump aveva fatto al nostro paese, ma vedere la guerra svolgersi nelle sale della democrazia è stato un trauma. Questo è il motivo per cui mi è sembrato fondamentale chiedere che Greene venga cacciata dalle nostre istituzioni, non rappresenta i valori americani. Abbiamo già visto la forza che ha la cattiva politica quando si trasforma in azione, non possiamo più permettercelo”, dice calma e sorridente.

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La mattina del 6 gennaio, Sara Jacobs, 32 anni, si è vestita di tutto punto, si è infilata la giacca con la spilletta dei deputati, e, orgogliosissima, è andata a Capitol Hill per iniziare il suo terzo giorno di lavoro come rappresentante del 53° distretto della California. “Mai avrei pensato che qualche ora dopo mi sarei trovata nascosta sotto una sedia a difendermi da un attacco terroristico di trumpiani violenti che stavano facendo irruzione nel Campidoglio”, ci racconta la più giovane deputata americana, dal suo studio di Washington da cui spunta enorme una bandiera a stelle strisce. Lì, sotto quella sedia, dove dice di aver conosciuto per la prima volta molti dei suoi colleghi deputati democratici, la Jacobs ha capito quanto l’America fosse stata avvelenata e impoverita dai quattro anni di trumpismo. Ed è da lì che, con la collega Nikema Williams, ha sentito la necessità di chiedere le dimissioni della deputata repubblicana Marjorie Taylor Greene. “Sapevo il male che Trump aveva fatto al nostro paese, ma vedere la guerra svolgersi nelle sale della democrazia è stato un trauma. Questo è il motivo per cui mi è sembrato fondamentale chiedere che Greene venga cacciata dalle nostre istituzioni, non rappresenta i valori americani. Abbiamo già visto la forza che ha la cattiva politica quando si trasforma in azione, non possiamo più permettercelo”, dice calma e sorridente.

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Greene, la parlamentare conservatrice della Georgia detta anche la deputata di QAnon, è stata eletta al congresso a novembre ed è diventata l’immagine simbolo di quella parte del Partito repubblicano che ancora non ha fatto un passo indietro rispetto alle politiche di Trump. Anzi, le idee della Greene sembrano  più estreme: Nega i risultati delle elezioni, crede alle teorie del complotto – secondo lei la strage del 2012  alla scuola elementare Sandy Hook è stata tutta una messa in scena – incoraggia l’uso della violenza, fa dichiarazioni antisemite e razziste. Il suo primo fan è Donald Trump che la considera “la futura stella dei repubblicani”.

   
Secondo la Jacobs, questo è un augurio nefasto, prima ancora che per gli Stati Uniti per il partito conservatore. E’ delusa dalla scelta del leader repubblicano alla Camera, Kevin McCarthy, che ha deciso di non punirla per le sue affermazioni. La condanna ma si rifiuta di toglierla dai suoi incarichi, per non creare un precedente. “Questo è un fatto gravissimo”, commenta Jacobs: “Per i repubblicani è arrivato il momento di scegliere che cosa diventare. Così rischiano di restare il partito populista della violenza. Il partito di Trump”. Molti colleghi conservatori sono d’accordo con lei, prima tra tutti Liz Chaney che rappresenta l’altra parte del partito.“La parte sana”, dice la Jacobs, “quella che rifiuta i non-valori del trumpismo, e soprattutto capisce la pericolosità di essere rappresentati da una deputata che mette like a post in cui si inneggia alla morte di Hillary Clinton o di Barack Obama”. Ma fuori, il popolo la pensa diversamente: un sondaggio di Axios dice che gli americani preferiscono di gran lunga Marjorie Taylor Greene a Liz Cheney.

  
Ora la palla passa ai democratici alla Camera che stanno proponendo di rimuove la deputata della Georgia dalle commissioni in cui lavora. “Mi fa venire i brividi pensare che Greene faccia parte della commissione che si occupa della scuola. Come fa una persona che nega la strage di Sandy Hook dove sono morti 27 esseri umani, quasi tutti bambini, a partecipare a discorsi sull’istruzione?”. Educazione e infanzia sono tra gli argomenti che interessano di più alla Jacob. Dopo la laurea in Scienze politiche e un master alla Columbia, ha lavorato per l’Onu e l’Unicef. E’ stata in luoghi di conflitto e dice di aver capito che un paese, per stare bene, deve curare i suoi figli, “perché sono il futuro di tutti”. Jacobs racconta di aver avuto bisogno di parlare con una psicologa dell’assalto a Capitol Hill. La paura che possa ricapitare è tanta. “Personaggi come la Greene legittimano certe azioni. Questa volta è successo al Campidoglio, ma può capitare ovunque: in un ufficio pubblico, per strada”. Non è una questione di democratici o repubblicani, dice, è una questione di civiltà: “Voglio vivere e rappresentare un paese civile”. 
 

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