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Verso l'inauguration day

Chi è il capo della scorta del presidente Biden

Greta Privitera

David Cho sta per prendere uno dei mestieri più difficili d’America. Nel 2019 ha ricevuto la medaglia al valore del dipartimento della Sicurezza per come ha gestito i negoziati con i funzionari nordcorean

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Se si cerca David Cho su internet non si trova quasi niente. Il primo risultato è una pagina Wikipedia di un certo David Choe, un artista di Los Angeles che però con lui non c’entra. C’è una sua foto, nessun riferimento alla famiglia, nessun social network. Ci sono poche informazioni perché è un agente di sicurezza della scorta del presidente Trump e, a quanto riporta il Washington Post, sarà il prossimo capo di quella di Joe Biden. Negli ultimi tempi, non proprio il ruolo più semplice da ricoprire, visto il clima da guerriglia urbana innescato dall’assalto dei trumpiani a Capitol Hill e dagli ultimi mesi di tensioni istituzionali che hanno diviso e logorato gli Stati Uniti. La scorta del presidente ha il ruolo di mettere in salvo l’uomo più potente del mondo e la sua famiglia: “Tra lui e la sua squadra ci deve essere massima fiducia”, dicono gli agenti. Mancano quasi dieci giorni all’Inauguration Day. Dopo quello che è successo al Campidoglio la tensione è alle stelle e quella famosa fiducia traballa. I servizi segreti hanno rilasciato un comunicato in cui confermano di stare preparandosi a tutto, facendo immaginare il peggio. “L’inaugurazione del presidente degli Stati Uniti è un elemento fondamentale della nostra democrazia”, ​​hanno scritto, “la sicurezza e la protezione di tutti coloro che parteciperanno alla cinquantanovesima inaugurazione presidenziale è di massima importanza”.

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Se si cerca David Cho su internet non si trova quasi niente. Il primo risultato è una pagina Wikipedia di un certo David Choe, un artista di Los Angeles che però con lui non c’entra. C’è una sua foto, nessun riferimento alla famiglia, nessun social network. Ci sono poche informazioni perché è un agente di sicurezza della scorta del presidente Trump e, a quanto riporta il Washington Post, sarà il prossimo capo di quella di Joe Biden. Negli ultimi tempi, non proprio il ruolo più semplice da ricoprire, visto il clima da guerriglia urbana innescato dall’assalto dei trumpiani a Capitol Hill e dagli ultimi mesi di tensioni istituzionali che hanno diviso e logorato gli Stati Uniti. La scorta del presidente ha il ruolo di mettere in salvo l’uomo più potente del mondo e la sua famiglia: “Tra lui e la sua squadra ci deve essere massima fiducia”, dicono gli agenti. Mancano quasi dieci giorni all’Inauguration Day. Dopo quello che è successo al Campidoglio la tensione è alle stelle e quella famosa fiducia traballa. I servizi segreti hanno rilasciato un comunicato in cui confermano di stare preparandosi a tutto, facendo immaginare il peggio. “L’inaugurazione del presidente degli Stati Uniti è un elemento fondamentale della nostra democrazia”, ​​hanno scritto, “la sicurezza e la protezione di tutti coloro che parteciperanno alla cinquantanovesima inaugurazione presidenziale è di massima importanza”.

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Tra le poche cose che si sanno di David Cho è che ha dedicato la sua vita alla sicurezza presidenziale e dovrebbe essere il migliore della sua squadra. Nel 2019, Cho ha ricevuto la medaglia al valore del dipartimento della Sicurezza per come ha gestito i negoziati con i funzionari nordcoreani e per come ha organizzato la storica visita di Trump ai confini della Corea del Nord. Ma la domanda che tormenta i democratici è in che modo Biden possa fidarsi degli agenti che hanno lavorato fianco a fianco con Trump. Certo, come a ogni cambio di presidente alla Casa Bianca, ci saranno alcune modifiche nei nomi delle persone designate alla sicurezza presidenziale, alcuni di loro verranno scelti direttamente da Biden e il suo staff. Di solito però altri uomini della vecchia guardia rimangono accanto al nuovo eletto. I democratici vicini a Biden temono che alcuni membri attuali della scorta di Trump siano politicamente troppo allineati con il presidente uscente che ancora non riconosce la vittoria del suo avversario e che sui social – finché poteva usarli e non fosse bloccato – sbraitava e inveiva contro il nuovo Commander in chief e i suoi supporter. Questi agenti devono essere riconosciuti, identificati e, probabilmente, messi alla porta. I rumors nei corridoi della Casa Bianca, girano da un po’. Si dice che alcuni uomini dei servizi segreti siano stati criticati duramente negli ultimi quattro anni per aver abbracciato l’agenda del presidente. La scorta dovrebbe essere apolitica, ma quella di Trump pare non lo fosse completamente.

 

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Un esempio? Degli agenti avrebbero esortato i funzionari dei servizi segreti a non indossare la mascherina durante i viaggi presidenziali fatti in questo 2020, perché il presidente non la indossava e riteneva che metterla fosse un segno di debolezza. Non è strano infatti che più di 130 ufficiali dei servizi segreti e dozzine di agenti siano risultati positivi al coronavirus e siano stati messi in quarantena per avere avuto contatti con i colleghi infetti. Una strage che la dice lunga su come non siano state rispettate le regole. E’ certo che Biden sceglierà per la sua scorta alcuni uomini che hanno già lavorato con lui, o meglio, per lui, durante l’amministrazione Obama. Tra tutti, è uscito il nome di Darryl Volpicelli, che diventerà il secondo in carica, e Brian McDonough, che ricoprirà il ruolo di supervisore. Entrambi saranno guidati dal capo, David Cho. “E’ intelligente dare al presidente entrante il conforto di ciò che è familiare”, ha detto al Washington Post un ex dirigente dei servizi segreti che preferisce rimanere anonimo. Il Commander in Chief deve stare con persone che conosce e di cui si fida, che sappiano anche come lavora e come si muove. Tutti i nuovi inquilini della Casa Bianca devono sentirsi a proprio agio e avere fiducia nella squadra e nei servizi segreti che li seguiranno ovunque e assisteranno ai momenti più privati delle loro vite. Si racconta che Bill e Hillary Clinton, non si fidassero della loro scorta, è quello che potrebbe succedere anche a Joe e Jill Biden. Con una grande differenza: l’America lasciata da Trump è lacerata, arrabbiata e, in alcuni casi anche pericolosa, molto diversa da quel paese che si trovava a governare Bill Clinton. Oggi, come non mai, la scorta avrà un ruolo fondamentale nella vita del presidente.

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