PUBBLICITÁ

Campagna d'Europa

Il fattore Nord Reno-Vestfalia nel post Merkel

Il successore della cancelliera verrà da questa regione che è stata la culla della Germania moderna e dei suoi partiti. Le simpatie dei delegati, i brutti ricordi e il voto delle donne

Paola Peduzzi

Nel primo dopoguerra, gli incontri tra Colonia e Bad Godesberg, con il suo castello  del 1200 che ospitava consolati e delegazioni straniere, determinarono il nome e la strategia del partito. Le “Linee guida di Düsseldorf”, un’altra città di questo Land, nel 1949 diedero forma all’economia sociale di mercato e al “miracolo” portato avanti dal primo cancelliere dopo la guerra, Konrad Adenauer, anche lui delNord Reno-Vestfalia

PUBBLICITÁ

S’è aperto il congresso della Cdu tedesca, il rito dell’elezione del proprio leader da parte dei milleuno delegati, tutto a distanza, con quel senso di occasione mancata che hai quando non partecipi a una riunione di famiglia. I cronisti tedeschi si sono lasciati andare alla nostalgia, ah le chiacchiere che si facevano lì, le cose che si capivano guardando i candidati leader muoversi, parlare, osservare. Ma voglia di normalità a parte,  quest’anno – anno elettorale – il congresso dei cristianodemocratici ci darà il sostituto di Angela Merkel e per questo siamo tutti più interessati, forse anche più spaventati, perché la cancelliera ha rivoluzionato il rapporto tra la Germania e l’Europa e quindi anche l’Europa stessa. E ora cosa farà chi verrà dopo di lei? La domanda è prematura, ma nelle storie dei candidati al trono ci sono alcuni dettagli che ci danno il senso del cambiamento che sarà. Uno fra tutti: il Land più popoloso del paese, il Nord Reno-Vestfalia, meglio noto come Nrw,  da cui provengono i tre sfidanti (e anche il quarto che ufficialmente corre come vice). Friedrich Merz, il favorito, Armin Laschet, l’ex favorito ma comunque il più merkeliano di tutti, e Norbert Röttgen provengono tutti dalla regione al confine con Belgio e Olanda, per molti anni roccaforte della socialdemocrazia tedesca (anche l’ex cancelliere Gerhard Schröder veniva da qui), ma anche culla della stessa Cdu: nel primo dopoguerra, gli incontri tra Colonia e Bad Godesberg, con il suo castello  del 1200 che ospitava consolati e delegazioni straniere, determinarono il nome e la strategia del partito. Le “Linee guida di Düsseldorf”, un’altra città di questo Land, nel 1949 diedero forma all’economia sociale di mercato e al “miracolo” portato avanti dal primo cancelliere dopo la guerra, Konrad Adenauer, anche lui del Nord Reno-Vestfalia.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


S’è aperto il congresso della Cdu tedesca, il rito dell’elezione del proprio leader da parte dei milleuno delegati, tutto a distanza, con quel senso di occasione mancata che hai quando non partecipi a una riunione di famiglia. I cronisti tedeschi si sono lasciati andare alla nostalgia, ah le chiacchiere che si facevano lì, le cose che si capivano guardando i candidati leader muoversi, parlare, osservare. Ma voglia di normalità a parte,  quest’anno – anno elettorale – il congresso dei cristianodemocratici ci darà il sostituto di Angela Merkel e per questo siamo tutti più interessati, forse anche più spaventati, perché la cancelliera ha rivoluzionato il rapporto tra la Germania e l’Europa e quindi anche l’Europa stessa. E ora cosa farà chi verrà dopo di lei? La domanda è prematura, ma nelle storie dei candidati al trono ci sono alcuni dettagli che ci danno il senso del cambiamento che sarà. Uno fra tutti: il Land più popoloso del paese, il Nord Reno-Vestfalia, meglio noto come Nrw,  da cui provengono i tre sfidanti (e anche il quarto che ufficialmente corre come vice). Friedrich Merz, il favorito, Armin Laschet, l’ex favorito ma comunque il più merkeliano di tutti, e Norbert Röttgen provengono tutti dalla regione al confine con Belgio e Olanda, per molti anni roccaforte della socialdemocrazia tedesca (anche l’ex cancelliere Gerhard Schröder veniva da qui), ma anche culla della stessa Cdu: nel primo dopoguerra, gli incontri tra Colonia e Bad Godesberg, con il suo castello  del 1200 che ospitava consolati e delegazioni straniere, determinarono il nome e la strategia del partito. Le “Linee guida di Düsseldorf”, un’altra città di questo Land, nel 1949 diedero forma all’economia sociale di mercato e al “miracolo” portato avanti dal primo cancelliere dopo la guerra, Konrad Adenauer, anche lui del Nord Reno-Vestfalia.


Buona parte del cuore politico tedesco batte in questa regione, che è considerata “una piccola Germania”, perché ha sempre segnato i grandi cambiamenti sociali di tutto il paese, compreso lo scivolamento dalla cultura socialdemocratica a quella conservatrice: oggi il governatore è Laschet, uno dei candidati alla successione, che partiva come il più forte ma che ora è meno popolare, nonostante si sia scelto come vice il ministro della Salute, Jens Spahn, molto in voga da ultimo al punto da aver oscurato il proprio capo (anche lui del Nrw). Laschet però, pur non accendendo gli animi,  è molto stimato dentro alla Cdu, e i delegati non sono gli elettori, hanno altre ragioni, altri interessi, altri ricordi anche. Uno, chiarissimo, è quello che penalizza Röttgen, che pure nei dibattiti è andato molto bene ed è considerato la sorpresa di queste primarie: nel 2012, Röttgen era candidato alla guida del Nrw e perse malissimo, con conseguente ira e disamore dei colleghi (anche la Merkel lo cacciò dal suo governo, era ministro dell’Ambiente): i delegati del Nrw sono circa un terzo del totale, e hanno la memoria lunga.


Merz, che è dipinto sui giornali internazionali con poca simpatia (Politico lo ha addirittura definito il Trump tedesco) perché è ostile alla Merkel e quindi potrebbe voler cambiare rotta anche per quel che riguarda l’Unione europea, non ha mai avuto alcun ruolo nella politica della regione in cui è nato e  cresciuto: anzi, Merz non ha mai avuto alcun ruolo in generale perché quando le sue ambizioni furono frustrate all’inizio degli anni Duemila proprio dalla Merkel, decise di abbandonare la politica. Per questo i delegati del Nrw sono freddini con lui, anche perché ha raccontato la sua gioventù con toni libertini – capelli lunghi, motocicletta, i Doors, fumo e alcool a 14 anni – poi smentiti da amici di allora.  Merz è quello che ha un rapporto più burrascoso con la sua terra, con il suo passato, con questa regione e l’animosità si percepisce subito. I giovani lo amano, le donne lo detestano e lui non può ignorarle: hanno un hashtag che lo ha offeso moltissimo –  #WirFrauenGegenMerz, noi donne contro Merz – e 300 delegate.   

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ