Melania tace. Come sempre, più di sempre. Defilata, sfilata. La sua portavoce, Stephanie Grisham, s’è licenziata giovedì, ha scritto su Twitter che è stato un onore servire il paese e di essere orgogliosa di aver aiutato la first lady ad aiutare i bambini di tutto il mondo, d’ora in poi twitterà da un altro profilo, cuore, bandiera, punto. Dopo l’assalto dell’armata Marvel a Capitol Hill, l’intervento più atteso era il suo e invece niente, silenzio. La Cnn ha incalzato e niente, silenzio. E allora abbiamo parlato noi al suo posto, come abbiamo fatto decine di altre volte, e abbiamo detto: starà facendo le valigie, chiederà presto il divorzio, si trasferirà a casa di Kim Kardashian, ora che suo marito Kanye West se n’è andato nel Wyoming – pare che stiano divorziando, cosa che, se confermata, sarebbe un gioiello simbolico: via i pazzi dalla Casa Bianca e pure da Casa Kardashian, che per certi americani è una Casa Bianca più piccola.

Melania tace. Come sempre, più di sempre. Defilata, sfilata. La sua portavoce, Stephanie Grisham, s’è licenziata giovedì, ha scritto su Twitter che è stato un onore servire il paese e di essere orgogliosa di aver aiutato la first lady ad aiutare i bambini di tutto il mondo, d’ora in poi twitterà da un altro profilo, cuore, bandiera, punto. Dopo l’assalto dell’armata Marvel a Capitol Hill, l’intervento più atteso era il suo e invece niente, silenzio. La Cnn ha incalzato e niente, silenzio. E allora abbiamo parlato noi al suo posto, come abbiamo fatto decine di altre volte, e abbiamo detto: starà facendo le valigie, chiederà presto il divorzio, si trasferirà a casa di Kim Kardashian, ora che suo marito Kanye West se n’è andato nel Wyoming – pare che stiano divorziando, cosa che, se confermata, sarebbe un gioiello simbolico: via i pazzi dalla Casa Bianca e pure da Casa Kardashian, che per certi americani è una Casa Bianca più piccola.

Ieri, però, proprio la Cnn ha fatto sapere che durante l’insurrezione Melania mostrava l’argenteria di East Wing ad alcuni fotografi, per un servizio organizzato da molto tempo, e che non ha interrotto nemmeno quando le ragazze del suo staff le hanno fatto presente che forse sarebbe stato il caso almeno di twittare una raccomandazione, un invito alla calma, un rigo di dissociazione: ma lei non ha voluto. Lei ha fatto gli auguri agli Stati Uniti il primo gennaio, e da allora non si è più vista, né sentita: è andata in pre pensionamento, che le importa del mondo. Suo marito ha rivendicato l’attentato più sgangherato della storia degli attentati, e lei ha scelto di tacere, probabilmente consapevole del fatto che non avergli dato la mano in pubblico, aver indossato la mascherina accanto a lui che non la indossava, aver detto “covid” e non “virus cinese”, aver indossato un abito militare all’ultima convention repubblicana, sono tutti elementi che la assolveranno, e anzi l’hanno già assolta. Che lo lasci o no (ma perché dovrebbe, ma chi glielo fa fare, non s’è mai vista una sposata meno vincolata di lei: dove c’era Barack c’era sempre Michelle, ma dove c’era Donald non sempre c’era Melania), la signora Trump non pagherà le colpe di Trump, non porterà il peso della sua vergogna: il mondo pensa di lei che è una vittima o che è un genio. E forse è tutte e due le cose, o magari nessuna delle due, forse è soltanto il tempo, questo tempo un po’ gramo che viviamo a farcela sembrare o eroica o incolpevole.

Vorremmo che chiedesse il divorzio perché sarebbe il colpo definitivo, diciamo. Siamo sicuri? Se Trump è l’uomo che diciamo sia, il dittatore narcisista incapace di amare (i suoi figli, sua moglie, il suo paese), come possiamo pensare che perdere sua moglie lo scalfirebbe? Comprometterebbe la sua immagine? Questa, forse, è la domanda. La Cnn ha scritto ieri che Donald e Melania non sono affatto in freddo: parlano a lungo al telefono, si ascoltano con interesse reciproco. Lei ha lasciato che lui fosse chi è, quando ha mostrato dissenso non lo ha fatto per correggere lui, ma per non essere confusa con lui. Lo ha sostenuto poco e di rado, e mai nelle occasioni cruciali: inclusa l’ultima. E’ il matrimonio del futuro, o dei sogni (auspici?) di tutti: responsabilità separate, come le camere.