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Anatomia degli aggressori trumpiani

Daniele Ranieri

Quarantenni che vivono in città e hanno buoni lavori. Uno studio sugli arrestati demolisce (ancora) il mito dei forgotten men 

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Una squadra di ricercatori dell’Università di Chicago si è messa a studiare i profili dei duecento  arrestati fino a oggi dall’Fbi per l’irruzione al Campidoglio del 6 gennaio – un numero destinato a crescere – e ha scoperto che la stragrande maggioranza era formata da persone qualsiasi, di mezz’età e con lavori più che buoni, che non appartengono a gruppi estremisti. I risultati spiegano la sensazione strana che si prova a guardare le immagini di quel giorno. Nelle migliaia di filmati presi durante l’assalto non si vedono milizie scattanti di ventenni con la svastica tatuata in faccia come da cliché sull’estrema destra americana o perlomeno non sono la parte preponderante della massa che sfonda il cordone della polizia ed entra con la forza nell’edificio. E’ il contrario e le immagini restituiscono un’impressione di familiarità: c’è un assortimento di gente normale che fa da sfondo a personaggi pittoreschi. Tolte le bandiere e gli elmetti è una riunione di condominio, una sagra, una Pontida. 

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Una squadra di ricercatori dell’Università di Chicago si è messa a studiare i profili dei duecento  arrestati fino a oggi dall’Fbi per l’irruzione al Campidoglio del 6 gennaio – un numero destinato a crescere – e ha scoperto che la stragrande maggioranza era formata da persone qualsiasi, di mezz’età e con lavori più che buoni, che non appartengono a gruppi estremisti. I risultati spiegano la sensazione strana che si prova a guardare le immagini di quel giorno. Nelle migliaia di filmati presi durante l’assalto non si vedono milizie scattanti di ventenni con la svastica tatuata in faccia come da cliché sull’estrema destra americana o perlomeno non sono la parte preponderante della massa che sfonda il cordone della polizia ed entra con la forza nell’edificio. E’ il contrario e le immagini restituiscono un’impressione di familiarità: c’è un assortimento di gente normale che fa da sfondo a personaggi pittoreschi. Tolte le bandiere e gli elmetti è una riunione di condominio, una sagra, una Pontida. 

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I ricercatori hanno consultato i documenti processuali di tutti gli arrestati e li hanno incrociati con le informazioni dei media e hanno trovato che soltanto un decimo di loro ha qualche tipo di collegamento con gruppi e milizie. E, spiegano, abbiamo cercato di sbagliare per eccesso, abbiamo contato collegamenti molto tenui che forse non esistono nemmeno. La stessa squadra ha confrontato i dati con quelli di cinque anni di violenze politiche raccolti in precedenza e ha trovato che invece quasi la metà degli arrestati tra il 2015 e il 2020 aveva legami con il suprematismo bianco oppure con milizie organizzate come i Proud Boys, i Threepercenters e gli Oathkeepers. La folla che ha attaccato il Congresso si è radicalizzata soprattutto fuori dalle milizie – che ovviamente quel giorno c’erano e spiccavano e attiravano l’attenzione dei fotografi, ma non erano il protagonista centrale. La maggioranza arrivava da altri percorsi. La propaganda su facebook. L’oltranzismo Maga (è il motto di Donald Trump e definisce il suo seguito). La setta di QAnon. 

 

La seconda scoperta fatta dai ricercatori dell’Università di Chicago conferma questo primo risultato: l’età media degli arrestati è di quarant’anni, due terzi sono sopra i trentacinque anni e il quaranta per cento possiede negozi oppure fa parte della categoria white collar job: commercianti, medici, impiegati, avvocati, specialisti in informatica. Soltanto il nove per cento si è dichiarato senza occupazione. C’è una differenza notevole con il campione di controllo dei cinque anni precedenti: il sessanta per cento ha meno di trentacinque anni, il venticinque per cento è disoccupato e nessuno ha lavori come quelli elencati sopra. 

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Sono numeri che descrivono una svolta. Questi non sono miliziani del nazionalismo bianco che puliscono i fucili in cantina, si scambiano testi politici  e vengono da anni di sorveglianza dell’Fbi. Questa è gente normale che prende alla lettera quello che trova sui social media e comincia una mutazione di massa che la rende aggressiva. E’ regolare in tutto, tranne per il fatto che dice cose estremiste e finisce per fare cose estremiste.  

 

Ci sono ancora due fatti trovati dai ricercatori. Il primo è che gli arrestati non vengono come si potrebbe pensare da contee repubblicane. Non c’è correlazione tra stati rossi e folla trumpiana. Ci sono persone di New York e di San Francisco. La maggior parte viene da contee che hanno votato in maggioranza per Biden o da contee contese dove il risultato del voto di novembre non era già scritto – e anche questo, come il fatto che molti avessero un ottimo posto di lavoro, guasta il luogo comune sugli americani dimenticati dell’America profonda che votano Trump per salvarsi. Non c’erano i minatori del Kentucky e dire che è stato l’assalto degli immobiliaristi eccitati dai social è più vicino alla realtà. Se c’è una correlazione, è che molti degli arrestati venivano da luoghi popolosi dove in assoluto ci sono molti tifosi di Trump. Vedi per esempio New York, dove i democratici vincono facile ma i repubblicani, per legge statistica, sono moltissimi anche se sono una minoranza. L’ultimo punto riguarda le aspettative che gli arrestati avevano quel giorno. L’idea che si sia trattato di una protesta degenerata o di una manifestazione che tifosi politici che si sono fatti prendere la mano è smentita da loro stessi, che in molti casi dichiarano in modo esplicito che volevano fare irruzione dentro al Congresso perché non potevano sopportare che le elezioni fossero rubate da Joe Biden e che erano convinti che così avrebbero aiutato Trump a vincere. 

 

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