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Il replicante Amazon

Daniele Ranieri

Andy Jassy, che prende il posto di Bezos al comando, è una sua copia abile (ha creato la divisione Aws)

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Il fondatore e capo di Amazon, Jeff Bezos, ha annunciato martedì sera che quest’anno cederà il suo posto a Andy Jassy, 53 anni, di New York. A quanto pare di capire dalle fonti che conoscono Jassy e che parlano sui media americani è come se Bezos mettesse al suo posto una copia di se stesso. E’ un fatto che non sorprende, considerato che si tratta della prima successione al vertice di una delle aziende più grandi e complicate del mondo e che molti identificano Amazon con Bezos, come se la sua presenza fosse una garanzia che le cose andranno sempre bene per partner e investitori. Amazon va forte ma ha anche problemi – come la battaglia in corso per impedire ai suoi 400 mila lavoratori americani di unirsi in un sindacato. 

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Il fondatore e capo di Amazon, Jeff Bezos, ha annunciato martedì sera che quest’anno cederà il suo posto a Andy Jassy, 53 anni, di New York. A quanto pare di capire dalle fonti che conoscono Jassy e che parlano sui media americani è come se Bezos mettesse al suo posto una copia di se stesso. E’ un fatto che non sorprende, considerato che si tratta della prima successione al vertice di una delle aziende più grandi e complicate del mondo e che molti identificano Amazon con Bezos, come se la sua presenza fosse una garanzia che le cose andranno sempre bene per partner e investitori. Amazon va forte ma ha anche problemi – come la battaglia in corso per impedire ai suoi 400 mila lavoratori americani di unirsi in un sindacato. 

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Jassy è entrato ad Amazon nel 1997 tre anni dopo la fondazione da parte di Bezos e per tutto questo tempo è stato la sua ombra – così lo definisce un ritratto di Forbes del 2015 – e lo ha seguito ovunque con un ruolo a metà tra il capo di stato maggiore e il consulente tecnico. Nel 2003 Jassy si è messo a lavorare a un progetto che è diventato Amazon Web Services (Aws), una divisione molto importante di Amazon che non c’entra con la vendita al dettaglio online, il settore di affari che ha reso famosa l’azienda. Jassy e gli altri si accorsero che quando una compagnia vuole lanciarsi nel commercio globale ha bisogno in partenza di una robustissima infrastruttura internet, per esempio per conservare dati o per gestire in sicurezza un sistema di messaggi. Il problema è che l’azienda non può sapere in anticipo quanto grande dev’essere questa infrastruttura. Se la progetta troppo piccola e cresce troppo sarà costretta a rifarla daccapo, cosa che è complicata da fare in corsa. Se è troppo grande, è un costo inutile e molto pesante. Aws si occupa di questo tipo di problemi: affitta le infrastrutture già pronte a chi ne ha bisogno, con tutta la memoria e le capacità di calcolo che servono, tagliate su misura. E le aziende che hanno bisogno di questo appoggio esterno senza essere costrette a farselo da sole sono tantissime. Bezos a questo riguardo faceva l’esempio delle fabbriche dei primi anni del Novecento, che erano costrette a farsi la propria centrale elettrica e i propri binari, fino a quando non arrivò lo stato-fornitore che rese questi servizi disponibili a tutti. Bastava pagare. Ed è quello che succede oggi, anche se la relazione stato-prvati in questo caso è invertita: è la Cia, l’agenzia di spionaggio americana, a noleggiare la capacità di Aws di gestire una mole immensa di dati e non viceversa. 

 

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In questo momento la Aws di Jassy domina il settore e controlla più di un terzo del mercato, più del doppio del primo inseguitore. I rivali diretti sono Oracle e Microsoft. Secondo il Washington Post – che è di proprietà di Bezos – molti ex manager dicono che Bezos è noto per il micromanaging, quindi per occuparsi anche dei dettagli minori di settori specifici della sua azienda, non ha mai interferito con Aws anche se porta più del 13 per cento dei guadagni. In parte, sostengono, è anche perché si fidava che Jassy stesse facendo un buon lavoro e questo potrebbe spiegare perché ora gli cede il ruolo al vertice. 

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