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Trattare i migranti alla Leggeri: Frontex ora è sotto indagine

Luca Gambardella

Dopo essere stata accusata per i respingimenti illegali nell'Egeo, ora l'agenzia dell'Ue è indagata da quella dell'anti frode. "Assumere ispettori per i diritti umani? Non siamo un servizio di assistenza ai bagnanti”, avrebbe detto il direttore esecutivo

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Attorno al direttore di Frontex, Fabrice Leggeri, si stringono le maglie di un'indagine aperta dall'Unione europea in cui si intrecciano presunti casi di respingimenti illegali di migranti e altri illeciti. Se il mese scorso un'inchiesta giornalistica internazionale, guidata dallo Spiegel, aveva accusato Frontex di avere tenuto nascosti i respingimenti illegali dei migranti nel Mare Egeo, ora si apre un'altra partita. A svelarla è stato ancora una volta lo Spiegel, da sempre molto attento nei confronti di Leggeri: Olaf, un'altra agenzia dell'Ue che si occupa di indagini anti frode e corruzione, sta indagando su Frontex. La notizia è stata confermata da entrambe le agenzie ma, proprio perché le indagini sono ancora in corso, non si conoscono i dettagli. Olaf si occupa di monitorare che nella galassia di agenzie e istituzioni non si commettano illeciti che gravino sul bilancio comunitario. Secondo quanto è trapelato finora, al centro delle indagini ci sarebbe un presunto comportamento illecito imputabile allo stesso Leggeri. Lo scorso 7 dicembre, funzionari di Olaf hanno perquisito l'ufficio del direttore di Frontex, che ha il suo quartier generale a Varsavia, e del suo capo di gabinetto, Thibauld de La Haye Jousselin. 

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Attorno al direttore di Frontex, Fabrice Leggeri, si stringono le maglie di un'indagine aperta dall'Unione europea in cui si intrecciano presunti casi di respingimenti illegali di migranti e altri illeciti. Se il mese scorso un'inchiesta giornalistica internazionale, guidata dallo Spiegel, aveva accusato Frontex di avere tenuto nascosti i respingimenti illegali dei migranti nel Mare Egeo, ora si apre un'altra partita. A svelarla è stato ancora una volta lo Spiegel, da sempre molto attento nei confronti di Leggeri: Olaf, un'altra agenzia dell'Ue che si occupa di indagini anti frode e corruzione, sta indagando su Frontex. La notizia è stata confermata da entrambe le agenzie ma, proprio perché le indagini sono ancora in corso, non si conoscono i dettagli. Olaf si occupa di monitorare che nella galassia di agenzie e istituzioni non si commettano illeciti che gravino sul bilancio comunitario. Secondo quanto è trapelato finora, al centro delle indagini ci sarebbe un presunto comportamento illecito imputabile allo stesso Leggeri. Lo scorso 7 dicembre, funzionari di Olaf hanno perquisito l'ufficio del direttore di Frontex, che ha il suo quartier generale a Varsavia, e del suo capo di gabinetto, Thibauld de La Haye Jousselin. 

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Non è detto che queste ultime indagini non siano legate al caso dei respingimenti illegali dei migranti dalla Grecia alla Turchia e che, secondo molte ong, il Partito socialista europeo (Pse) e i Verdi, Frontex avrebbe cercato di nascondere. Lo scorso dicembre, proprio il Pse aveva domandato alla Commissione europea la testa di Leggeri, perché incapace di gestire i controlli alle frontiere in ottemperanza alle norme del diritto internazionale. Frontex ha tentato di mettere tutto a tacere avviando delle indagini interne, ma senza riuscire a sottrarsi all'imbarazzo. “Leggeri ha avuto la possibilità di fornire dei chiarimenti, ma sono ancora troppe le domande che non trovano risposta nel coinvolgimento di Frontex in pratiche illegali”, aveva detto il mese scorso Kati Piri, vicepresidente del Pse, che ha chiesto le dimissioni del direttore esecutivo.

 

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Le nuove indiscrezioni diffuse oggi dalla stampa greca rischiano di peggiorare la situazione di Leggeri. Secondo un documento riservato divulgato da Kathimerini e proveniente da ambienti interni all'agenzia, il direttore ha “esercitato resistenza in modo diretto” all'assunzione di 40 funzionari che avrebbero dovuto vigilare sul rispetto dei diritti umani. Era questa una condizione essenziale – richiesta dalla Commissione Ue – nel piano di potenziamento dell'agenzia, che da questo mese ha schierato 10 mila uomini sotto le sue insegne nelle zone di confine dell'Unione, e soprattutto nel varo della nuova Guardia costiera europea. Secondo la testimonianza raccolta, i toni usati da Leggeri per impedire l'assunzione di questi funzionari sono stati sprezzanti: da “non si tratta di una priorità” fino a “Frontex non è un costoso servizio di assistenza ai bagnanti” e “non si fa carriera, né si ottiene popolarità dicendo che partecipiamo ai respingimenti”. Il coinvolgimento di Olaf potrebbe essere legato quindi alla mancata assunzione di ispettori esperti in diritto umanitario. Proprio mentre si rincorrono altre accuse a carico dell'agenzia. La settimana scorsa, l'ong dell'Hungarian Helsinki Committee (Hhc) ha accusato Frontex di “chiudere gli occhi davanti a ben documentate, sistematiche violazioni dei diritti umani al confine con l'area Schengen dell'Ungheria” per oltre 4 anni. Anche il Mediatore europeo, l'organo dell'Ue che indaga sulle denunce contro istituzioni, organi, uffici e agenzie, ha avviato un'indagine su Frontex per chiarire se i suoi meccanismi di controllo interno funzionino correttamente.

 

Nonostante Frontex abbia cercato di ridimensionare le accuse, dichiarando che l'agenzia conta su una rapida soluzione della vicenda e che le verifiche di Olaf non destano preoccupazione, è chiaro che la posizione di Leggeri si fa sempre più precaria. Anche perché il “satrapo dei confini europei”, come è stato maliziosamente definito dalla stampa francese a sottolineare la figura accentratrice del direttore di Frontex, rischia di trascinare con sé nei guai anche il ministro dell'Interno tedesco, Horst Seehofer. Secondo un'altra inchiesta dello Spiegel, lo scorso agosto una motovedetta della Guardia costiera tedesca schierata per conto di Frontex nell'Egeo, avrebbe ignorato le richieste di aiuto di un gommone con a bordo 40 migranti provenienti dalla Turchia. In questo modo, gli agenti tedeschi avrebbero atteso che i colleghi greci prendessero in gestione l'operazione, respingendo il gommone in acque turche, violando così il diritto del mare. “Il ministro dell'Interno si rende complice dei greci”, aveva accusato il portavoce per i diritti umani dei socialdemocratici tedeschi, Frank Schwabe. “Sia Frontex sia Seehofer devono rispondere alle domande del Bundestag”. Finora nessuno dei due lo ha fatto.

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